Storia
Feeding the Dragon. An Eschatological Motif in Medieval Europe
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2023
pagine: 236
Il bollettino Cadorna su Caporetto (28 ottobre 1917)
Giancarlo Finizio
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2023
pagine: 810
Il bollettino che parlava di «mancata resistenza di reparti […] vilmente ritiratisi senza combattere e ignominiosamente arresisi al nemico», emanato dal Comando Supremo il 28 ottobre 1917 a quattro giorni dall'inizio dell'offensiva austro-tedesca che aveva prodotto la rottura del fronte dell'Isonzo nel settore di Caporetto, costituisce senza dubbio uno dei documenti più noti e controversi della partecipazione italiana alla Prima guerra mondiale. Originato dalla convinzione del generale Cadorna che il rovescio militare subito fosse stato principalmente la conseguenza dell'azione deprimente esercitata sul morale delle truppe dalla propaganda contraria allo sforzo bellico – genericamente definita come «disfattista» – lasciata colpevolmente correre nel Paese dalle autorità governative, quel comunicato divenne fin dall'inizio parte integrante del dibattito sulle cause e le responsabilità di Caporetto, ricevendo considerevole attenzione anche nel corso dei lavori della Commissione d'inchiesta istituita per volontà del Governo Orlando nel gennaio del 1918 proprio per far luce sui fatti dell'ottobre 1917 e posta sotto la presidenza del generale Caneva. Il libro, grazie anche ad un esteso ventaglio di fonti archivistiche largamente inedite e qui pubblicate per la prima volta, fra cui le carte della Commissione d'inchiesta su Caporetto, ricostruisce ampiamente non soltanto il contesto militare e politico nel quale il bollettino di Cadorna del 28 ottobre ebbe origine ed i diversi aspetti relativi alla sua redazione (alcuni dei quali ancora oggi non del tutto chiari), ma anche il quadro complessivo dei variegati giudizi che furono espressi da molte personalità dell'epoca sul significato ed il valore di quel documento e sulla discussa questione dell'esistenza o meno in Italia di un'attiva propaganda «disfattista», nonché la storia stessa dei lavori della Commissione Caneva.
Terra di briganti
Giuseppe Coniglio
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2023
pagine: 126
"Terra di Briganti" un'opera di Giuseppe Coniglio.
India, la perla dell'impero britannico
Paola Negroni
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2023
pagine: 120
"India la perla dell'impero britannico" è un testo di divulgazione storico-letteraria che ci invita a intraprendere un viaggio nel passato coloniale del subcontinente indiano. La prima parte ci permette di orientarci in spazio e tempo, cercando di cogliere i passaggi fondamentali di una storia ricca e complessa che va dai primi insediamenti sulle coste indiane della Compagnia delle Indie Orientali fino al 1947, anno dell'indipendenza e della partizione fra India e Pakistan. La seconda parte ci immerge nelle vicende di personaggi creati dalla fantasia di scrittori indiani, pakistani e britannici e ci aiuta a sentire la vicinanza e l'attualità delle passioni che vivono nel cuore degli uomini quando si trovano di fronte a culture che non conoscono e non comprendono. Il lettore può decidere liberamente da dove cominciare. Buon viaggio!
Il papa mancato. Mariano Rampolla del Tindaro, il cardinale siciliano che sfidò i Savoia e l'imperatore d'Austria
Orazio Longo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Efesto
anno edizione: 2023
pagine: 236
Un cardinale, un re, un imperatore. Una storia che ruota attorno a un Conclave e alla Questione Romana. Mariano Rampolla del Tindaro è appena un adolescente quando lascia la Sicilia per trasferirsi a Roma e studiare per diventare prete. L’Italia non è ancora una e i Borbone governano a Napoli e a Palermo, fino all’arrivo di Garibaldi e alla resa di Francesco II. Al soglio pontificio si avvicendano Pio IX e Leone XIII, che del presule siciliano apprezza le doti, tanto da elevarlo al cardinalato. Ascesa e declino di una eminenza che, da nunzio in Spagna torna nell’Urbe e ricopre la massima carica di Segretario di Stato Vaticano per più di tre lustri. Fino al 1903, quando, per tutti, sarà lui il nuovo Papa. Per tutti, ma non per l’imperatore d’Austria, Francesco Giuseppe, che si avvale di un vecchio privilegio: lo jus exclusivae. Drammatico episodio che cambiò la storia della Chiesa e che portò all’abolizione del diritto di veto e dunque di qualsiasi interferenza politica: la fine dell’ancien régime. Documenti, foto, interviste e una corposa rassegna stampa dell’epoca, per ripercorrere la storia di quello che oggi viene ricordato come il Papa mancato. Prefazione di Angelo Favaro. Postfazione di Michele Bianco.
