Libri di Yannick Haenel
Il tesoriere di Stato
Yannick Haenel
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 352
Questa è la strana storia di un bancario che voleva spendere tutto. Agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, uno studente di filosofia si candida, tramite un’impostura, a uno stage destinato ad altri presso un istituto bancario, imboccando così per caso la svolta della sua esistenza. Il luogo del nuovo lavoro è una filiale della Banca di Francia a Béthune, a un’ora e mezzo di treno da Parigi, una cittadina devastata dalla chiusura delle miniere di carbone che non sono state sostituite da nulla, e da un neoliberismo arrembante. Il primo contatto di Georges Bataille – sì, è proprio questo il suo nome – con l’istituzione, al di là dell’opacità degli obblighi, è di una fascinazione totale per quel luogo che incarna il freddo potere dell’accumulazione infinita e le aberrazioni del capitale ma che, a suo sentire, potrebbe celare il segreto del mondo. Nella sua infuocata ricerca di senso, Georges Bataille scoprirà tuttavia anche un’altra vertigine: il sesso. Prima con Annabelle, una libraia appassionata di Rimbaud, e poi con l’amore della sua vita, la dentista Lilya Mizaki. La sessualità totalizzante, insieme alla segreta missione di aiutare il popolo sempre più folto dei sovraindebitati, si tramuterà in un’eversiva avventura esistenziale. In questo singolare romanzo di formazione, mentre si inoltra con grazia nei labirinti mentali del suo protagonista, Yannick Haenel riflette sulla crisi rovinosa del nostro tempo, ci interroga sulla nostra capacità di resistere al mondo che ci circonda. E porta alla luce un tesoro che è lì, vicinissimo, nella magia della sua scrittura.
Solitudine Caravaggio
Yannick Haenel
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2023
pagine: 256
Dal ricordo della sensuale immagine di Giuditta che decapita Oloferne, contemplata per la prima volta da adolescente, Yannick Haenel avvia in queste pagine la sua originale riflessione sull’arte e sulla vita di Michelangelo Merisi. L’intreccio di crudeltà e sensualità, nella vita e nell’opera di Caravaggio, è stato oggetto di una sterminata letteratura, a partire dalle numerose biografie dell’artista, descritto puntualmente come un uomo permaloso, irascibile, veemente, violento. Per Yannick Haenel, tuttavia, il tema della violenza non è semplicemente riducibile alla vita e al personaggio di Caravaggio. La violenza, nella sua arte, va pensata da un punto di vista metafisico. Attesta lo spirito del tempo, l’evento della sua epoca: la fine del Rinascimento, del tempo della sublimazione e delle idealità armoniose. Tutta l’arte di Caravaggio è l’esposizione di questo evento. Se, nei primi anni, la sua pittura presenta ragazzi incoronati d’edera, Bacco arroganti o lascivi, poi subentra, brusca, l’apparizione di Cristo a sancire una irriducibile contrapposizione tra godimento pagano e pietà cristica, a suggellare l’impossibilità stessa delle vecchie forme in cui trovare pacificazione. Come ogni grande artista, Caravaggio si avventura nel tempo, senza mai abbandonare l’inaggirabile intensità della finitezza e della storia mistica del mondo.
