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Pacini Editore: I libri dell'associazione Sigismondo Malatesta. Studi di letterature comparate

La gelosia. Metamorfosi di un'ossessione nel romanzo moderno

La gelosia. Metamorfosi di un'ossessione nel romanzo moderno

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2025

pagine: 272

«Una delle aspirazioni generose, confuse e utopiche, che circolavano intorno al ’68, fu il desiderio di relazioni sentimentali e sessuali non esclusive, che permettessero di innamorarsi e fare l’amore con più persone, non solo successivamente ma anche contemporaneamente. Tali relazioni avrebbero dovuto avere, come presupposto e come conseguenza, l’abbandono della pretesa di possesso esclusivo sulla persona amata, e quindi la sparizione del sentimento, ad esso legato, della gelosia. E invece. E invece, oggi, continuamente abbiamo notizia di ex-fidanzati, excompagni e ex-mariti che molestano, feriscono e uccidono donne da cui non riescono a sopportare di essere lasciati. Ricorrendo, in questa nostra estrema civiltà, alle armi dell’aggressività, della violenza e della forza fisica, le basi primordiali del dominio dell’uomo sulla donna. “Chi è geloso passa dal sospetto all’odio, dall’odio alla frenesia, alla violenza, all’omicidio e alla disperazione”, scriveva Robert Burton nell’Anatomy of Melancholy del 1621 (qui citato nel saggio di Laura Tosi). Cosa ci serve, in una situazione avvilente come quella attuale, cercare nella letteratura l’espressione di un sentimento potenzialmente così micidiale come la gelosia? Innanzitutto per l’incremento di senso che ci promette: “Le forme estetiche sono mezzi privilegiati per l’interpretazione dell’esperienza e la sua lettura in chiave di produzione di senso”. E d’altra parte, non è forse la funzione della letteratura rispecchiare (in modo sempre deformante) la realtà, fornendone una versione più risolta, armonica e soddisfacente (anche della realtà più abbietta), permettendo di trarne piacere? Avviamoci dunque a questo piccolo voyage au bout de la nuit…» (Piero Toffano)
28,00

La musica della poesia (1700-2000). Il suono e il senso nella lirica europea

La musica della poesia (1700-2000). Il suono e il senso nella lirica europea

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2024

pagine: 296

«0. “La poesia”, scrive Marjorie Perloff, “implica intrinsecamente la strutturazione del suono”; eppure “nessun altro aspetto poetico è attualmente così trascurato”. Concentrandosi in primo luogo “su ciò che una data poesia o un ciclo di poesie apparentemente “dice”“, il discorso critico odierno “considera la struttura sonora […] come una questione poco più che periferica, marginale”. Dal canto suo, Jonathan Culler fa notare che “se il ritmo è fondamentale per il fascino della lirica, è ampiamente trascurato dalla critica”. Osservazioni di questo tipo si incontrano spesso nella letteratura recente, non solo in ambito anglosassone: segno che il problema esiste, ma anche che nella comunità degli studiosi è forte il desiderio di porvi rimedio. E i due convegni malatestiani dedicati allo studio dei rapporti fra “suono” e “senso” nella lirica europea, alla “musica della poesia” e al “valore delle fonie nella composizione del testo poetico”, sono un sintomo della volontà di invertire la tendenza. Il primo di essi apportava multiple testimonianze della ritrovata consapevolezza di quanto la destinazione musicale, empirica o anche solo virtuale, della poesia del medioevo e della prima età moderna sia decisiva nel determinare le strategie strutturali ed espressive dei testi. Dal secondo deriva il volume che il lettore ha ora fra le mani: doppio tentativo, credo proficuo, di porre rimedio alla lacuna critica. Bisogna però riconoscere che le tradizionali reticenze nei confronti dell’analisi della dimensione sonora della poesia non erano del tutto incomprensibili, se solo si pensa alle molte ambiguità terminologiche e alle incertezze di metodo che ne hanno ostruito il campo. Il compito, graditissimo, di introdurre gli studi di questa silloge mi permetterà qualche riflessione, dalla prospettiva di una disciplina laterale, su metodi e presupposti dell’analisi: senza alcuna pretesa, ovviamente, di scioglierne i nodi (me ne mancano, prima ancora dello spazio, le competenze)…».
28,00

L'inverosimile realistico e le coincidenze impossibili. Quando il racconto diventa immotivato, incoerente, improbabile

L'inverosimile realistico e le coincidenze impossibili. Quando il racconto diventa immotivato, incoerente, improbabile

