Libri di Paolo Tombini
Sicurezza in montagna. Materiali, manovre e tecniche per affrontare al meglio l'alpinismo e l'arrampicata
Paolo Tombini, Carlo Gabasio
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Versante Sud
anno edizione: 2023
pagine: 250
Il concetto di sicurezza applicata a un ambiente, quale quello della montagna e delle pareti di ogni dimensione, naturalmente complesso e per sua natura assolutamente mai esente da pericoli oggettivi anche importanti, può suonare come un paradosso. Questo manuale infatti, non è un "ricettario della montagna sicura", ne tanto meno vuole diventare "il manuale dell'alpinista del nuovo millennio". Abbiamo cercato di descrivere tecniche e materiali, il loro utilizzo e la loro applicazione in ambiente. Il neofita, ma anche chi già conosce e utilizza le nozioni qui illustrate, potranno trarre spunti e consigli utili per affrontare al meglio l'alpinismo e l'arrampicata. Una prima corposa parte del manuale illustra nel dettaglio tutto l'hardware che normalmente viene utilizzato in tutte le discipline della verticale, dal craschpad ai materiali più sofisticati per bigwall e alta quota. Le manovre e i nodi oltre a essere fotografati dettagliatamente nelle pagine del libro sono visionabili in filmati scaricabili con QR code per fornire un supporto intuitivo e complementare all'illustrazione degli stessi. Le riflessioni e gli approfondimenti sui nuovi materiali e sui cambiamenti climatici in atto rendono questo testo assolutamente attuale che non può mancare nella biblioteca di chi si approccia alla montagna e alle varie discipline dell'arrampicata e dell'alpinismo a qualsiasi livello.
Sicurezza in montagna. Materiali, manovre e tecniche per affrontare al meglio l'alpinismo e l'arrampicata
Paolo Tombini, Luca Macchetto, Pier Carlo Gabasio
Libro
editore: Versante Sud
anno edizione: 2012
pagine: 160
Valle d'Aosta. Falesie. Valchiusella, Canavese, Bassa Valle d'Aosta, Valle di Gressoney, Valle di Champorcher, Val d'Ayas, Valtournenche. Ediz. tedesca. Volume Vol. 1
Paolo Tombini, Nicola Vota, Andrea Mettadelli
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2025
pagine: 424
Sebbene sia un territorio geograficamente piuttosto limitato, la Valle d'Aosta è una realtà decisamente vasta e variegata dal punto arrampicatorio. La morfologia è strettamente alpina, il territorio è suddiviso in valli laterali che confluiscono in quella centrale solcata dalla Dora Baltea. Tutte sono di origine glaciale e ai tempi dell'ultima glaciazione il grande ghiacciaio Balteo, che ne percorreva l'asse vallivo, arrivava fino all'odierno Canavese. I segni del suo passaggio sono ben visibili ancora oggi e lo sanno bene e da sempre i climber locali che sulle sue antiche "unghiate" scavate nei fianchi della valle principale hanno attrezzato una grande quantità di settori in continua espansione. Se i primi e più evidenti hanno fatto la storia ormai pluridecennale dell'arrampicata sportiva, negli ultimi anni c'è stato un rifiorire di nuovi settori, che ha incrementato l'offerta di falesie nella zona, rendendo di fatto la Valle d'Aosta uno dei poli nazionali per quanto riguarda la scalata. Le valli laterali, che dalla cresta principale delle alpi in qualche decina di chilometri confluiscono nella valle principale, salgono a quote abbastanza elevate e sono anch'esse densamente popolate di falesie soprattutto estive, rendendo possibile trascorrere fresche giornate all'ombra dei giganti alpini, con panorami mozzafiato sui 4000 della regione. L'inversione termica invernale della bassa valle al contrario rende possibile arrampicare al sole anche nelle giornate invernali. Gli autori hanno deciso di concentrarsi sulla zona orientale della valle e le sue vallate laterali, includendo le zone pedemontane in territorio canavesano, pensando a una macroarea sebbene amministrativamente divisa in due regioni diverse, di fatto decisamente omogenea sia logisticamente, sia morfologicamente per l'arrampicatore, che in un raggio di una cinquantina di chilometri, prendendo come epicentro il Forte di Bard, ha a disposizione un numero considerevole di falesie per tutte le quattro stagioni.
Valle d'Aosta. Falesie. Valchiusella, Canavese, Bassa Valle d'Aosta, Valle di Gressoney, Valle di Champorcher, Val d'Ayas, Valtournenche. Ediz. francese. Volume Vol. 1
Paolo Tombini, Nicola Vota, Andrea Mettadelli
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2025
pagine: 424
Sebbene sia un territorio geograficamente piuttosto limitato, la Valle d'Aosta è una realtà decisamente vasta e variegata dal punto arrampicatorio. La morfologia è strettamente alpina, il territorio è suddiviso in valli laterali che confluiscono in quella centrale solcata dalla Dora Baltea. Tutte sono di origine glaciale e ai tempi dell'ultima glaciazione il grande ghiacciaio Balteo, che ne percorreva l'asse vallivo, arrivava fino all'odierno Canavese. I segni del suo passaggio sono ben visibili ancora oggi e lo sanno bene e da sempre i climber locali che sulle sue antiche "unghiate" scavate nei fianchi della valle principale hanno attrezzato una grande quantità di settori in continua espansione. Se i primi e più evidenti hanno fatto la storia ormai pluridecennale dell'arrampicata sportiva, negli ultimi anni c'è stato un rifiorire di nuovi settori, che ha incrementato l'offerta di falesie nella zona, rendendo di fatto la Valle d'Aosta uno dei poli nazionali per quanto riguarda la scalata. Le valli laterali, che dalla cresta principale delle alpi in qualche decina di chilometri confluiscono nella valle principale, salgono a quote abbastanza elevate e sono anch'esse densamente popolate di falesie soprattutto estive, rendendo possibile trascorrere fresche giornate all'ombra dei giganti alpini, con panorami mozzafiato sui 4000 della regione. L'inversione termica invernale della bassa valle al contrario rende possibile arrampicare al sole anche nelle giornate invernali. Gli autori hanno deciso di concentrarsi sulla zona orientale della valle e le sue vallate laterali, includendo le zone pedemontane in territorio canavesano, pensando a una macroarea sebbene amministrativamente divisa in due regioni diverse, di fatto decisamente omogenea sia logisticamente, sia morfologicamente per l'arrampicatore, che in un raggio di una cinquantina di chilometri, prendendo come epicentro il Forte di Bard, ha a disposizione un numero considerevole di falesie per tutte le quattro stagioni.