La massoneria di via Posillipo: Lauberg e la società patriottica. 1792-1793
Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2023
pagine: 144
Furono le sette napoletane seguite alla fallita cospirazione del 1794, in cui si erano trasformate le società patriottiche, a sperare nel vano aiuto della flotta francese, ferma nel porto di Napoli. Fallimento dovuto alle spie, dichiaratesi pentite a seguito degli arresti, onde evitare la decapitazione, ma che finirono ugualmente in uno dei 493 processi che si tennero in tutto il Regno, fino al 1798. Vero è che fin dal 1790 si assiste a qualcosa di diverso, insito nel popolo e nei regnanti, che primeggia come una voglia di autonomia. Da una parte il Re, che si stacca definitivamente dal papa, rifiutandosi di continuare l'atto di vassallaggio della chinea; dall'altra il popolo. Ma le paventate congiure giovanili, divenute organizzate con la cacciata dell'ambasciatore republicano dei francesi a fine 1792, divennero il pane quotidiano anche degli intellettuali. Indubbiamente tutto ciò è legato ai venti di rinnovamento che spirano in Europa e che porteranno il Re a lasciare Napoli nel dicembre del 1798, in quella che spesso viene definita come la fuga a Palermo. Ma non è neppure quello l'inizio della breve Repubblica Partenopea in quanto sarà preceduta dal breve ma intenso movimento di Anarchia popolare dei Lazzaroni. Ecco perchè nel decennio della Rivoluzione Napoletana non vi fu una sola rivoluzione per destabilizzare il potere dei sovrani, quanto più atti rivoluzionari che, nel bene o nel male, finiranno con lo stabilizzare tutti. Tolti quindi i primi anni delle società patriottiche influenzate dalla massoneria inglese, si può dire che una vera rivoluzione, fomentata dai francesi fra il 1792 e il 1793, avvenne nel 1794 e si prolungò al 1798 per contrastare arresti e processi. In questi due lustri, fra la prima e la seconda metà degli anni Novanta del 1700, accaddero più cose: l'inizio della fine della feudalità, a cominciare da quella del Papa verso il Re; l'inizio delle congiure organizzate, come questa, filofrancese, del 1794; l'inizio delle rivolte sociali che portano all'Anarchia; l'inizio di una prima Repubblica. Abbiamo quindi scisso le diverse fasi di una stessa epoca, che è poi quella ispiratasi alla Rivoluzione francese, perché essa ha più di un avvio e di una fine: la Riorganizzazione del Regno (1789-1792), la Società Patriottica (1792-1793) di ispirazione massonica scoperta e evolutasi in sette, le Sette Segrete (1793-1794) come l'inizio delle Rivoluzioni Napoletane (1794-1798), l'Anarchia Popolare (1798-1799), la Repubblica Partenopea (1799) che lascerà il testimone di un'epoca alla Restaurazione borbonica del xix Secolo. L'idea di Carlo Flaubert del 1793 è da ascriversi non alla parentesi pre-anarchica vissuta dal Regno di Napoli, ma a quella pre-rivoluzionaria. Con Flaubert, cioè, siamo ancora alla lotta politica e non a quella armata fomentata dai fracesi, che è la continuazione di un esperimento di rinnovamento politico e sociale, iniziato dal Principe di San Severo, chiamato Massoneria. La Loggia di Posillipo, divisa in club, privati e anonimi, non più riconosciuta dallo stato, fu espressione libertaria di giovani politici, matematici e paglietta, durata troppo poco per essere ascritta alla congiura, sua naturale conseguenza. I club politici non ressero nemmeno un anno, per essere identificati come scintilla della Repubblica Partenopea, che ebbe miccia solo dopo l'anarchia popolare che fece fuggire il Re, seguita alla rivoluzione, la risposta armata delle sette segrete di sola ispirazione francese. Esse sono da far rientrare in una sorta di congiura autonoma, dove i rivoluzionari vennero arrestati e processati dallo stato, grazie alle spie borboniche. Ecco perché le sette andrebbero da annoverarsi in una Rivoluzione Napoletana di quegli anni che anticipò l'Anarchia Popolare dei Lazzaroni, quella sì, fomentata dalle navi inglesi, tornate nel porto di Napoli a raccogliere il seme massonico del patriottismo, scippato dai francesi.
