Rubbettino: Saggi
Isaiah Berlin. Il pluralismo preso sul serio
Dino Cofrancesco
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2025
pagine: 292
Il volume non è soltanto un omaggio a uno dei più grandi filosofi del Novecento, ma un viaggio critico e personale nel cuore del suo pensiero. Con uno stile limpido e tagliente, Cofrancesco attraversa le molteplici sfaccettature del pensiero berliniano, restituendone la portata autentica. Il pluralismo dei valori, per Berlin, non è un richiamo retorico alla tolleranza, ma una sfida radicale all’uniformità delle ideologie dominanti; una sfida che la cultura politica italiana, secondo Cofrancesco, ha troppo spesso frainteso o eluso. Nella prima parte, il volume propone una lettura critica e appassionata di temi centrali del pensiero berliniano: le due libertà, la lezione del Romanticismo, il paradosso della comunità perduta. Nella seconda parte, l’autore esercita il pluralismo berliniano su terreni concreti, attualissimi: il multiculturalismo, la scuola, la democrazia liberale. Ne risulta un dialogo vivo tra storia delle idee e teoria politica, ancorato a una convinzione profonda: che il pluralismo vada, oggi più che mai, preso sul serio.
Una questione meridionale europea. Ocse e Paesi mediterranei nel dopoguerra
Mattia Granata
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2025
pagine: 336
Una Questione meridionale europea emerse dal principio degli anni Cinquanta, quando si evidenziarono i divari tra i paesi mediterranei e quelli dell’Europa centrosettentrionale. L’impostazione del problema di un grande Mezzogiorno continentale avveniva all’interno delle Organizzazioni internazionali e, in particolare, nell’Oece, poi divenuta Ocse, il forum di sperimentazione della integrazione europea. Emersa la questione del sottosviluppo europeo, le esperienze italiane nel Mezzogiorno divenivano, sul piano tecnico, un modello da esportare e, sul piano politico, una risposta al problema dell’arretratezza divenuto internazionale. Il piano Vanoni, di cui ricorre il settantesimo anniversario, aggregava una rete internazionale di esperti, mentre emergevano le nuove discipline dell’Economia dello sviluppo e dell’Economia dell’istruzione. Da allora, la Questione meridionale europea evolveva all’interno delle istituzioni internazionali, per arrivare fino ad oggi: mutata ma non risolta.
L'ordine senza piano. Le ragioni dell'individualismo metodologico
Lorenzo Infantino
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2025
pagine: 328
"L’ordine senza piano" è apparso in prima edizione trent’anni fa. È stato subito tradotto in inglese e spagnolo, ricevendo vari apprezzamenti sul piano internazionale. Pone in stato nascente le scienze sociali; e mostra che tutto ciò che non è direttamente imputabile alla volontà umana non è attribuibile all’intervento di forze misteriose. Accade infatti che, co-adattandosi, le azioni umane producano, oltre agli esiti intenzionali, esiti inintenzionali. Nessuno ha il controllo di tutte le conseguenze prodotte dal proprio agire; e queste possono essere di carattere positivo e di carattere negativo. Ciascuno cerca di trarre vantaggio dalle prime e di eliminare le altre. I punti di mediazione che consentono il co-adattamento delle azioni sono essi stessi esiti non programmati; e danno vita a norme sociali e a costellazioni di norme. Istituzioni come il linguaggio, la famiglia, il diritto, la moneta sono il prodotto del l’azione umana. Non c’è stato però dietro di esse un disegno finalizzato alla loro creazione. Sono state la generalizzata accettazione di esiti inintenzionali di carattere positivo. Il che mostra quanto ingannevole sia la credenza che presenta l’ordine sociale come il prodotto dell’intervento di forze di impossibile decifrazione. L’approccio seguito dall’autore è noto sotto la denominazione di «individualismo metodologico». Esso parte dall’azione dei singoli e ricostruisce in tal modo la trama sociale. Non è da confondersi, come spesso avviene, con lo «psicologismo», quella tradizione di ricerca che vede in tutto ciò che è sociale un’esclusiva proiezione delle intenzioni umane. E si oppone al «collettivismo metodologico», quell’indirizzo di studi che, incapace di riconoscere i limiti imposti dalla nostra condizione di ignoranza e fallibilità, si affida alla volontà di un grande e onnisciente legislatore, a cui ogni decisione debba essere demandata.