Piero Toffano, Alessandro Grilli, Marco Caratozzolo, Francesco De Cristofaro, Jacques-David Ebguy, Stefano Ercolino, Daniele Giglioli, Camilla Miglio, Attilio Scuderi, Sara Sullam

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2022

pagine: 272

«Gli studi raccolti in questo volume sono il frutto del XXXII Colloquio Malatestiano di Letteratura, dal titolo “L’inverosimile realistico e le coincidenze impossibili. Quando il racconto diventa immotivato, incoerente, improbabile” (Santarcangelo di Romagna, 28-29 maggio 2021). Pur riconoscendo il ruolo cruciale dell’inverosimile per lo statuto del meraviglioso, gli organizzatori hanno orientato le riflessioni dei partecipanti verso le forzature della verosimiglianza che caratterizzano i testi in cui “la sfida mimetica è il principale obiettivo di chi racconta”. Alla base di questa proposta c’è un assunto di cui sono anch’io profondamente convinto: lo studio dell’inverosimile realistico “verte sui nodi essenziali che consentono di definire romanzesco un testo e può fornire delle risposte anche a questioni fondative che riguardano la natura stessa delle finzioni”. La natura paradossale del concetto traspare nella tensione ossimorica tra “inverosimile” e “realistico”: “Il romanziere realista si trova [...] sempre tra questi due poli: il verosimile che si richiama all’esperienza del lettore e al suo orizzonte d’attesa e il romanzesco che per appassionarlo deve eccederlo”. Come è possibile che nella narrativa realistica abbiano tanto spazio due forze così polarizzate? E soprattutto, in cosa consiste lo specifico dei due estremi?…» (Alessandro Grilli)
26,00

«His majesty the baby». Sovrani scatenati nella letteratura occidentale tra ’800 e ’900

«His majesty the baby». Sovrani scatenati nella letteratura occidentale tra ’800 e ’900

Edoardo Camassa

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2022

pagine: 280

«Un sovrano, si direbbe il papa-re, di punto in bianco emana un editto per far sapere ai propri sudditi: “Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo”. Dopo aver usurpato il trono, un uomo a forma d’uovo manda a morte chiunque abbia qualche bene di cui può impossessarsi o intralci la propria brama di arricchirsi. Un dittatore non riesce a prender sonno per via dei cori di alcuni bambini, quindi esige che questi ultimi siano imbarcati su una nave carica di esplosivo. Nessuno avrà difficoltà nel comprendere a chi mi sto riferendo: sono rispettivamente i personaggi, e a dirla tutta i protagonisti, di un sonetto di Belli (Li soprani der Monno vecchio), di una pièce di Jarry (Ubu roi), di un romanzo di García Márquez (El otoño del patriarca). Si vede bene che le opere in cui questi personaggi prendono forma sono dissimili per vari aspetti. Appartengono a tre generi letterari diversi: poesia, teatro, narrativa. Vengono composte a distanza di parecchi anni l’una dall’altra: nella prima metà dell’Ottocento, a fine secolo, nella seconda metà del Novecento. Infine compaiono in tre aree geografiche distinte e distanti, sotto il profilo culturale e linguistico: Stato pontificio, Francia, Colombia. Eppure mi sembra che i personaggi cardine di questi testi letterari siano in una qualche misura contigui, affini, presentino insomma alcune “somiglianze di famiglia” – per dirla con una celebre formula di Wittgenstein. La mia ricerca nasce proprio a questo punto. Mentre cercavo di giustificare l’impressione di un’aria di famiglia tra il Papa di Belli, l’Ubu di Jarry, il Patriarca di García Márquez, mi si affacciavano alla mente – per reminiscenza o per associazione d’idee – molti altri personaggi simili. Si trattava allora di stabilire con precisione quali fossero i tratti comuni e quali i tratti distintivi all’interno di questa galleria di sovrani scatenati, a fortiori perché non esistevano studi specifici sull’argomento. Solo definendo le costanti e le varianti si poteva procedere alla selezione del corpus, cioè alle inclusioni e alle esclusioni del caso…»
26,00

