Ombre Corte: Cartografie
Narcocapitalismo. Vita e psicopolitica nell'era dell'anestesia
Laurent De Sutter
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 130
Cosa hanno in comune l’invenzione degli anestetici a metà dell’Ottocento, l’uso della cocaina da parte dei nazisti e lo sviluppo del Prozac? La risposta è che tutti sono prodotti della stessa logica, che definisce la nostra contemporaneità come “l’era dell’anestesia”. Laurent de Sutter mostra come molti aspetti della nostra vita siano ora caratterizzati dalla gestione dei nostri sentimenti attraverso i farmaci – dall’uso quotidiano di sonniferi ai narcotici pesanti. La chimica è diventata così parte di noi che non riusciamo nemmeno a vedere quanto ci ha cambiati. In questa epoca, essere un soggetto non significa semplicemente essere sottoposti a poteri che decidono delle nostre vite: significa che le nostre stesse emozioni sono state affidate alla stimolazione chimica. Eppure non capiamo perché le sostanze che assumiamo non siano in grado di liberarci dalla stanchezza e dalla depressione, e dalla assenza di desiderio che caratterizza la nostra condizione psicopolitica. Abbiamo dimenticato cosa significa essere eccitati perché le sole eccitazioni che conosciamo sono indotte da farmaci e droghe. Dobbiamo abbandonare la stimolazione narcotica a cui siamo arrivati e trovare un modo per tornare all’eccitazione collettiva, che è la più grande paura del narcocapitalismo.
Ritratti del tempo. Virginia Woolf e le scrittrici italiane
Monica Farnetti
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 140
Inesplorato e fecondo, il debito contratto dalle autrici italiane con il pensiero e l’opera di Virginia Woolf viene per la prima volta posto in luce, consentendo una nuova lettura di alcuni capolavori della letteratura novecentesca che consistono in altrettanti, spettacolari modelli di rappresentazione del tempo. Virginia Woolf, così audace nel pensare il tempo, e così geniale nel metterlo in scena quale grande protagonista dei suoi romanzi, ha reso disponibili alcune inedite forme di relazione con esso, che si sono rivelate consone all’esperienza femminile tanto da prefigurare un possibile “tempo delle donne”. È da lei infatti, come queste pagine documentano, che le scrittrici prese in esame – da Anna Banti a Gianna Manzini, da Fausta Cialente a Maria Bellonci, da Elsa Morante a Gina Lagorio, Goliarda Sapienza e Melania Mazzucco, con l’aggiunta di Marguerite Yourcenar – hanno appreso a farne un’esperienza propria e proficua, ottenuta attraverso la salvaguardia degli equilibri fra tempo della vita e tempo della storia e la comprensione dei loro delicati intrecci. Come tutte le narrazioni in bilico fra romanzo storico e biografia, sensibili a come il tempo possa farsi racconto e capaci di rispondere con invenzioni magistrali, le autrici qui convocate tendono a persuaderci che di esso si possa fare addirittura un alleato, a condizione di non soccombere alle sue leggi prefissate e di approfittare del suo frequente essere “fuori dai gangheri”.
Una teoria politica della finzione. Saggio sul pensiero utopico
Gianluca Bonaiuti
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 213
Da tempo il concetto di “utopia” è entrato in un orizzonte d’indeterminazione. Non solo il suo significato politico si è fatto via via più ambiguo, ma la stessa capacità d’immaginarsi realtà alternative ha perduto, almeno in parte, la propria attrattiva in ragione della loro crescente superfluità. Anche chi sondasse l’immaginario contemporaneo, si vedrebbe costretto a riconoscere che il nostro è il tempo delle “distopie”, che ci assediano, piuttosto che quello delle utopie. Il volume non ha come obiettivo quello di mettere fine alle controversie interpretative sulla tradizione utopica, offrendo magari una nuova definizione, al contrario vuole esibire la complessità del profilo teorico del concetto per mostrare il tratto paradossale, quindi produttivo di senso, che lo definisce sin dalla coniatura originaria del termine nell’opera di Thomas More. Ciò che diventa chiaro grazie al concetto di utopia, è la persistente difficoltà che incontriamo nel gestire le possibilità. Se utopia, in senso proprio, è allestimento di una finzione della possibilità, il suo scopo resta quello di ridurre la contingenza. Così, quando si decreta la morte dell’utopia non si fa altro che ammettere la propria impotenza rispetto a una complessità straripante e a una contingenza ingestibile. Come sofisticato riduttore della contingenza, però, l’utopia permette un accesso al possibile che forse può ancora riservare qualche sorpresa.