Tieni ferma la tua corona
Yannick Haenel
Libro: Copertina morbida
editore: BEAT
anno edizione: 2022
pagine: 272
Jean Deichel è probabilmente un pazzo. Chi, infatti, non giudicherebbe tale uno scrittore che se ne va in giro con un malloppo di ben settecento pagine dedicato ad Herman Melville? Un'imponente sceneggiatura intitolata The Great Melville sulla «folla dei pensieri» dell'autore di Moby Dick? Herman Melville, si sa, aveva vissuto una vita che definire una catastrofe è dir poco. Dopo un effimero successo iniziale fu totalmente dimenticato come scrittore e trascorse gli ultimi diciannove anni della sua esistenza in un ufficio della dogana di New York, in totale solitudine. Con la sua sceneggiatura, Jean Deichel vorrebbe far capire una cosa sola: la verità insita nella solitudine di un grande scrittore. Perciò ogniqualvolta gli capita la fortuna di imbattersi in un produttore, ripete che The Great Melville è un'opera che mostra come, appartandosi dal mondo, il grande autore si rapporti con la verità, si consacri ad essa, anche quando la verità gli sfugge e gli sembra oscura, se non addirittura assurda. Un'opera, insomma, che svela come ogni autentico scrittore porti in sé, con umorismo o desolazione, «un certo destino dell'essere». Il risultato è, naturalmente, la puntuale derisione dei produttori, e la loro conseguente fuga dal progetto. A Jean Deichel non resta dunque che un'esistenza solitaria simile a quella del suo amato autore, un'esistenza fatta di ricerca alle tre del mattino di un rimasuglio di vodka o di un Big Mac buttato giù in piena notte. Un giorno, però, l'intuizione, sorta dalla lettura di una frase di Melville sulla verità come «un daino bianco spaurito» costretto a fuggire nei boschi. Chi nel mondo del cinema ha inizialmente trionfato per poi subire un tremendo fiasco e diventare letteralmente un paria? Chi, esattamente come Melville, ha conosciuto una facile gloria ed è precipitato poi nel fallimento più nero quando si è messo a scrivere a partire dalla verità? Chi se non Michael Cimino, l'autore di The Deer Hunter (Il cacciatore di daini, noto in italiano come II cacciatore) e di Heaven's Gate (I cancelli del cielo), il capolavoro che ha segnato la sua disfatta? Si dice che sia in miseria, malato; che da più di trent'anni nessuno abbia più visto i suoi occhi, nascosti sempre dietro occhiali neri. Ma per Jean Deichel bisogna assolutamente che Cimino legga la sua sceneggiatura. Bisogna andare a New York a incontrarlo poiché, è evidente, tra Melville e Cimino c'è un rapporto cruciale, decisivo quasi. Un romanzo sull'arte come ricerca dell'illimitato, dell'assoluto che «la destina a essere essa stessa un mondo, e dunque a modificare la storia del mondo».
Solitudine Caravaggio
Yannick Haenel
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2021
pagine: 256
«Verso i quindici anni ho incontrato l'oggetto del mio desiderio. Era in un libro sulla pittura italiana: una donna con un corpetto bianco si stagliava su uno sfondo nero; aveva boccoli castano chiaro, sopracciglia aggrottate e seni ben torniti nella trasparenza di una stoffa». Cosí, dal ricordo della sensuale immagine di Giuditta che decapita Oloferne, contemplata per la prima volta da adolescente, Yannick Haenel avvia in queste pagine la sua originale riflessione sull'arte e sulla vita di Michelangelo Merisi. L'opera, una delle piú importanti di Caravaggio, è la raffigurazione fedele dell'episodio biblico della decapitazione del condottiero assiro da parte della vedova ebrea Giuditta. Restituisce senza veli l'efferatezza del crimine e, insieme, esalta la sensualità della figura femminile che si staglia sullo sfondo nero. L'intreccio di crudeltà e sensualità, nella vita e nell'opera di Caravaggio, è stato oggetto di una sterminata letteratura, a partire dalle numerose biografie dell'artista, descritto puntualmente come un uomo permaloso, irascibile, veemente, violento. Per Yannick Haenel, tuttavia, il tema della violenza non è semplicemente riducibile alla vita, alla leggenda e al personaggio di Caravaggio. La violenza, nella sua arte, va pensata da un punto di vista metafisico. Attesta lo spirito del tempo, l'evento della sua epoca: la fine del Rinascimento, del tempo della sublimazione e delle idealità armoniose. Tutta l'arte di Caravaggio è l'esposizione di questo evento. Nei primi anni, la sua pittura presenta ragazzi incoronati d'edera, Bacco arroganti o lascivi, poi subentra, brusca, l'apparizione di Cristo, a sancire una irriducibile contrapposizione tra godimento pagano e pietà cristica, a suggellare l'impossibilità stessa delle vecchie forme in cui trovare pacificazione. La saggezza non verrà: è il titolo di uno dei capitoli di questo libro, un titolo tratto da una frase che Guy Debord pone alla fine del suo Panegirico. Il luogo proprio della pittura di Caravaggio sta, per Yannick Haenel, nella verità brusca e insolente di questa frase. Come ogni grande artista, Caravaggio si avventura nel tempo, senza mai abbandonare l'inaggirabile intensità della finitezza e della storia mistica del mondo.