Il teatro delle didascalie dal vaudeville a Beckett

Il teatro delle didascalie dal vaudeville a Beckett

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 232

«Il 16 e il 17 novembre 2018, presso il Castello di Torrimpietra, si è svolto il Colloquio Malatestiano Il teatro delle didascalie dal vaudeville a Beckett, a cura di Silvia Carandini, Claudio Vicentini e mia, quattordicesimo appuntamento della sezione dedicata al Teatro e alle Arti dello spettacolo. Tale delimitazione temporale si giustifica con una considerazione che ci è parsa evidente: questa componente dell'apparato paratestuale di un'opera teatrale conosce un considerevole incremento nell'arco di tempo considerato, nella quantità come nella qualità del suo contributo alla definizione di singoli modelli drammaturgici. Si rivela, insomma, un indicatore importante delle mutazioni che accompagnano, fra Settecento e Novecento, il rapporto fra testo e scena. Rispetto all'ambito cronologico indicato dal titolo, la nuova fortuna dell'apparato didascalico è stata però indagata a partire da qualche decennio prima: da quando, cioè, decade l'ostracismo decretato nei suoi confronti dall'estetica del classicismo. Per l'Abbé d'Aubignac, infatti, l'accostamento di una prosa per sua natura scadente ai bei versi dei poeti drammatici rischia di compromettere la bellezza dell'opera. Considerata «voce d'autore», la didascalia contravviene alle drastiche regole classiciste le quali impongono che al dialogo, ed esclusivamente ad esso, competa non solo la comprensione della trama, ma anche la sua capacità di commuovere e stupire. Una sua possibile qualità letteraria non è, nella rigorosa separazione dei generi vi- gente in quel modello estetico, nemmeno contemplata. Ma c'è una ragione più strettamente formale che impone il ricorso alla didascalia: sarebbe un errore, da parte dell'autore, manifestare la sua presenza in un testo nel quale la convenzione stessa lo vuole statutariamente assente…» (Maria Grazia Porcelli)
22,00

Le maschere del picaro. Storia di un personaggio e di un genere romanzesco

Le maschere del picaro. Storia di un personaggio e di un genere romanzesco

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 272

«Il concetto di romanzo picaresco o, più categoricamente, di picaresca, per il suo carattere di estrema problematicità, ha dato luogo a numerosi tentativi di definizione nel corso del tempo, coinvolgendo spesso la parte eletta degli studiosi o dei teorici di letteratura, specie di quelli particolarmente attenti all'indagine e alla riflessione sulla letteratura spagnola, come peraltro mostra il recente volume di Juan Antonio Garrido Ardila, "El género picaresco en la crítica literaria", che è per intero dedicato a comporre una puntuale rassegna e un minuzioso scrutinio delle principali proposte critiche rivolte alla comprensione del romanzo picaresco, dagli anni trenta del secolo passato ad oggi. Né è un caso che a suggerire le difficoltà di tale compito definitorio il titolo del capitolo iniziale del libro ricorra all'espressione di “derrotas críticas”, col doppio significato del sostantivo di “cammini o rotte”, ma anche di “sconfitte”, in riferimento alle molteplici proposte di definizione del genere; e che la frase d'esordio del citato capitolo alluda senza giri di parole alla complessità di caratterizzare e circoscrivere il genere: “nonostante la rilevanza che il romanzo picaresco possiede nella letteratura universale, la critica non ha raggiunto un accordo unanime sull'esatta tassonomia capace di definire e di regolarizzare il suo studio”…». (Il Curatore)
22,00

Il caso e la necessità. Arbitrarietà del racconto e criteri di verosimiglianza tra teoria e storia letteraria

Il caso e la necessità. Arbitrarietà del racconto e criteri di verosimiglianza tra teoria e storia letteraria

Piero Toffano

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 248

Ogni narrazione è un tentativo di costruire una ordinata visione del mondo, fondata su regole sia interne che esterne (coerenza e aspettative dei lettori), le quali conferiscono al racconto un orientamento e una logica, che il titolo di questo volume chiama necessità. Il caso è invece quanto sembra ascrivibile alla libertà creatrice, sembra introdurre elementi immotivati e gratuiti, contribuendo all'effetto di sorpresa di cui ogni narrazione ha bisogno. O forse, è un modo per sostituire alla visione del mondo dominante altre possibili, rivolte al futuro oppure al passato. I saggi qui raccolti spaziano da Aristotele ad Arthur Miller, passando per Shakespeare, Tasso, il Classicismo, il Settecento inglese, Manzoni, la narrativa realistica ottocentesca francese e inglese.
22,00

