Mimesis: Cinema / Minima
Elsa de’ Giorgi. Storia, discorsi e memorie del cinema
Mariapia Comand
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 282
Dopo aver raggiunto la notorietà come attrice negli anni Trenta, Elsa de' Giorgi lascia il cinema per il teatro, dedicandosi in seguito alla regia, alla critica, alla saggistica e alla letteratura; pubblica poesie, romanzi e alcuni preziosi memoir ricchi di riflessioni e ricordi cinematografici, grazie ai quali possiamo oggi esplorare in modo inedito un'importante fase del cinema italiano. La sua figura sale agli onori della cronaca in diverse occasioni, ma l'interesse non è determinato dalla sua attività culturale o interessato a essa. Su di lei aleggiano invece leggende incentrate su champagne, mascherate e misteriose lettere d'amore ingiallite dal tempo, potenti detonatori di polemiche mediatiche. Questo libro ricostruisce una controstoria di genere, la cui protagonista si rivela essere una intellettuale originale e per niente organica. Occuparsi di lei significa interrogarsi anche sugli scenari del dopoguerra, quando la cultura di massa guadagna progressivamente spazio ridisegnando il campo intellettuale, segnato dal fantasma del fascismo, da elementi di instabilità nuovi e da un'antica misoginia. La vicenda de' Giorgi si colloca così al crocevia di traumi storici, questioni di gender e la crisi delle élite intellettuali.
Look over look. Il cuore fotografico del cinema di Stanley Kubrick
Caterina Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 222
C’è ancora qualcosa da dire su Stanley Kubrick? Le sue biografie ci hanno raccontato il passaggio dal mestiere di fotoreporter (già a diciassette anni assunto dalla rivista “Look”) a quello di filmmaker indipendente e poi di regista di kolossal come “2001: Odissea nello spazio” e “Barry Lyndon”. L’apertura dello Stanley Kubrick Archive ci ha introdotto nei vari progetti non realizzati. Ma la conoscenza approfondita del suo lavoro fotografico – un’esperienza maturata nella stessa New York di Diane Arbus, Weegee, William Klein, Robert Frank, Elliott Erwitt e gli altri innovatori di cui Kubrick è stato amico personale o allievo indiretto – permette ora una nuova e originale rilettura di tutta l’opera, dall’esordio di “Day of the Fight” (un photo essay che diventa un film) ai capolavori della maturità. Se “Shining” si chiude con una carrellata verso una foto (forse in omaggio al celebre corto “Wavelength” del regista/fotografo Michael Snow) e “Full Metal Jacket” ha fra i personaggi principali un fotoreporter di guerra, un po’ tutti i film di Kubrick possono essere riletti come una riflessione sulle fotografie (sempre presenti in quanto oggetti della quotidianità moderna) e sulla fotografia (tecnologia madre del cinema, fermo-immagine come punto limite della modernità cinematografica). Partito da “Look” e arrivato all’Overlook Hotel, Kubrick ha attraversato tutti i generi conservando nelle sue immagini un’estetica che trova il suo cuore nella scuola fotografica di New York.
David Fincher. La polisemia della sguardo
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 206
Ha senso parlare di autori nel cinema odierno, in un momento storico in cui la serialità è norma e il consumo dei prodotti audiovisivi non è più esclusivo della sala cinematografica? Può apparire obsoleto il termine “autore”, ma, al contrario, si vuole dimostrare che è ancora possibile utilizzare tale definizione per alcuni registi contemporanei. È il caso di David Fincher, che cela la propria autorialità in una polisemia che ricorre sia nella forma sia nei contenuti, combinando un’estetica originale di sguardo e di senso. La filmografia del regista americano è in grado di interpretare una società fluida attraverso una poetica che reinventa il mondo stesso, restituendo una visione ancora più realistica del reale. In un rispecchiamento metaforico, la polisemia del cinema fincheriano è (re)interpretata nella pluralità dei saggi che compongono il presente volume, fornendo nuovi significati allo spettatore curioso e attento.