La quarta guerra mondiale. E noi?
Claudia Pozzana, Alessandro Russo
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 111
Assistiamo ai prodromi di una guerra globalizzata, di cui cominciamo appena a valutare la peculiare novità in termini di distruttività e di estensione, destinata a perdurare e aggravarsi per molti anni, persino decenni. Per ritrovare il filo di un orientamento, per pensare politicamente come uscire da questa guerra, occorre ampliare l’orizzonte a nuovi riferimenti intellettuali, e riconsiderare le precedenti idee sulla guerra e sui suoi inestricabili rapporti con la politica. Gli sviluppi globali della guerra in corso sono imprevedibili nei dettagli, ma si vede chiaramente la loro tendenza fondamentale. Si è aperta un’epoca nella quale la guerra si va imponendo come l’effettivo governo del mondo. Il mondo va reinventato politicamente, impresa di lunga durata che coinvolgerà più generazioni, e che dovrà difendersi dalla crescente minaccia di una distruttività illimitata. Il volume raccoglie cinque testi, due sul carattere locale/globale della guerra iniziata con l’invasione russa dell’Ucraina, letta nella prospettiva delle guerre mondiali del Novecento, e tre testi su alcuni antecedenti: l’invasione americana dell’Iraq, la crisi dei partiti in Europa e il movimento di Hong Kong.
Hegel e Haiti. Schiavi, filosofi e piantagioni
Susan Buck-Morss
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 86
Questo breve saggio si interroga sulla paradossale coesistenza degli ideali dell’Illuminismo nel Settecento con una pratica della schiavitù che non è mai stata concretamente messa in discussione: la libertà, proclamata con forza in Europa era calpestata nelle colonie, dove l’economia si reggeva sul sistema schiavistico. In questo contesto, quando Hegel elabora la dialettica servo-padrone, mostra una cecità tipica dell’epoca o si tratta, al contrario, di un tentativo di denuncia di questo stato di cose? In una successione di punti, e dopo una breve digressione sul contesto storico e filosofico, Susan Buck-Morss avanza l’ipotesi secondo cui Hegel è riuscito a spostare un discorso filosofico, astratto, verso una opposizione dialettica ispirata e inscritta nella realtà. Secondo l’autrice, Hegel ha davvero portato la filosofia della libertà fuori dalla sfera teorica; ha reso il razionale reale. Se il suo periodo berlinese lo riportò verso un conservatorismo che successivamente ha potuto giustificare molte teorie eurocentriche, e nonostante un razzismo culturale permanente, Hegel sembra non di meno aver avuto un momento di lucidità di cui qui Buck-Morss sottolinea la portata nell’elaborazione di un progetto di libertà universale.
Violenta speranza. Trap e riproduzione del panico morale
Pietro Saitta
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 120
Circa cinquant'anni orsono il concetto di "panico morale" faceva la sua comparsa nel discorso sociologico e pubblico. Per l'ennesima volta nella storia, a partire dal secondo dopoguerra i soggetti fondamentali della riproduzione sociale – i giovani – davano forma a un dibattito e a una serie di politiche tesi a criminalizzarli, a tutelarli dai loro stessi eccessi e a difendere la società. Questo modo di trattare le nuove questioni giovanili è diventato negli anni un repertorio linguistico e d'intervento ripetitivo, che viene agitato ogni qualvolta un nuovo tratto sembra minacciare l'organizzazione sociale o quando un vecchio comportamento viene riscoperto dai produttori dei discorsi (politici, imprenditori morali, polizia, opinioni pubbliche ecc.). Il libro analizza una di queste "riscoperte". Ovvero un caso che, proprio come avveniva nella letteratura sociologica dei primi anni Settanta del secolo scorso, ha per oggetto una "sottocultura" giovanile: la trap. O, per meglio dire, quella terra di mezzo in cui confluiscono il neomelodico, il raggaeton e il resto dei generi contigui, declinati e intesi in chiave "criminale". Attraverso l'analisi culturale, storica e criminologica vengono osservati i processi sociali più ampi entro cui si sviluppano queste pratiche artistiche, gli allarmi e la reazione sociale in Italia.