Tieni ferma la tua corona
Yannick Haenel
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2018
pagine: 352
Jean Deichel è probabilmente un pazzo. Chi, infatti, non giudicherebbe tale uno scrittore che se ne va in giro con un malloppo di ben settecento pagine dedicato ad Herman Melville? Un'imponente sceneggiatura intitolata The Great Melville sulla «folla dei pensieri» dell'autore di Moby Dick? Herman Melville, si sa, aveva vissuto una vita che definire una catastrofe è dir poco. Dopo un effimero successo iniziale fu totalmente dimenticato come scrittore e trascorse gli ultimi diciannove anni della sua esistenza in un ufficio della dogana di New York, in totale solitudine. Con la sua sceneggiatura, Jean Deichel vorrebbe far capire una cosa sola: la verità insita nella solitudine di un grande scrittore. Perciò ogniqualvolta gli capita la fortuna di imbattersi in un produttore, ripete che The Great Melville è un'opera che mostra come, appartandosi dal mondo, il grande autore si rapporti con la verità, si consacri ad essa, anche quando la verità gli sfugge e gli sembra oscura, se non addirittura assurda. Un'opera, insomma, che svela come ogni autentico scrittore porti in sé, con umorismo o desolazione, «un certo destino dell'essere». Il risultato è, naturalmente, la puntuale derisione dei produttori, e la loro conseguente fuga dal progetto. A Jean Deichel non resta dunque che un'esistenza solitaria simile a quella del suo amato autore, un'esistenza fatta di ricerca alle tre del mattino di un rimasuglio di vodka o di un Big Mac buttato giù in piena notte. Un giorno, però, l'intuizione, sorta dalla lettura di una frase di Melville sulla verità come «un daino bianco spaurito» costretto a fuggire nei boschi. Chi nel mondo del cinema ha inizialmente trionfato per poi subire un tremendo fiasco e diventare letteralmente un paria? Chi, esattamente come Melville, ha conosciuto una facile gloria ed è precipitato poi nel fallimento più nero quando si è messo a scrivere a partire dalla verità? Chi se non Michael Cimino, l'autore di The Deer Hunter (Il cacciatore di daini, noto in italiano come II cacciatore) e di Heaven's Gate (I cancelli del cielo), il capolavoro che ha segnato la sua disfatta? Si dice che sia in miseria, malato; che da più di trent'anni nessuno abbia più visto i suoi occhi, nascosti sempre dietro occhiali neri. Ma per Jean Deichel bisogna assolutamente che Cimino legga la sua sceneggiatura. Bisogna andare a New York a incontrarlo poiché, è evidente, tra Melville e Cimino c'è un rapporto cruciale, decisivo quasi. Un romanzo sull'arte come ricerca dell'illimitato, dell'assoluto che «la destina a essere essa stessa un mondo, e dunque a modificare la storia del mondo».
Cerco l'Italia
Yannick Haenel
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Clichy
anno edizione: 2016
pagine: 180
Dopo aver vissuto quattro anni a Firenze, Yannick Haenel racconta la sua esperienza: la scoperta di una città d'arte incentrata sui suoi affreschi, le sue sculture, le sue chiese. E al tempo stesso immersa nella crisi che ha colpito gli italiani e annientato la nostra cultura. Il confronto tra la forza dell'arte e la devastazione economico-politica diventa un romanzo vissuto: dall'arrivo di Haenel in Italia durante il "Bunga Bunga" di Berlusconi alla lenta discesa agli inferi di questo paese. La passione politica si mescola a quella per l'arte, e Haenel alterna omaggi a San Francesco d'Assisi, a Dante e a Michelangelo, ad analisi del crollo della politica italiana e a meditazioni sui migranti di Lampedusa.
Le volpi pallide
Yannick Haenel
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Clichy
anno edizione: 2015
pagine: 200
Parigi, oggi. Un uomo decide di vivere nella sua auto. Sui muri della città appaiono strane scritte che annunciano una rivoluzione. La Volpe pallida è il Dio anarchico dei Dogon del Mali. Un gruppo di sans-papiers mascherati porta il suo nome e sfida la Francia. Chi è quell'uomo solitario che attende un rovesciamento politico? Chi sono le Volpi pallide? Del loro incontro parla questo libro. Una storia di oggi. Dopo "Il testimone inascoltato", che narrava la vicenda di Jan Karski, scappato dalla Polonia per denunciare agli alleati il delirio dei campi di sterminio ma mai creduto, Yannick Haenel ci racconta, in questo romanzo politico, le tensioni di una metropoli europea, l'esplosività di una politica di repressione, un grande sogno anarchico destinato ovviamente alla distruzione.