Libri di Orazio Cancila
Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni
Orazio Cancila
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Rubbettino
anno edizione: 2022
pagine: 692
Frutto di mezzo secolo di ricerche in archivi italiani e stranieri, il volume ripercorre le vicende sino ai nostri giorni non solo dei castelbuonesi dalla fondazione nel 1317 del castello "buono" da cui il loro paese ha preso il nome, ma anche dei loro antenati che vissero a Ypsigro, come si chiamava il borgo di origine bizantina anteriormente agli anni Venti del Trecento, quando prevalse il toponimo Castelbuono. Nella carenza di fonti sui primi due secoli di vita del paese risaltano nel Trecento le figure del conte Francesco I Ventimiglia e nel Quattrocento del pronipote Giovanni I Ventimiglia, dal 1436 marchese di Geraci, il personaggio più prestigioso della lunga storia della famiglia e della storia castelbuonese. Con la seconda metà del Quattrocento il quadro si allarga e cominciano a scorrere via via in rapida successione i momenti cruciali del paese, i potenti signori feudali, le loro imprese e le continue crisi finanziarie, la loro plurisecolare munificenza alla quale Castelbuono deve non poche opere d'arte, l'aspro contenzioso con la popolazione prolungatosi da metà Settecento per quasi tutto l'Ottocento. E ancora i castelbuonesi con le loro attività economiche, religiose e artistiche e con i loro momenti di follia sfociati in violenti atti di sangue e saccheggi: ricchi e poveri, pastori, contadini, artigiani e commercianti forestieri spesso naturalizzati, religiosi, uomini di cultura, scienziati, amministratori pubblici e più tardi anche prestigiosi uomini politici. All'ombra del potere feudale sorgono tra Sei e Settecento i primi baroni e poi altri ancora nell'Ottocento. E si affermano nuove famiglie che dominano la scena sino a fine Ottocento. Né sono trascurate le donne: religiose, mogli, vedove, figlie di buona famiglia ribelli alla volontà dei padri. La crescita demografica del Cinque-Seicento favorisce uno sviluppo urbanistico impressionante, con la nascita di nuovi quartieri e la costruzione di parecchi conventi e chiese, tra cui la Nuova Matrice. In aggiunta alle attività tradizionali della pastorizia e dell'olivicoltura, si sviluppano nuove produzioni, quella della seta e poi quella della manna, un prodotto che ha dato ai castelbuonesi grandi gioie e grandi amarezze e di cui il volume ricostruisce l'intera vicenda. Sorgono di tanto in tanto diverse attività proto-industriali (lanifici, fonderie, vetrerie, cartiere e ancora fonderie) dalla vita breve e tormentata. Molto spazio infine è dedicato agli ultimi due secoli, sia perché la documentazione è assai più ampia, sia perché meno trattati dalla storiografia e quindi nel complesso scarsamente conosciuti: una conoscenza spesso affidata alla memoria familiare che il tempo scolora e talora stravolge.
Storia dell'Università di Palermo. Dalle origini al 1860
Orazio Cancila
Libro: Copertina morbida
editore: Palermo University Press
anno edizione: 2021
pagine: 724
Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni
Orazio Cancila
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2020
pagine: 690
Frutto di mezzo secolo di ricerche in archivi italiani e stranieri, il volume ripercorre le vicende sino ai nostri giorni non solo dei castelbuonesi dalla fondazione nel 1317 del castello "buono" da cui il loro paese ha preso il nome, ma anche dei loro antenati che vissero a Ypsigro, come si chiamava il borgo di origine bizantina anteriormente agli anni Venti del Trecento, quando prevalse il toponimo Castelbuono. Nella carenza di fonti sui primi due secoli di vita del paese risaltano nel Trecento le figure del conte Francesco I Ventimiglia e nel Quattrocento del pronipote Giovanni I Ventimiglia, dal 1436 marchese di Geraci, il personaggio più prestigioso della lunga storia della famiglia e della storia castelbuonese. Con la seconda metà del Quattrocento il quadro si allarga e cominciano a scorrere via via in rapida successione i momenti cruciali del paese, i potenti signori feudali, le loro imprese e le continue crisi finanziarie, la loro plurisecolare munificenza alla quale Castelbuono deve non poche opere d'arte, l'aspro contenzioso con la popolazione prolungatosi da metà Settecento per quasi tutto l'Ottocento. E ancora i castelbuonesi con le loro attività economiche, religiose e artistiche e con i loro momenti di follia sfociati in violenti atti di sangue e saccheggi: ricchi e poveri, pastori, contadini, artigiani e commercianti forestieri spesso naturalizzati, religiosi, uomini di cultura, scienziati, amministratori pubblici e più tardi anche prestigiosi uomini politici. All'ombra del potere feudale sorgono tra Sei e Settecento i primi baroni e poi altri ancora nell'Ottocento. E si affermano nuove famiglie che dominano la scena sino a fine Ottocento. Né sono trascurate le donne: religiose, mogli, vedove, figlie di buona famiglia ribelli alla volontà dei padri. La crescita demografica del Cinque-Seicento favorisce uno sviluppo urbanistico impressionante, con la nascita di nuovi quartieri e la costruzione di parecchi conventi e chiese, tra cui la Nuova Matrice. In aggiunta alle attività tradizionali della pastorizia e dell'olivicoltura, si sviluppano nuove produzioni, quella della seta e poi quella della manna, un prodotto che ha dato ai castelbuonesi grandi gioie e grandi amarezze e di cui il volume ricostruisce l'intera vicenda. Sorgono di tanto in tanto diverse attività proto-industriali (lanifici, fonderie, vetrerie, cartiere e ancora fonderie) dalla vita breve e tormentata. Molto spazio infine è dedicato agli ultimi due secoli, sia perché la documentazione è assai più ampia, sia perché meno trattati dalla storiografia e quindi nel complesso scarsamente conosciuti: una conoscenza spesso affidata alla memoria familiare che il tempo scolora e talora stravolge.