La scherma a cavallo
Fabrizio Orsini
Libro: Libro in brossura
editore: Accademia Nazionale di Scherma
anno edizione: 2023
pagine: 119
Questo saggio è il primo di una serie che vede la storia della scherma ripercorsa lungo un cammino indipendente dalla storia tout-court, ma che a essa si riallaccia, ottenendo quella forma di unicità storica che in molti hanno cercato di ottenere senza mai riuscirci. Per ragioni di semplicità parte dal periodo medievale e arriva ai giorni nostri, cercando di dare risposte definitive a quesiti semplici circa la periodizzazione schermistica, e le relazioni con la società in cui era praticata, l’addestramento a cavallo, la tecnica, i manuali, e ogni altro tipo di fonti, che per la scherma sono state fondamentali. La scherma a cavallo diventa paradigmatica per lo studio della storia della scherma e allo stesso tempo dell’equitazione, due pratiche dell’uomo che sono antiche come la civiltà stessa, per questo l’intera collana ha un titolo proustiano, e a sua volta sarà di aiuto per comprendere sempre meglio l’uomo e le sue passioni.
La scherma a cavallo
Fabrizio Orsini
Libro
editore: Accademia Nazionale di Scherma
anno edizione: 2023
pagine: 119
Tra rivoluzione ed eversione: la parabola di Avanguardia Nazionale
Marco Saluppo
Libro
editore: Land Publishing
anno edizione: 2023
pagine: 305
Avanguardia Nazionale, è stata (e per certi versi lo è ancora) un campo di ricerca quasi del tutto trascurato dalla storiografia. La ricerca ha per oggetto lo studio del movimento politico Avanguardia Nazionale, che nasce nel 1959, dapprima come costola del Centro studi Ordine Nuovo, con il nome di Avanguardia Nazionale Giovanile, e dopo l'auto scioglimento, avvenuto nel 1965, per problemi con le autorità viene rifondato nel 1970 con il nome di: Avanguardia nazionale.
