Libri di Oto Horvat
Sabo si è fermato
Oto Horvat
Libro: Libro in brossura
editore: Stilo Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 148
“Sabo si è fermato”, romanzo breve di Oto Horvat, si segnala innanzitutto per una intensa vena lirica. L’autore, attraverso la voce dell’io narrante Sasa Sabo, sperimenta la scrittura soggettiva come terapia contro il dolore dell’anima all’indomani della morte della giovane moglie, qui sempre evocata con la lettera-simbolo A. In bilico tra diario, libro di memorie e appunti di viaggio, la storia si presenta come una sequenza di voci con frequenti trafitture, anche se dall’impianto non è difficile ricostruire la cronologia degli eventi: le biografie familiari dei due giovani, la vita della coppia negli anni Novanta e i suoi spostamenti lungo un itinerario che tocca diverse città europee: Novi Sad, Budapest, Berlino, Firenze. Un’armoniosa intesa intellettuale spezzata dalla malattia, cui seguono il trauma della perdita, la solitudine e lo spaesamento del “dopo”. Nel labirinto dei micro-episodi si fa pervicacemente strada l’idea della scrittura come confessione, forse unica via d’uscita dalla sofferenza. Difatti, in un rapido susseguirsi di tonalità elegiache, talvolta non immuni da accenti cupi ma sempre intercalate dalla luce del ricordo felice, il romanzo si afferma come prova di forza e inno alla continuità della vita, facendosi a suo modo portavoce di un messaggio di speranza.
Istanti ritrovati
Oto Horvat
Libro: Libro in brossura
editore: Molesini Editore Venezia
anno edizione: 2025
pagine: 122
Questa scelta di versi fatta dall’autore è una sequenza di istantanee che ritraggono ricordi personalissimi sullo sfondo dei quali si intravede il tormentato, tragico passato dei paesi jugoslavi. La rappresentazione della memoria intima e collettiva è sempre delicata e si risolve in dettagli che non di rado prendono spunto da fotografie e quadri. Seguendo una lunga tradizione europea, Horvat offre un’originale interpretazione della tecnica ecfrastica eccellendo nella rielaborazione verbale delle immagini del fotografo ungherese André Kertész. La voce poetica di Horvat rivela un io lirico sempre in cammino, un vagabondo con molti passaporti e un’identità smarrita, che trova casa in una pluralità di lingue e di anime.