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Libri di Tommaso Della Longa

Lampedusa. Cronache dall'isola che non c'è

Lampedusa. Cronache dall'isola che non c'è

Laura Bastianetto, Tommaso Della Longa

Libro: Copertina morbida

editore: Ensemble

anno edizione: 2011

pagine: 144

A Lampedusa è notte. Il molo è invaso da migranti tunisini. Quindici personaggi si muovono in questa notte: il migrante ghanese, quello tunisino volontario di Mezzaluna rossa, il pescatore di Mazara del Vallo, il Comandante della Capitaneria di Porto, il collaboratore di un'organizzazione umanitaria, una tabaccaia di Lampedusa, il professore del liceo scientifico dell'isola, il migrante algerino, la migrante somala incinta, l'anarchico di Lecco trapiantato a Lampedusa, il medico, il fotoreporter, il poliziotto, la piccola migrante di 7 anni e la tartaruga caretta caretta. Le storie, narrate attraverso il flusso di coscienza dei personaggi suddetti, diventano l'escamotage per raccontare le poliedriche realtà che s'intrecciano sull'isola: ragazzi tunisini che scappano dall'anarchia post-rivoluzionaria, migranti che raccontano la propria vita tra carestie e guerre nel cuore dell'Africa, soccorritori e professionisti che prestano la propria opera nel momento dell'emergenza, lampedusani che regalano emozioni e sensazioni da un'isola piena di forza, ma anche di contraddizioni. L'idea del libro è quella di raccontare fino in fondo la realtà di un'isola che solo in alcune occasioni guadagna le prime pagine dei giornali, ma che in fondo non è stata mai raccontata per quello che è. Le storie delineano anche un quadro di stretta attualità, sulla gestione dell'ennesima emergenza italiana, con una guerra e il suo carico di disperazione alle porte della nostra nazione.
14,00

Quando lo Stato uccide

Quando lo Stato uccide

Tommaso Della Longa, Alessia Lai

Libro: Libro in brossura

editore: Castelvecchi

anno edizione: 2010

pagine: 246

Il G8 di Genova, le morti di Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Gabriele Sandri, Stefano Cucchi... e poi, sparsi nell'ultimo decennio, altri nomi di persone uccise da uomini in divisa, spesso ignoti all'opinione pubblica, ma non a chi piange la scomparsa di un proprio caro. Errori. Imprudenze. Fatalità. Nelle poche righe che i giornali dedicano alle morti per mano dei tutori dell'ordine la spiegazione della tragedia viene in genere archiviata in questo modo, tendendo a dimenticare che dietro ogni caso c'è una storia e che dietro ogni storia ci sono famiglie lasciate sole contro muri di indifferenza o di vera e propria omertà. Un filo rosso lega i giorni genovesi del 2001 nei quali la gestione dell'ordine pubblico in Italia ha dato prova di incapacità e approssimazione portando all'estrema conseguenza dell'omicidio di un ragazzo - alle morti più e meno conosciute per mano di agenti di Polizia registrate dal 2000 fino ai giorni nostri. Quando lo Stato uccide, il pregiudizio dell'innocenza concesso ai responsabili tende a diventare una verità assoluta, sempre e comunque. Ma forse qualcosa sta cambiando. Il ribaltamento delle sentenze sul G8, il clamore mediatico suscitato dai casi Sandri, Aldrovandi e Cucchi hanno aperto spiragli di giustizia. Segno evidente che, in rapporto all'ordine pubblico, è giunto il momento di voltare pagina, ricordando la missione di "servizio al cittadino" che dovrebbe animare le Forze di Polizia e tornando, finalmente, a parlare di diritti e di garanzie.
16,00

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