La cospirazione giovanile di Napoli: Albarelli e il fallimento liberale. 1793-1794
Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2023
pagine: 144
Gli anni che vanno dal 1789 al 1799 vengono identificati come il decennio della Rivoluzione Napoletana che si fa nascere con la Rivoluzione Francese e morire con la Repubblica Partenopea. In realtà la Francia, prima della morte di quel re, non ebbe alcun peso sulla stabilità del Sud, giungendo gli effetti giacobini solo con la nascita della Repubblica. Furono le sette napoletane seguite alla fallita cospirazione del 1794, in cui si erano trasformate le società patriottiche, a sperare nel vano aiuto della flotta francese, ferma nel porto di Napoli. Fallimento dovuto alle spie, dichiaratesi pentite a seguito degli arresti, onde evitare la decapitazione, ma che finirono ugualmente in uno dei 493 processi che si tennero in tutto il Regno, fino al 1798. Vero è che fin dal 1790 si assiste a qualcosa di diverso, insito nel popolo e nei regnanti, che primeggia come una voglia di autonomia. Da una parte il Re, che si stacca definitivamente dal papa, rifiutandosi di continuare l'atto di vassallaggio della chinea; dall'altra il popolo. Ma le paventate congiure giovanili, divenute organizzate con la cacciata dell'ambasciatore republicano dei francesi a fine 1792, divennero il pane quotidiano anche degli intellettuali. Indubbiamente tutto ciò è legato ai venti di rinnovamento che spirano in Europa e che porteranno il Re a lasciare Napoli nel dicembre del 1798, in quella che spesso viene definita come la fuga a Palermo. Ma non è neppure quello l'inizio della breve Repubblica Partenopea in quanto sarà preceduta dal breve ma intenso movimento di Anarchia popolare dei Lazzaroni. Ecco perchè nel decennio della Rivoluzione Napoletana non vi fu una sola rivoluzione per destabilizzare il potere dei sovrani, quanto più atti rivoluzionari che, nel bene o nel male, finiranno con lo stabilizzare tutti. Tolti quindi i primi anni delle società patriottiche influenzate dalla massoneria inglese, si può dire che una vera rivoluzione, fomentata dai francesi fra il 1792 e il 1793, avvenne nel 1794 e si prolungò al 1798 per contrastare arresti e processi. In questi due lustri, fra la prima e la seconda metà degli anni Novanta del 1700, accaddero più cose: l'inizio della fine della feudalità, a cominciare da quella del Papa verso il Re; l'inizio delle congiure organizzate, come questa, filofrancese, del 1794; l'inizio delle rivolte sociali che portano all'Anarchia; l'inizio di una prima Repubblica. Abbiamo quindi scisso le diverse fasi di una stessa epoca, che è poi quella delle rivoluzioni, perché ha più di un inizio e più di una fine: la Riorganizzazione del Regno (1789-1792), la Società Patriottica (1792-1793), le Rivoluzioni Napoletane (1793-1798), l'Anarchia Popolare (1798-1799) e la Repubblica Partenopea (1799) che lascerà il testimone di un'epoca alla Restaurazione borbonica del xix Secolo. L'idea di Carlo Flaubert del 1793 è da ascriversi non alla parentesi pre-anarchica vissuta dal Regno di Napoli, ma a quella pre-rivoluzionaria. Con Flaubert, cioè, siamo ancora alla lotta politica e non a quella armata fomentata dai fracesi, che è la continuazione di un esperimento di rinnovamento politico e sociale, iniziato dal Principe di San Severo, chiamato Massoneria. La Loggia di Posillipo, divisa in club, privati e anonimi, non più riconosciuta dallo stato, fu espressione libertaria di giovani politici, matematici e paglietta, durata troppo poco per essere ascritta alla congiura, sua naturale conseguenza. I club politici non ressero nemmeno un anno, per essere identificati come scintilla della Repubblica Partenopea, che ebbe miccia solo dopo l'anarchia popolare che fece fuggire il Re, seguita alla rivoluzione, la risposta armata delle sette segrete di sola ispirazione francese. Esse sono da far rientrare in una sorta di congiura autonoma, dove i rivoluzionari vennero arrestati e processati dallo stato, grazie alle spie borboniche.
