Libri di Sayed Kashua
Ultimi dispacci di vita palestinese in Israele
Sayed Kashua
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2024
pagine: 320
Prima della decisione di trasferirsi con la sua famiglia negli Stati Uniti, Sayed Kashua, palestinese nato e cresciuto in Israele, l’autore di Due in uno e di Arabi danzanti, teneva una rubrica su Ha’aretz, il quotidiano progressista israeliano. Rubrica che, grazie al connubio tra gli aspetti più intimi e personali della vita dell’autore e la situazione storica e politica di Israele, era in breve diventata un appuntamento imperdibile per un vastissimo popolo di lettori. Questo libro, che è la raccolta dei suoi scritti più significativi, è la fotografia tenera, caotica e personalissima della vita di uno scrittore eccentrico: un arabo che ha scelto di scrivere in ebraico, un Charles Bukowski in versione mediorientale. Ed è, allo stesso tempo, il ritratto dolente di un Paese in cui è arduo attenersi alla tolleranza e al rispetto degli altri, nello scenario di perenne conflitto sanguinoso che trascina inevitabilmente con sé la minacciosa ombra del razzismo. Esilaranti, dotati di una profondità di pensiero non comune, i «dispacci» passano al setaccio dell’ironia e dell’irriverenza qualsiasi costume o atteggiamento che pretenda di tagliare i ponti con l’Altro, fossero anche i costumi e gli atteggiamenti della propria parte, la società araba confinata nello Stato d’Israele. L’intento, tuttavia, che anima la loro ironia e irriverenza è narrare una storia collettiva a cui palestinesi e israeliani possano guardare assieme e nella quale entrambi i popoli possano coesistere.
La traccia dei mutamenti
Sayed Kashua
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2019
pagine: 240
«Sono all'ospedale». È sufficiente questo breve messaggio, inviato da un padre via Skype, per far salire suo figlio sul primo volo che dall'Illinois lo riporta in Israele, dopo quattordici anni di assenza. Nel breve viaggio in taxi che dall'aeroporto lo conduce a Tira, il luogo dove è nato e dove tutt'ora vivono i suoi genitori e i suoi fratelli, l'uomo ritrova l'antica paura che un tempo lo attanagliava: quella di sapersi arabo in territorio israeliano, esule nella sua stessa terra. Espatriato negli Stati Uniti con la moglie Palestine e i tre figli, il protagonista di queste pagine ha invano tentato di tagliare i ponti con il passato attraverso il silenzio. Ma è sufficiente che metta piede nella stanza dove suo padre giace, piccolo, pallido, con gli occhi sprofondati nelle orbite e il petto che si alza e si abbassa sotto il lenzuolo leggero dell'ospedale con il disegno delle stelle di David, perché il passato torni a galla con prepotenza e presenti il suo conto. L'uomo ha con sé il vecchio registratore «Executive» della Sony, un apparecchio massiccio, con un microfono esterno, tre pulsanti neri e uno rosso per la registrazione: è lo strumento con cui si guadagna da vivere come ghost writer, mettendo nero su bianco le storie altrui. Ma l'unica testimonianza di cui desidera lasciare traccia in quel momento è quella di suo padre. Sarà l'occasione per rielaborare i propri ricordi e riflettere sulla sua stessa vita. Perché anni prima è stato scacciato dalla sua famiglia? Perché negli Stati Uniti è costretto a dormire nel campus universitario, bandito da sua moglie dalla loro casa? E perché tutto sembra collegarsi al fatto che, quando era ragazzo, ha scritto uno strano racconto su una ragazza di nome Palestine? Attraverso pagine di inconsueta ironia, "La traccia dei mutamenti" è una storia sull'odierna Palestina raccontata dal punto di vista di un esiliato che torna a casa per dire addio a suo padre e, al contempo, una profonda e struggente riflessione sui legami familiari.
Due in uno
Sayed Kashua
Libro: Copertina morbida
editore: BEAT
anno edizione: 2018
pagine: 350
Beit Safafa è il quartiere più ricco di Gerusalemme est. Prediletto dagli arabi israeliani provenienti dal nord, il quartiere ha prezzi di case, carne e altri generi di prima necessità così alti che nelle panetterie vi sono due tariffari, uno per i locali e un altro per gli immigrati. A Beit Safafa vive l'avvocato protagonista di queste pagine, un giovane procuratore con una promettente carriera da principe del foro gerosolimitano davanti a sé. Vive in una villetta, due piani con salotto spazioso, cucina ultramoderna e due ampie stanze da letto. E ogni giorno raggiunge il centro a bordo della sua elegante Mercedes nera. Insomma, l'avvocato è, come si usa dire, un uomo che ne ha fatta di strada, un bravo ragazzo che ha di certo realizzato il sogno di sua madre, comune a tutte le madri arabe in Israele: avere un figlio medico o avvocato di successo. Tuttavia, ha anche un cruccio che l'affligge non poco. Si vergogna delle sue lacune in fatto di musica, letteratura, teatro e cinema. Lacune rilevanti, visto che suoi colleghi israeliani parlano disinvoltamente di tali argomenti. Perciò, di tanto in tanto fa una capatina in una vecchia libreria a dare una sbirciata ai titoli di narrativa raccomandati da Ha'aretz, il giornale cui è opportunamente abbonato. Un giorno, nel settore dei libri usati della libreria, scopre, e decide di comprare all'istante, una copia gualcita di "Sonata a Kreutzer", celebre racconto di Tolstoj, che sua moglie gli ha una volta stranamente menzionato...