Il socialismo di Luciano Pellicani
Vito Varricchio
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2025
pagine: 216
«Benessere e democrazia; democrazia e benessere. Questo e quella, anzi questo dentro quella: eccoli qui i termini che, entrati nella circolazione del pensiero di Pellicani, fin dalla metà degli anni Ottanta lo trasportarono su altri lidi, o per meglio dire lo fecero rientrare a pennoni spezzati nel porto antico del capitalismo; un capitalismo certo umanizzato, democratizzato, regolamentato, ma sempre di capitalismo si trattava. E come tale di cosa che doveva spegnere anche gli ultimi fuochi delle sue accensioni socialiste e autogestionarie. “Lo Stato del benessere – ammetteva – non è il socialismo”. Il tutto detto e ripetuto quando molti ancora sdottoravano di fuoriuscite, di superamenti dialettici o addirittura farneticavano di abbattimenti di un ordine di cose il cui solo torto era di non dare nel genio di un’epica grandiosa.» (Dalla Prefazione di Gaetano Pecora)
Un'altra Resistenza. La diplomazia italiana dopo l'8 settembre 1943
Eugenio Di Rienzo
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 264
L’8 settembre 1943 segnò una svolta drammatica per l’Italia. Mentre il Paese si trovava nel caos, i diplomatici italiani all’estero furono travolti da una tempesta inattesa. Ignari della proclamazione dell’armistizio, rimasero improvvisamente soli e in balia di eventi che avrebbero segnato indelebilmente le loro vite. Questo libro, frutto di un’approfondita ricerca archivistica, rivela per la prima volta le storie di questi uomini coraggiosi e delle loro famiglie. Ambasciatori, consoli, e altri addetti delle nostre sedi diplomatiche, si trovarono di fronte a un dilemma atroce: aderire alla Repubblica Sociale Italiana o subire la prigionia e la deportazione in Germania, in Giappone e negli Stati vassalli dell’Asse dai Balcani all’Estremo Oriente. La maggior parte scelse la fedeltà al Re e al Governo legittimo, ma la loro decisione li condusse in un inferno di violenze e privazioni. Internati in campi di concentramento, spesso in condizioni disumane, subirono torture e umiliazioni. Alcuni non sopravvissero. Le pagine di questo volume ci conducono in un viaggio emozionante attraverso le loro memorie, ripercorrendo le loro sofferenze, le loro speranze e la loro tenace resistenza. Una vicenda di coraggio e dignità, finora sconosciuta, ma anche una tragedia collettiva che ha segnato profondamente la nostra storia.
La trappola dell'integrazione? Capire l'Europa degli Stati nazionali
Matteo Scotto
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 224
Gli ultimi quindici anni hanno rivelato tutta la fragilità dell’integrazione europea. A causa delle fasi critiche che hanno recentemente segnato il continente – su vari fronti – l’Unione europea ha dovuto fare i conti con una condizione di precarietà. Dopo la Brexit, in particolare, il carattere teleologico dell’integrazione è apparso indebolito – e l’idea di un progresso predeterminato è stata posta per la prima volta in discussione. Non sorprende, dunque, che vi sia oggi maggiore consapevolezza di come la mancanza di volontà politica di perseguire la cooperazione in Europa possa mettere a repentaglio l’esistenza stessa dell’UE. Ciò obbliga a chiedersi che cosa garantisca, in ultima analisi, l’unità dell’Unione o, viceversa, quale sia l’effettiva causa della sua disintegrazione. Nel discorso canonico a supporto dell’integrazione europea l’intergovernamentalismo dell’UE è in larga misura ritenuto la causa principale della sua disintegrazione. L’obiettivo di questo studio è confutare tale tesi, dimostrando che il metodo intergovernativo non può essere considerato, di per sé, una causa di disintegrazione europea. Al contrario, e paradossalmente, un rapporto tra Stati nazionali quanto più franco e diretto rappresenta – ecco la proposta di questo libro – un sintomo di vitalità democratica del progetto europeo, oltreché, ancor più paradossalmente, la strada maestra per l’apertura di una nuova, possibile fase costituente dell’Unione: una fase certamente non scontata, quindi dagli esiti incerti, e tuttavia indispensabile per definire nuove ambizioni politiche fondate, irrinunciabilmente, sulla coesistenza pacifica tra Stati e popoli europei. Prefazione di Christiane Liermann Traniello.