Raccontare e conoscere. Paradigmi del sapere nelle forme narrative

Raccontare e conoscere. Paradigmi del sapere nelle forme narrative

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2019

pagine: 256

«La questione del contenuto conoscitivo dispensato dalla letteratura rimanda, prima di tutto, ai dispositivi formali del discorso. Quanto scrive Frank Salaün a proposito di Prévost ha un’applicabilità generale: "…il pensiero dell’autore si esprime non a colpi di tesi e di argomenti, ma attraverso la strutturazione stessa del racconto e l’orchestrazione di alcuni temi che sono anche delle domande". Il che non significa che il testo letterario, insieme alle "forme", non esibisca anche dei "contenuti" – sempre problematici e quasi sempre in polemica con i valori ufficiali –, ma solo che il "sapere" di un testo letterario non può prescindere dal lavoro di rappresentazione svolto dalle sue strutture narrative, descrittive e riflessive. Certamente la letteratura, sul piano semantico, può "insegnare" delle cose, può fornire elementi per smascherare, demistificare, denunciare, distinguere. E quasi sempre lo fa, quando è buona letteratura. Dal punto di vista di cosa la letteratura può darci come incremento di conoscenza, almeno nella concezione moderna, resta valido l’assunto secondo cui l’opera letteraria esprime un punto di vista peculiare, nuovo, assolutamente soggettivo (gli occhiali di Proust) e come tale ci obbliga a rivedere il nostro punto di vista più o meno sclerotizzato sul mondo. È in fondo la nozione sklovskijana di straniamento che permette di interrompere una routine percettiva...» (Gianni Iotti)
22,00

Il pensiero e l’emozione. La rappresentazione del sogno nella letteratura

Il pensiero e l’emozione. La rappresentazione del sogno nella letteratura

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2019

pagine: 272

"Proponendosi di ragionare sulle relazioni fra esperienza onirica e creatività letteraria, fra riflessione sul sogno e sua rappresentazione poetica, questo libro - come il Colloquio Malatestiano da cui è nato - affronta un argomento di grande ampiezza e tradizione. Senza, oltretutto, porsi confini temporali. Si sono così rese necessarie scelte non facili: ciascuno dei saggi qui raccolti si è trovato dinanzi al compito di interpretare il tema ragionando su autori e opere salienti della Weltliteratur; tenendo conto di teorie del sogno che vanno dall'antichità classica alla contemporaneità; riservando alla psicoanalisi freudiana l'attenzione che le spetta come punto di svolta nella gnoseologia e nell'ermeneutica del sogno; decidendo se privilegiare una singola disciplina o le intersezioni fra campi di indagine; se restare in un'epoca circoscritta o muoversi attraverso i secoli. Si parla, nel volume, solo di grandi scrittori, da Shakespeare a Balzac, da Cervantes a Svevo. Vengono condotte riflessioni su singoli autori o singole opere, ma anche tracciate linee di ragionamento di maggior sviluppo temporale. In comune i saggi hanno l'intento di ravvisare e delineare, entro la filosofia compositiva di uno o più autori, una poetica del sogno, e di riflettere sulle relazioni fra le due sfere. Un'ulteriore analisi, in più di un saggio, è riservata al dialogo che gli scrittori, attraverso la rappresentazione del sogno, instaurano con gli eventi storici del loro tempo, e con il pensiero filosofico, sociale, religioso." (dall'Introduzione di Andreina Lavagetto)
22,00

I personaggi minori. Funzioni e metamorfosi di una tipologia del romanzo moderno

I personaggi minori. Funzioni e metamorfosi di una tipologia del romanzo moderno

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2017

pagine: 232

Il volume raccoglie dieci contributi dedicati alla funzione e al destino del personaggio minore nel romanzo, dal Settecento fino alla narrativa contemporanea. Le proposte teoriche e i casi esemplari qui esposti illuminano la minorità di una categoria dando ragione della sua natura subordinata, ma anche di una inarrestabile carriera nella compagine romanzesca occidentale che ne problematizza lo status sempre più investito, pur in una sostanziale marginalità, dalla dinamicità del moderno.
20,00

Metamorfosi dei «topoi» nella poesia europea dalla tradizione alla modernità. Volume Vol. 2
22,00

Il piacere del male. Le rappresentazioni letterarie di un'antinomia morale (1500-2000)

Il piacere del male. Le rappresentazioni letterarie di un'antinomia morale (1500-2000)

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2018

pagine: 1424

"In tutte le letterature occidentali, com'è ben noto, ritroviamo sin dalle più antiche origini la rappresentazione, in modi e forme diverse, della relazione tra vizi e virtù, tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia, etc. Queste antitesi morali e assiologiche raramente assumono nei testi letterari – sin dalla tentazione nella Genesi biblica e nei rischi di perdizione dell'Ulisse omerico (le sirene, Nausicaa, Circe) – una configurazione così manichea che separi radicalmente il bene dal male. Essi si presentano piuttosto in differenti formazioni di compromesso che è valsa la pena di indagare sia in senso diacronico, sia nella loro relazione con la gerarchia degli stili e la divisione storica dei generi letterari. (dalla prefazione di Paolo Amalfitano)
55,00

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