Polyhistor: Arcani mondi
La descrizione del Lario
Paolo Giovio
Libro
editore: Polyhistor
anno edizione: 2020
pagine: 128
Paolo Giovio (Como 1483-Firenze 1552), medico e umanista, educato tra Padova e Pavia alla scuola dei più brillanti pensatori aristotelici del primo Cinquecento, riconosciuto come storico princeps dell'età sua (Historiae, Vitae, Elogia), nell'ultimo scorcio del 1537 scrisse il Larius, come viene abitualmente designato il trattato postumo De chorographia Larii lacus. Accedeva in questo modo alla richiesta dell'amico Francesco Sfondrati, senatore di Milano, in quell'anno investito dall'Imperatore Carlo V dei diritti feudali sulla costa orientale del Lario (Mandello, Varenna, Bellano, Corenno e Monte Introzzo). Fondato sul periplo lacustre compiuto dall'autore, il Larius è una descrizione scritta in un latino magnetico, che si avvale di una scrupolosa annotazione e di una accurata misurazione, e vi riveste un ruolo centrale la silente testimonianza delle rovine: come se la nobiltà del feudo concesso allo Sfondrati non potesse essere meglio illuminata che mostrando la densità della storia passata e la lunga durata dell'insediamento umano su di esso. Edita nel 2007 presso le Edizioni del Polifilo, questa Descrizione curata da Franco Minonzio conosce oggi una seconda edizione accresciuta.
La «mala guerra». Da Medeghino a Marignano: come si diventa ciò che si è
Franco Minonzio
Libro: Copertina morbida
editore: Polyhistor
anno edizione: 2020
pagine: 224
Studi sull'Antigone di Vittorio Alfieri
Diana Perego
Libro
editore: Polyhistor
anno edizione: 2023
pagine: 116
Il volume, articolato in quattro saggi, raccoglie i risultati degli studi sull'Antigone di Alfieri compiuti dall'autrice negli anni recenti, che si appuntano, in particolare, sulla comparazione del testo alfieriano con quello sofocleo, e sull'iconografia di Antigone. I saggi spaziano dall'esplorazione delle fonti dell'Antigone alfieriana, alla tematizzazione del rapporto Antigone-Argia, dal nodo tragico del conflitto tra Nomos e Dike, all'interpretazione della tela di Giuseppe Diotti, Antigone condannata a morte da Creonte, conservata presso l'Accademia Carrara di Bergamo. L'autrice mette in evidenza la risemantizzazione compiuta dall'Alfieri nei confronti della tragedia di Sofocle. Emerge nell'Antigone alfieriana il progressivo superamento del 'robusto pensare' illuminista e l'affiorare del 'forte sentire' romantico, utilizzando espressioni dello stesso astigiano (Del principe e delle lettere, III, 2).