Maschiito degli Albanesi. Masquit e altre colonie arbereshe nel venosino. Profilo storico sulle comunità albanesi stanziate dagli aragonesi
Virgilio Iandiorio
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2023
pagine: 158
E se provassimo a guardare le comunità albanesi che si insediarono ai piedi del Vulture, non dal monte verso il mare Adriatico, ma all'inverso? Voglio dire, abbandonando il punto di vista di chi vede forestieri giungere nella terra che abita, e che hanno abitato i suoi antenati? Probabilmente qualche luogo comune, o, se volete, qualche pregiudizio consolidato nel tempo, non avrebbe più valore assoluto. E le domande che gli storici si sono poste sulle motivazioni che hanno spinto ad emigrare la popolazione albanese dell'altra sponda del "Mare Superiore" (come veniva indicato in passato l'Adriatico) non possono essere ricondotte solamente alla fuga dalla conquista ottomana della penisola balcanica. «La nazione Albanese merita per ogni riguardo che richiami l'attenzione de' filologi d'Europa, e se lungamente rimase obbliata è di giusto ancora che prenda nella storia quel posto che le è dovuto. Se le lettere possono arricchirsi di utili scoverte, la storia può aggiungere la pagina di un grande popolo. Slanciati sui monti Acrocerauni come avanzi di un gran naufragio son rimasti da più secoli chiusi alle ricerche della scienza. Chi son essi? Donde vengono? - Ecco ciò che la storia non ha potuto mai indagare. In mezzo alle nazioni moderne essa non ha nulla di simile con le altre. Con un'impronta tutta propria d'indole, di costumi, di usi, e fiera di una lingua originaria e primitiva, che non ebbe modelli né fu madre ad alcuna, risuona come una debole rimembranza di tempi perduti. Verrà forse un giorno che questa nazione potrà comparire con splendore nella storia del mondo, e deporvi il germe di antiche verità. Chi sa che non sia uno di quegli avanzi dei cataclismi della natura che passarono come torrenti sulla terra, e li spinsero obbliati in un angolo di riva? Simile alle loro canzoni che s'innalzano con voce lunga e s'odono più miglia in lontananza, ti scende nell'animo il racconto delle loro avventure, e ti risveglia idee di un nuovo mondo di cui si è perduta la memoria» 1 . Gli immigrati Albanesi discendono, secondo una accreditata tradizione storiografica, da comunità venute dall'Albania in diverse ondate, fra la metà del secolo XV e il secolo XVIII. L'ultimo insediamento albanese fu quello di Brindisi di Montagna in provincia di Potenza nel 1774. Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia le regioni dove si stabilirono, per sfuggire l'occupazione turca, ma anche perché chiamati dai sovrani per l'aiuto in guerra e dai feudatari del Regno di Napoli per colonizzare o ripopolare le terre non troppo generose dell'Appennino meridionale. Maria Antonietta Visceglia2 trattando delle immigrazioni albanesi in Puglia, spazia oltre il sec. XV e parla di un primo flusso nel 1272, di altri due successivi nel 1327 e nel 1396. Questo, a ben considerare, mette in discussione la tesi delle migrazioni albanesi a causa dell'occupazione turca della penisola balcanica. V. I.
Pupe e pozioni per re Ladislao. Spose e veleni che uccisero il sovrano di Neapulia nel 1414
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2023
pagine: 96
LADISLAO RIPUDIA LA REGINA COSTANZA - Degradata a Contessa d'Altavilla e di Sepino - La Regina madre affida il «bastone» al figliolo - La riconquista di Ladislao: i Giustizierati - Raimondello si schiera contro il Regno - Costanza resta col Conte, il Re si risposa - La ferocia dei Durazzo: macchiati madre e figlio - Raimondo era a Lecce fin dalla morte di Carlo III CAPITOLO II IL RE DEI MAGNATI DI «NEAPULIA» - La conquista di Taranto: la vicaria del Principe - Ladislao è su 3 troni e riacquista Raimondello - Il Re si riposa a 17 anni con Maria di Cipro - Uccisi i Sanseverino, Taranto al vicario di Matera - Raimondello e Maria da Gonfalonieri a Principi - Addio a Matera vicaria del papa per Taranto - Ladislao Re dei poveri in s.Stefano à Partenope - La morte improvvisa del Principe Raimondo - Il Re assedia Taranto per avere un altro trono - Il Principe Giannantonio e il Principe Gabriele - LA PESTE E L'ESILIO DELLA MADRE - 1410, torna il Regno di Sicilia a Castelnuovo - Magliano di Capitan Villanuccio, Conte di Sarno - L'erede mancato: l'abate Ranaudo di Durazzo - Gli uomini più fedeli della vecchia Regina - Così si spensero i reali che riunificarono l'Italia - Peste a Salerno: muore Margherita e poi il Re - E' una tragedia la morte del giovane sovrano - Ladislao ucciso da un lento veleno.