Le strutture del linguaggio cinematografico
Sandro Sproccati
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 208
Muovendo da un'analisi estetico-semiologica di opere significative nel campo del cinema, il presente volume tenta di mettere in luce le peculiarità strutturali del linguaggio cinematografico nelle sue articolazioni tecniche e retoriche. Dal montaggio al piano-sequenza e ai movimenti di macchina (livello sintattico) fino alle anacronie e alle forme più complesse di gestione del racconto (livello narratologico), questo studio attraversa le principali modalità di funzionamento del testo audio-visivo in rapporto ai fini diegetici e di costruzione del significato. Il metodo impiegato non è storiografico, né tanto meno storicistico: il volume mira a sondare trasversalmente modalità espressive ricorrenti e dunque a porre le basi per una vera e propria narratologia di marca semiotica della grande arte del cinematografo.
La carne e l'anima. Il cinema di Abdellatif Kechiche
Emanuele Di Nicola
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 132
Abdellatif Kechiche è uno dei pochi, grandi autori del Duemila. Nell’arco di vent’anni e sette film si è ritagliato il suo spazio nell’universo cinema: da Tutta colpa di Voltaire al progetto Mektoub, My Love, passando per titoli imprescindibili come La schivata, Cous Cous, Venere nera. Con La vita di Adele ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes 2013. Kechiche è nato come regista tunisino immigrato in Francia, poi è “diventato” francese: ha raccontato i migranti come lui, il sogno impossibile dell’integrazione, ma anche la banlieue, la famiglia meticcia, i poveri e gli sfruttati. Ha inscenato il corpo come mai si era visto prima. Amato e odiato, sostenuto e detestato, oggi Kechiche è il più grande naturalista del cinema. "La carne e l’anima" è la prima monografia sul regista.
Il cinema di oggi: una riflessione
Alberto Castellano
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 104
Il libro raccoglie dieci riflessioni sul cinema contemporaneo – pubblicate sui “Diari di Cineclub” – da varie angolazioni: il ruolo dei devices, dei vari dispositivi- supporti attraverso i quali si consumano i film; il ruolo e il peso della critica della carta stampata e dei siti online oggi nonché il loro deterioramento; l’emorragia del pubblico, la fuga dalle sale che negli ultimi anni è diventata allarmante, la fine delle emozioni che si provavano un tempo quando il cinema coinvolgeva l’intera collettività; la disaffezione dello spettatore nei confronti della critica, anche quella delle riviste specializzate, e l’identikit del critico odierno che ha perso identità; il rapporto tra produzione, distribuzione ed esercizio; una radiografia dei Festival italiani grandi e piccoli e un approfondimento della loro utilità o ricaduta nella riconquista del pubblico perduto; l’insegnamento del cinema nelle università con tutte le varie definizioni delle cattedre.
L'occhio politico e visionario del cinema italiano contemporaneo
Francesco Rabissi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 176
In che modo il cinema con la sua produzione di affetti, movimenti, percezioni e sensibilità si confronta con la politica? Questa la domanda rivolta a un corpus di fi lm usciti in Italia agli inizi del nuovo millennio: Nuovomondo (Emanuele Crialese, 2006), Buongiorno, notte (Marco Bellocchio, 2003), The Dreamers (Bernardo Bertolucci, 2003), Il divo (Paolo Sorrentino, 2008), Il caimano (Nanni Moretti, 2006) e Fuocoammare (Gianfranco Rosi, 2016). Sono opere che ripensano l’interazione tra estetica e politica alla luce di un realismo visionario che racconta alcune vicende significative della storia italiana, investigando al contempo l’autocoscienza della settima arte. La società è rappresentata alternando dati di realtà a momenti onirici e surreali che esprimono la paradossale natura del cinema di favola contrastata tra spettacolo sensibile e logica narrativa.
Il sistema dell’impegno nel cinema italiano contemporaneo
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 280
Si può ancora parlare di “cinema d’impegno” in epoca post-moderna? Qual è il ruolo di questo cinema nell’età della disgregazione delle forme di partecipazione politica tradizionali? Il volume affronta questi temi a partire da una riflessione più generale intorno al concetto d’impegno civile, in quanto fenomeno specifico della cultura italiana, e in quanto veicolo di capitali simbolico-culturali riconoscibili. I contributi qui raccolti analizzano da diverse angolature le contingenze produttive, formali ed estetiche, che permettono ancora oggi al cinema di ritenersi impegnato e attivare processi di legittimazione del suo pubblico, delle sue istituzioni, delle sue strutture industriali.
