Marna: Il filo azzurro

Margherita è una bravissima psicologa. Giunta ormai a una certa età, decide di lasciare la professione e di concedersi un po' di solitudine, alla ricerca della propria interiorità. Si mette perciò in viaggio, ma eventi imprevedibili fanno incrociare il suo percorso con quello dei giovani Leonardo, Iris, Elena, Antonio, e di Ettore, un anziano imprenditore. Ci sono misteri da sciogliere, episodi del passato che emergono con prepotenza e sconvolgono i protagonisti. E Margherita si troverà davanti a qualcosa di assolutamente nuovo.

Come farfalle, i tanti personaggi di questo romanzo volteggiano nella vita, con le loro debolezze e i loro errori, il pentimento e il riscatto, i sogni e i desideri. Una galleria di caratteri, una sequenza di storie, dapprima slegate tra loro che poi finiranno per intersecarsi. Come?

In queste pagine l'autore racconta una storia ambientata in Asia Centrale nel 1832. Sul lago d'Aral nasce l'amore fra Anahita, figlia di contadini, e Sanghin, un pescatore. Sarà contro le prepotenze di un dignitario del Khan di Khiwa che i due giovani dovranno proteggere il loro amore in un lungo inverno flagellato dal vento della Siberia e dalla carestia, in una lunga lotta fra il bene e il male. Sergio Grea vive a Milano e insegna presso l'Università di Genova. È stato dirigente industriale, ma ha sempre amato la letteratura e soprattutto la scrittura. Ha pubblicato numerosi racconti e romanzi con Sperling e Kupfer, e con Marna, gli ultimi dei quali sono "Il dono di un sogno", "La leggenda di Elke", "Canzone per Suzdal".

Per Serena, scrittrice, fantasia e realtà sconfinano. I suoi personaggi assumono per lei una consistenza quasi reale, e le "parole blu", frutto della creatività, vorrebbero portarla lontano dalla quotidianità, in cui il marito appare distante e sembra non apprezzarla e il bambino tende a staccarsi da lei. Nella grigia routine tutto sembra appesantire le ali della sua fantasia, bloccarla nella tristezza. Ma avvengono incontri che la porteranno comunque ad uscire dal circolo chiuso delle "parole blu" e a scoprire verità insospettabili, dandole alla fine la giusta misura della realtà.

Che rapporto può esserci tra la battaglia di Waterloo e una piccola cittadina francese alle porte di Parigi? Cosa unisce il giugno del 1815 al marzo del 1977? La vicenda si svolge a Évreux, una città con meno di cinquantamila abitanti, a quaranta minuti di macchina da Parigi. Una mattina di marzo, appunto, del 1977, André, un bambino di sette anni, ritrova la refurtiva di alcuni furti, apparentemente inspiegabili, avvenuti in quei giorni. La casualità di questo ritrovamento apre finestre su squarci del passato, un passato che fino a quel monento sembrava definitivamente concluso. Clément Martin decide di mettere per iscritto questa storia, dove i giorni di ieri e quelli di oggi vanno a formare un unico grande presente "che non basta mai", perché la partita tra l'inquietudine e la ricerca della serenità è interminabile.

Una sera, al mare una giovane donna e un anziano signore si incontrano per caso. Inizia così una sorprendente avventura che arriverà sino in Africa nella missione di padre Ermanno. Il male, l'egoismo e la generosità si intrecciano sino a un inatteso finale.