Ultimi dispacci di vita palestinese in Israele
Sayed Kashua
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2017
pagine: 304
Qualche tempo fa Ha'aretz, il quotidiano progressista israeliano, ha affidato una rubrica a Sayed Kashua, l'autore di "Due in uno" e di "Arabi danzanti", lasciandogli piena libertà nella scelta dei temi trattati. Grazie a un irresistibile connubio tra gli aspetti più intimi e personali della vita dell'autore e la situazione storica e politica di Israele, la rubrica è diventata in breve un appuntamento imperdibile per i lettori di Ha'aretz. Kashua ne ha raccolto in volume gli scritti più significativi, creando una delle sue opere più riuscite. Il libro è la fotografia tenera, caotica e personalissima della vita di uno scrittore eccentrico: un palestinese nato e cresciuto in Israele, un arabo che scrive in ebraico, un Charles Bukowsky in versione mediorientale, che non esita, in pagine di incontenibile umorismo, a svelare i segreti della sua stessa esistenza privata, innanzi tutto l'intenso e agitato rapporto con una moglie che lo ritiene un bugiardo incallito inguaribilmente attaccato alla bottiglia. È ad un tempo anche il ritratto dolente di un paese in cui è arduo attenersi alla tolleranza e al rispetto degli altri in anni in cui un conflitto sanguinoso, che pare non poter avere mai fine, trascina inevitabilmente con sé la minacciosa ombra del razzismo. Esilaranti, dotati di una profondità di pensiero non comune, i dispacci passano al setaccio dell'ironia e dell'irriverenza qualsiasi costume o atteggiamento che pretenda di tagliare i ponti con l'Altro, fossero anche i costumi e gli atteggiamenti della propria parte, la società araba confinata nello Stato d'Israele. L'intento, tuttavia, che anima la loro ironia e irriverenza è narrare una storia collettiva a cui palestinesi e israeliani possano guardare assieme e nella quale entrambi i popoli possano coesistere. Un intento che si esprime meravigliosamente nella lingua che li alimenta, ma non nella drammatica realtà politica di Israele che, dopo la feroce uccisione di un ragazzo palestinese, e dopo l'approvazione della legge che definisce Israele «Stato della Nazione ebraica», ha spinto Kashua a mettere in salvo la propria famiglia negli Stati Uniti, lontano «dall'odore del sangue e della polvere da sparo».
Due in uno
Sayed Kashua
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2013
pagine: 350
Beit Safafa è il quartiere più ricco di Gerusalemme est. Prediletto dagli arabi israeliani provenienti dal nord, il quartiere ha prezzi di case, carne e altri generi di prima necessità così alti che nelle panetterie vi sono due tariffari, uno per i locali e un altro per gli immigrati. A Beit Safafa vive l'avvocato protagonista di queste pagine, un giovane procuratore con una promettente carriera da principe del foro gerosolimitano davanti a sé. Vive in una villetta, due piani con salotto spazioso, cucina ultramoderna e due ampie stanze da letto. E ogni giorno raggiunge il centro a bordo della sua elegante Mercedes nera. Insomma, l'avvocato è, come si usa dire, un uomo che ne ha fatta di strada, un bravo ragazzo che ha di certo realizzato il sogno di sua madre, comune a tutte le madri arabe in Israele: avere un figlio medico o avvocato di successo. Tuttavia, ha anche un cruccio che l'affligge non poco. Si vergogna delle sue lacune in fatto di musica, letteratura, teatro e cinema. Lacune rilevanti, visto che suoi colleghi israeliani parlano disinvoltamente di tali argomenti. Perciò, di tanto in tanto fa una capatina in una vecchia libreria a dare una sbirciata ai titoli di narrativa raccomandati da Ha'aretz, il giornale cui è opportunamente abbonato. Un giorno, nel settore dei libri usati della libreria, scopre, e decide di comprare all'istante, una copia gualcita di "Sonata a Kreutzer", celebre racconto di Tolstoj, che sua moglie gli ha una volta stranamente menzionato...