Valle d'Aosta Falesie. Volume Vol. 1
Paolo Tombini, Andrea Mettadelli, Nicola Vota
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2025
pagine: 424
Sebbene sia un territorio geograficamente piuttosto limitato, la Valle d'Aosta è una realtà decisamente vasta e variegata dal punto arrampicatorio. La morfologia è strettamente alpina, il territorio è suddiviso in valli laterali che confluiscono in quella centrale solcata dalla Dora Baltea. Tutte sono di origine glaciale e ai tempi dell'ultima glaciazione il grande ghiacciaio Balteo, che ne percorreva l'asse vallivo, arrivava fino all'odierno Canavese. I segni del suo passaggio sono ben visibili ancora oggi e lo sanno bene e da sempre i climber locali che sulle sue antiche "unghiate" scavate nei fianchi della valle principale hanno attrezzato una grande quantità di settori in continua espansione. Se i primi e più evidenti hanno fatto la storia ormai pluridecennale dell'arrampicata sportiva, negli ultimi anni c'è stato un rifiorire di nuovi settori, che ha incrementato l'offerta di falesie nella zona, rendendo di fatto la Valle d'Aosta uno dei poli nazionali per quanto riguarda la scalata. Le valli laterali, che dalla cresta principale delle alpi in qualche decina di chilometri confluiscono nella valle principale, salgono a quote abbastanza elevate e sono anch'esse densamente popolate di falesie soprattutto estive, rendendo possibile trascorrere fresche giornate all'ombra dei giganti alpini, con panorami mozzafiato sui 4000 della regione. L'inversione termica invernale della bassa valle al contrario rende possibile arrampicare al sole anche nelle giornate invernali. Gli autori hanno deciso di concentrarsi sulla zona orientale della valle e le sue vallate laterali, includendo le zone pedemontane in territorio canavesano, pensando a una macroarea sebbene amministrativamente divisa in due regioni diverse, di fatto decisamente omogenea sia logisticamente, sia morfologicamente per l'arrampicatore, che in un raggio di una cinquantina di chilometri, prendendo come epicentro il Forte di Bard, ha a disposizione un numero considerevole di falesie per tutte le quattro stagioni.
Valle d'Aosta Falesie. Volume Vol. 1
Paolo Tombini, Andrea Mettadelli, Nicola Vota
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2025
pagine: 424
Sebbene sia un territorio geograficamente piuttosto limitato, la Valle d'Aosta è una realtà decisamente vasta e variegata dal punto arrampicatorio. La morfologia è strettamente alpina, il territorio è suddiviso in valli laterali che confluiscono in quella centrale solcata dalla Dora Baltea. Tutte sono di origine glaciale e ai tempi dell'ultima glaciazione il grande ghiacciaio Balteo, che ne percorreva l'asse vallivo, arrivava fino all'odierno Canavese. I segni del suo passaggio sono ben visibili ancora oggi e lo sanno bene e da sempre i climber locali che sulle sue antiche "unghiate" scavate nei fianchi della valle principale hanno attrezzato una grande quantità di settori in continua espansione. Se i primi e più evidenti hanno fatto la storia ormai pluridecennale dell'arrampicata sportiva, negli ultimi anni c'è stato un rifiorire di nuovi settori, che ha incrementato l'offerta di falesie nella zona, rendendo di fatto la Valle d'Aosta uno dei poli nazionali per quanto riguarda la scalata. Le valli laterali, che dalla cresta principale delle alpi in qualche decina di chilometri confluiscono nella valle principale, salgono a quote abbastanza elevate e sono anch'esse densamente popolate di falesie sopratutto estive, rendendo possibile trascorrere fresche giornate all'ombra dei giganti alpini, con panorami mozzafiato sui 4000 della regione. L'inversione termica invernale della bassa valle al contrario rende possibile arrampicare al sole anche nelle giornate invernali. Gli autori hanno deciso di concentrarsi sulla zona orientale della valle e le sue vallate laterali, includendo le zone pedemontane in territorio canavesano, pensando a una macroarea sebbene amministrativamente divisa in due regioni diverse, di fatto decisamente omogenea sia logisticamente, sia morfologicamente per l'arrampicatore, che in un raggio di una cinquantina di chilometri, prendendo come epicentro il Forte di Bard, ha a disposizione un numero considerevole di falesie per tutte le quattro stagioni.