Foucault, l'economia politica e il liberalismo
Jean-Yves Grenier, André Orléan
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 72
Nell'opera di Michel Foucault, la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta rappresentano un periodo di importanti cambiamenti. L'interesse del filosofo si sposta dai dispositivi disciplinari all'ermeneutica del soggetto, dall'assoggettamento all'esercizio della libertà. Eppure, osservano Jean-Yves Grenier e André Orléan, il ruolo centrale che in questo passaggio dalla disciplina alla sicurezza è svolto dall'economia politica è stato piuttosto trascurato dai commentatori. Di Sicurezza, territorio e popolazione e di Nascita della biopolitica si è ignorato, soprattutto, l'uso che in essi è fatto della storia del pensiero economico quale dispositivo governamentale. Un uso mirato, basato su di un corpus di testi abbastanza limitato, inteso ad avvalorare una "visione" dell'economia politica strettamente finalizzata alla tesi che Foucault vuole sostenere. Nei due Corsi si darebbe perciò una duplice emarginazione, della politica e del diritto, la quale permetterebbe a Foucault di concentrarsi sulla rilevanza dell'economia politica in rapporto all'autolimitazione governamentale. A ciò seguirebbe però l'esclusione di un tema centrale per l'economia politica stessa, ossia il diritto di proprietà. Esclusione giustificata dall'onnipresente richiamo alle nozioni di "natura" e di "naturalismo", grazie alle quali "autonomia" e "razionalità" renderebbero superfluo l'intervento del sovrano e centrale la nozione di "popolazione". Prefazione di Adelino Zanini.
Genere e decolonialità
María Lugones, Isabel Jiménez-Lucena, Madina Tlostanova
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 119
Corpopolitica e geopolitica della conoscenza (chi può/deve conoscere) sono i temi centrali di questo libro, entrambi attraversati dalla colonialità dell’essere e del sapere. “Donne”, “indigeni” e “neri” sono stati storicamente esclusi dall’accesso a quella che si considerava essere la cupola del sapere. Se la cultura patriarcale legittima l’oppressione di genere e sessuale, questa, però, non si manifesta né è vissuta allo stesso modo dalle “donne di colore” negli Stati Uniti (Lugones); nella geopolitica ispano-marocchina, a causa delle differenze che il sistema sanitario spagnolo mostra nel trattamento delle donne ispaniche e marocchine (Jiménez-Lucena); né nel conflitto tra la cultura cristiana ortodossa dello Stato russo e la cultura musulmana del Caucaso (Tlostanova). Tanto il sesso quanto il genere si costruiscono socialmente e storicamente in forme che danno luogo a “sistemi di genere” che rendono più complessa la nozione di patriarcato. Le diverse storie locali generano risposte particolari in ciascuno di questi luoghi, ed è a partire da ognuna di tali storie che le tre autrici convergono sulla stessa idea che non può esistere un femminismo universale dettato dal femminismo bianco europeo e statunitense. Introduzione di Walter Mignolo.
L'antropologia politica. Il potere e le società contro lo Stato
Pierre Clastres
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 79
Nelle due interviste qui raccolte (l’una del 1974, apparsa in “L’Anti-mythes”, l’altra raccolta da Raymond Bellour e pubblicata nel 1978), Clastres espone a grandi linee le sue idee e posizioni sulle questioni che l’hanno occupato per tutto la sua breve vita, come antropologo ed etnologo: il potere, la guerra e la violenza nelle società selvagge. Clastres presenta le sue tesi rivoluzionare che daranno origine a nuovi paradigmi e a una nuova antropologia politica: le società cosiddette primitive sono effettivamente delle società senza Stato non per mancanza o carenza, ma per un rifiuto dello Stato, tanto che si possono definire non più semplicemente “società senza Stato” ma “società contro lo Stato”; lo studio delle tribù indigene dell’America del sud rivela che il capo selvaggio è dotato di prestigio ma non di potere – il che significa che nella società egli non dispone del potere di comandare e di trasformare gli altri membri della tribù in soggetti che obbediscono. Ma a Clastres non basta opporre le società senza Stato alle società con Stato: ci invita a una svolta copernicana che consiste nel far gravitare le società con Stato attorno alle società contro lo Stato, in modo da aprire e scoprire uno spazio di comprensione inedito e rinnovare da cima a fondo l’idea di politica.