Geroglifici e cinema. Il film come «universale fantastico»
Manuele Bellini
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 135
I geroglifici egizi, valorizzati dall’estetica fin dalle sue origini settecentesche, sono considerati, nell’età dei Lumi, la lingua muta della sensazione, una sorta di Characteristica universalis che, dopo aver attirato l’interesse, tra gli altri, di Leibniz, diventa la metafora del parlare per immagini: i “geroglifici espressivi” di cui scrive Diderot, peraltro rifacendosi anche a Bacone, accomunano la lingua dei sordomuti all’arte teatrale “del gesto”. Due secoli dopo, “arte geroglifica” è definito il cinema delle origini, ancora concepito come teatro filmato, dove l’enfasi espressionistica della recitazione comunica secondo il principio del rebus, che sta alla base anche della lingua geroglifica: lo scrive Abel Gance, lo esemplifica Chaplin, lo teorizzano, tra gli altri, Balázs e Ejzenstein. Ma v’è di più. Il film è una sorta di “universale fantastico”, direbbe Vico, che in questo si ispirava proprio ai geroglifici, traducendo concetti astratti in immagini concrete, il cui significato, tuttavia, non è spesso manifesto. Il film, infatti, è, come vuole Kracauer, un “geroglifico visibile”, che illustra in filigrana i cambiamenti ancora invisibili di una realtà storico-politica che va saputa, smascherata e denunciata. È un simbolo, proprio alla maniera ermetica, nel quale si celano le “disposizioni psicologiche” di un popolo: anche nei film d’evasione del periodo classico si può intravedere ciò che sarebbe accaduto durante il nazismo.
Sergio Leone. Dal cinema popolare al cinema d'autore
Antonio Rainone
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 86
A trent’anni dalla scomparsa di Sergio Leone (1929-1989), questo breve saggio, in costante confronto con il western americano e con il contesto cinematografico e politico-culturale italiano degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, intende sollecitare a riflettere ancora sul suo personale percorso cinematografico. In origine sottovalutato e considerato dalla critica ufficiale per lo più come esempio di una produzione popolare frutto di una moda provinciale (il “western all’italiana”) dalle finalità esclusivamente commerciali, il cinema di Leone presenta invece, dalle prime opere più popolari fino agli ultimi grandi film, notevoli aspetti di originalità, sia stilistici sia contenutistici, il cui riconoscimento ne ha reso possibile una valutazione più oggettiva, consacrando il regista come uno dei maggiori autori del cinema italiano (e non solo).
Fuoco cammina con noi. A lezione di cinema con David Lynch
Roy Menarini
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2025
pagine: 100
La filmografia di Lynch è sempre stata catalogata nel cinema d’autore, nel film sperimentale o nell’area dei rapporti tra cinema e arti visive, cinema e psicanalisi, per lo più isolando il regista nella sua poetica attraverso speculazioni di ogni tipo, da quelle iconografiche a quelle filosofiche. Il volume vuole essere un tentativo di utilizzare l’opera del grande regista nei contesti legati alla “film and audiovisual literacy”. Oltre a un saggio introduttivo ampio e circostanziato, il libro propone capitoli, ognuno dei quali dedicato a un film di Lynch, dove si eserciteranno gli strumenti dell’analisi del film e si proporranno percorsi di decostruzione e discussione dei contenuti.
Il disprezzo
Marc Cerisuelo
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2025
pagine: 100
Prima monografia di un capolavoro della storia del cinema mondiale: "Il disprezzo" di Jean-Luc Godard girato tra Roma e Capri in una luminosa estate del 1963, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, quello che il regista francese osò definire un ‘romanzetto da stazione’. Il film di Godard, il più impegnativo, produttivamente parlando, di tutta la sua carriera, è anche il film più mutilato della storia del cinema. Il libro di Marc Cerisuelo racconta questa drammatica vicenda che ha visto contrapporsi due idee sul cinema e sulla vita, da un lato il produttore Carlo Ponti e dall’altro il regista francese, attraverso una meticolosa ricostruzione e un punto di vista critico, l’autore riporta al giusto posto nel Pantheon del cinema un capolavoro sino ad ora troppo trascurato.