I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale
Orazio Cancila
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2019
pagine: 483
La storia dei Florio, prestigiosa famiglia siciliana del secondo Ottocento e dei primissimi anni del Novecento, con collegamenti con i più alti vertici della finanza e dell’industria internazionale e rapporti con regnanti di tutta Europa, è espressa molto bene dal sarcastico aforisma degli americani nei confronti di quelle famiglie di immigrati «che iniziarono in maniche di camicia e, nel corso di tre generazioni, si ritrovarono in maniche di camicia». È purtroppo così! Oggi il loro nome in Italia e all’estero è ricordato soltanto da una marca di liquori e da una corsa automobilistica su strada, la Targa Florio, tra le più antiche d’Europa. Ma per l’immaginario collettivo siciliano e meridionale in genere i Florio da tempo sono entrati nella leggenda e nel mito. Rappresentano gli uomini simbolo delle capacità imprenditoriali del Sud, i tempi nostalgicamente sempre rievocati in cui anche al sud fiorivano iniziative industriali vincenti. Allora, nella seconda metà dell’Ottocento, il nome Florio equivaleva nel campo della navigazione mercantile a quelli, nei decenni successivi, degli Agnelli nell’industria automobilistica o di Berlusconi nel settore televisivo. Ed era noto in Italia e all’estero, perché i loro cento piroscafi solcavano tutti i mari del mondo e i loro prodotti (vini e tonno in scatola) conquistavano i mercati italiani e stranieri. Cancila ricostruisce le vicende della famiglia Florio da storico, senza nessuna concessione agiografica né indulgenza regionalistica, ma con rigore scientifico e rifuggendo da interpretazioni romanzesche. E tuttavia, sebbene si avvalga di una ricchissima documentazione d’archivio, più che un’opera storica, la sua sembra la storia romanzata di una famiglia, una favola antica cui manca soltanto il lieto fine.
Palermo
Orazio Cancila
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2009
pagine: 361
Palermo è da sempre una città in cui le contraddizioni, gli squilibri, i ritardi che caratterizzano le grandi città del Sud rispetto alle aree a economia matura appaiono ancora più accentuati dalla piaga del fenomeno mafioso e di un'agguerrita piccola criminalità, dalla grave insufficienza delle infrastrutture e di servizi essenziali, dal degrado di alcuni quartieri cittadini. È innegabile che negli ultimi sessant'anni anni la città sia notevolmente cambiata, ma ancora molto c'è da fare. La provincia di Palermo, ad esempio, tra il 2006 e il 2007 è salita di ben sette posizioni nella classifica annuale del "Sole 24 Ore", ma con il suo novantaduesimo posto si trova pur sempre tra i primi posti fra gli ultimi. Attraverso un'indagine scrupolosa che attinge a una imponente mole di informazioni, Grazio Cancila delinea il ritratto di una Palermo ricca di energie e potenzialità troppo spesso soffocate da un uso disinvolto dei poteri locali. Nel rapporto contraddittorio e conflittuale tra le forze della modernizzazione e l'abitudine radicata a una gestione particolaristica delle risorse prende forma l'immagine di una città permanentemente minacciata dall'aggressività del crimine organizzato.
I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale
Orazio Cancila
Libro: Copertina rigida
editore: Bompiani
anno edizione: 2008
pagine: 735
Tutto ha inizio con Tommaso Florio a metà Seicento in Calabria, a Melicuccà, e poi a Bagnara, dove il figlio Domenico e quindi il nipote Vincenzo esercitano il mestiere di fabbro. L'ascesa comincia con Paolo e Ignazio, figli di Vincenzo, sbarcati a Palermo a fine Settecento per dedicarsi al redditizio commercio delle droghe. Con Vincenzo, figlio di Paolo, la ditta si trasforma in una holding: dal commercio all'attività finanziaria, dalla pesca del tonno alla produzione vinicola e zolfifera. La svolta è legata allo sviluppo della navigazione a vapore: Vincenzo e il figlio Ignazio colgono l'onda della modernizzazione e creano una flotta, che consente a Ignazio di collocarsi ai vertici dell'high-society internazionale. I primi segni della crisi giungono dopo la sua morte nel 1891, ma il nuovo Ignazio non sembra rendersene pienamente conto e continua a vivere nel suo mondo dorato assieme alla moglie, la bellissima donna Franca celebrata da poeti e artisti. Il risultato è la lenta dissoluzione dell'impero economico ereditato con il fratello Vincenzo, l'inventore della famosa Targa Florio, nonostante i tentativi di salvataggio operati dai vari governi italiani, da Giolitti a Mussolini. E anche i Florio, non senza loro grave responsabilità, come recita un aforisma americano a proposito di famiglie di immigrati "che iniziarono in maniche di camicia, nel corso di tre generazioni si ritrovarono in maniche di camicia", come già gli antenati calabresi.