Carlo Galli, la diplomazia italiana e le relazioni fra Italia e Turchia. Dalla crisi dell'Impero ottomano alla nuova Turchia kemalista
Valentina Sommella
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 190
In continuità con un precedente studio monografico, nel presente volume si ripercorrono le esperienze orientali del diplomatico italiano Carlo Galli negli anni Venti e Trenta del Novecento, dal primo incontro con le questioni turche prima in Libia nel 1911 e poi alla Conferenza di Pace di Parigi al periodo – per lui estremamente significativo – in cui fu ambasciatore ad Ankara dal 1935 al 1938. Filo conduttore di questo lavoro è stato il tentativo di analizzare e interpretare la politica svolta dal diplomatico italiano nei confronti della Turchia nel periodo indicato, in modo da tracciare una storia delle relazioni italo-turche dalla guerra di Libia fino alla scomparsa di Atatürk nel 1938. Carlo Galli è infatti stato testimone di due momenti di svolta fondamentali della storia turca: il momento dell’abolizione del Sultanato e della fondazione della nuova Turchia kemalista dopo la Prima guerra mondiale e le conseguenti riforme inaugurate dall’avvento al potere di Mustafa Kemal.
Carlo Fasciotti e la vita politica italiana ed europea (1870-1958)
Emanuela Costantini
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 192
Questo volume ripercorre la biografia di Carlo Fasciotti (1870-1958). Fasciotti fu un diplomatico di spessore, in servizio presso sedi come Vienna, Atene, Creta, Bucarest e Madrid. Fu, per un breve periodo (1910), al servizio come capo gabinetto del ministro degli Esteri Antonino di San Giuliano. L’interesse per la sua figura e la scelta di ripercorrerne la biografia, però, non si spiega soltanto con il rilievo del suo lavoro in importanti legazioni europee. La vita di Fasciotti ci consente soprattutto di seguire l’evoluzione di un’élite, di estrazione alto borghese e impiegatizia/burocratica, che vide la sua ascesa nel Regno di Sardegna e divenne poi l’ossatura dell’amministrazione del Regno d’Italia, per poi essere messa da parte durante il fascismo e infine dare il suo contributo, ma in posizione marginale, nella transizione verso la Repubblica.
Salvezza e filosofia. Riflessioni sul fine della storia
Rocco Pezzimenti
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 258
È fuor di dubbio che alcune filosofie storicistiche hanno determinato drammatiche conseguenze, non ancora del tutto esaurite, che hanno segnato l’intero secolo XX. Non è certo un caso che, proprio in Germania, a opera di alcuni teologi cattolici, ci si sia tornati a interrogare sulla “questione concernente la relazione tra storia della salvezza e metafisica”. La riflessione si è resa ancora più urgente dopo che alcuni filosofi – tra questi, ad esempio, Popper con The Poverty of Historicism – hanno tracciato in modo inequivocabile la miseria, anche teorica, dello storicismo. Questa analisi appare oggi un po’ riduttiva perché lo storicismo dialettico, che Popper critica giustamente, non esaurisce il problema della storia, anzi lo esaspera. Resta però il fatto, come evidenzia legittimamente Ratzinger, che tutta una serie di domande restano, anche se nessuno sembra volersele porre. Tra queste: «Come può divenire storicamente presente ciò che è accaduto? Come può avere significato universale ciò che è unico ed irripetibile?». Forse si dovrebbe avere il coraggio di riconoscere che, nella prospettiva escatologica, troppi livelli si sono confusi e tale confusione ha nociuto, in primis, alla visione cristiana. Questa è stata strumentalizzata, via via, da troppe prospettive politiche ed è finita per essere ridotta a una visione meramente sociale togliendo al Cristianesimo la sua prospettiva ultraterrena, riducendolo così a uno dei tanti criteri d’analisi della realtà presente. Ci si dimentica che simili tentativi accompagnarono da sempre il Cristianesimo. L’Apocalisse si presentò subito come un itinerario di salvezza, ma incontrò immediatamente avversari, si pensi agli gnostici, che ipotizzarono altre vie per raggiungere la salvezza. Questo lavoro vuole evidenziare il filo conduttore, sempre presente nella bimillenaria tradizione della Chiesa, che è quello di proporre una visione escatologica ultraterrena e non legata a ideologie, visioni politiche sorrette da, sia pur nobili, posizioni sociologiche e/o filosofiche.