Michel Foucault. La storia, il nichilismo e la morale
Paul Veyne
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 117
A partire dal comune insegnamento al College de France, Paul Veyne strinse un forte legame di amicizia con Michel Foucault, del quale divenne, soprattutto negli ultimi anni di vita del grande filosofo francese, il referente privilegiato. In questo volume sono raccolti alcuni contributi che Veyne, nel corso degli anni, ha dedicato all’opera dell’amico. In Foucault rivoluziona la storia, definito da più parti come una delle analisi più rigorose e interessanti dell’opera foucaultiana, Veyne tematizza le novità introdotte dall’autore di Sorvegliare e punire nell’approccio alla storia. Più caratterizzati in senso affettivo sono L’ultimo Foucault e la sua morale, Foucault e il superamento del nichilismo e la conversazione con Catherine Darbo-Peschanski. In essi, all’attento vaglio di alcuni rilevanti nodi problematici, quali appunto la morale e il nichilismo, si unisce il proposito di tracciare un profilo dell’uomo Foucault, colto, sulla scia del ricordo personale, in alcuni momenti della sua vita. “Mi sembra che la grandezza dell’opera di Foucault stia nell’essere riuscita a sistematizzare delle intuizioni che fanno parte del buon senso della nostra epoca e che molti di noi, di pari sensibilità intellettuale, sentono, intuiscono, sanno, ma non riescono ad articolare in modo coerente” (Paul Veyne).
Estetica sovversiva. Sulla rappresentazione e gli oggetti culturali
Luca Martignani
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 119
I saggi qui raccolti sono dedicati al carattere critico e potenzialmente sovversivo della rappresentazione, inclusa quella artistica e letteraria. Tale carattere lo si può evincere anzitutto dal gesto del creativo, dalla sua capacità di immaginare contro-mondi o di privilegiare la provocazione e l’idea rispetto alla tecnica, come nel caso delle trasformazioni intervenute nell’arte contemporanea. La riflessione di Martignani muove dal significato sociale del dandysmo, attraversa la sottocultura skinhead e propone una ermeneutica degli oggetti attraverso esempi letterari e cinematografici orientati a immaginare mondi diversi da quello esistente, sottoponendo quest’ultimo a critica sul piano socioculturale e politico. Essa si inquadra pertanto nel contesto dell’estetica sociale, non solo per individuare le categorie che operano forme specifiche di dominazione simbolica (come il sesso, la droga, il capitale), ma anche per indicare il modo in cui attribuiamo senso alla realtà. È in questa accezione che il contenuto del testo si può definire sovversivo: analizza in modo critico alcuni scenari sociali da un punto di vista estetico. Lo fa cercando di riconoscere negli aspetti esteriori della cultura e nel valore simbolico degli oggetti gli elementi che sottolineano la critica all’ordine costituito e a specifici tratti delle norme sociali.
Hannah Arendt. La politica tra crisi e rivoluzione
Richard J. Bernstein
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 129
Perché leggere Hannah Arendt oggi? Perché, sostiene Bernstein, le sue penetranti intuizioni ci aiutano a pensare sia all’oscurità dei nostri tempi che alle fonti di illuminazione. In questo suo agile e acuto lavoro il filosofo statunitense ne esplora il pensiero sull’apolidia, i rifugiati e il diritto ad avere diritti; la banalità del male e le complesse relazioni tra verità, menzogna, potere e violenza; la tradizione dello spirito rivoluzionario e l’urgenza che ciascuno di noi si assuma la responsabilità della propria vita politica. Senza risparmiare critiche agli aspetti più controversi dell’opera di Arendt, Bernstein le attribuisce un duplice merito: da un lato, quello di aver riconosciuto i molteplici sintomi di una radicale crisi della politica moderna, anche per quanto riguarda le sue aspirazioni democratiche; dall’altro, quello di aver seguito con grande originalità teorica le tracce di una tradizione alternativa, producendo “una delle analisi più raffinate e suggestive della politica partecipativa”, che integra “i concetti di dibattito, pluralità, isonomia, concreta libertà pubblica, felicità pubblica, potere comune”. Per queste vie, Arendt solleva nuove domande ed elabora categorie inedite, associando alla critica della modernità la riflessione sul senso e sulla dignità di una politica aperta allo “spirito rivoluzionario” e alla possibilità di “dare inizio a qualcosa di nuovo”.