Il Foreign Office e i missionari britannici in Cina 1922-1933
Chiara D'Auria
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 243
Nel febbraio del 1922 si concluse la Conferenza navale di Washington, che segnò in modo indelebile il ruolo del Regno Unito in Estremo Oriente e la sua successiva condizione nel quadro strategico, diplomatico, militare e politico in quell’area del mondo. Il volume si concentra sulla progressiva ma irreversibile ritirata strategica della Gran Bretagna dalla Cina, caratterizzata dall’adozione di una linea diplomatica orientata alla riconciliazione con un Paese che era stato il principale protagonista della sua spinta coloniale in Asia. Tale orientamento si basò sul graduale abbandono di tutti i privilegi che il Regno Unito aveva acquisito con i Trattati ineguali e fu segnato dalle vicende legate alla profonda instabilità politica e sociale della Cina repubblicana. Per la piena realizzazione del Sino-British Rapprochement, in un contesto incerto e mutevole come quello cinese tra anni Venti e Trenta del Novecento, si rese assolutamente necessario per la Gran Bretagna da una parte provvedere alla tutela dei propri interessi, tra cui le sue missioni e dall’altra scongiurare qualsiasi intervento che potesse compromettere il suo progetto di ritirata imperiale. Ampliando il raggio di precedenti ricerche, sviluppate sui rapporti storico-diplomatici tra Italia fascista, Santa Sede e Cina nazionalista nella documentazione diplomatica italiana nel corso del mandato del primo nunzio apostolico in Cina mons. Celso Costantini (1922-1933), il volume intende dare piena luce a un complesso archivistico di particolare interesse e rimasto ancora inesplorato. Da qui la scelta di analizzare la tematica della Gran Bretagna e delle missioni cattoliche in Cina all’interno di uno spazio temporale coincidente con quello della precedente indagine storica.
Governare il vuoto. La fine della democrazia dei partiti
Peter Mair
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 200
Quanto può sopravvivere un regime politico democratico che viva disconnesso dalla società reale? Quale dose di “non democraticità” delle sue istituzioni e dei propri processi interni può esso tollerare senza trasformarsi in autoritarismo, sottile o manifesto che sia? Ormai un classico della scienza politica, "Governare il vuoto" ha saputo indicare e interpretare, già alla sua uscita nel 2013, le principali sfide che le democrazie occidentali si trovano ad affrontare ai nostri giorni. Ancor più meritorio è il fatto che le argomentazioni che lo compongono siano state elaborate negli anni precedenti da Peter Mair, poi prematuramente scomparso. Questa nuova edizione, arricchita da una preziosa introduzione di Chris Bickerton, ci consente di verificare a distanza di due lustri l’ampiezza e la profondità di un’analisi sistematica della crisi di legittimazione dei sistemi politici, una volta trascorsa l’età dell’oro della “democrazia dei partiti”. In particolare, Mair ci aiuta a capire le origini e gli sviluppi di quella distanza, non più colmata, tra professionisti della politica e cittadini, che ha condotto quasi ovunque all’affermazione di movimenti e governi di stampo populista. Le stesse categorie di “rappresentanza” e “partecipazione”. ne sono risultate stravolte, con pesanti effetti sulla strutturazione dello spazio politico europeo, sulla credibilità delle sue élite e sulla governance democratica. Postfazione di Maurizio Serio.
Conoscenza, governo degli uomini e governo della legge
Lorenzo Infantino
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 120
Karl R. Popper ha affermato che quella della conoscenza è la «teoria delle teorie». Ciò significa che quanto diciamo a proposito di qualunque fenomeno, sia nel campo nella natura che in quello della società, si basa sempre, anche quando non ne siamo consapevoli, su una premessa di carattere gnoseologico. La presunzione che una minoranza privilegiata (o un uomo solo) possieda la conoscenza necessaria per operare ogni scelta conduce a una gerarchia obbligatoria di fini, dentro cui si deve ineludibilmente svolgere la vita dei governati. La giustizia coincide in tal caso con quanto di volta in volta viene deciso dai detentori dei ruoli autoritativi. È una giustizia senza diritto, che riduce la capacità realizzativa dell’attività sociale al livello di quel che viene stabilito da coloro che stanno al potere. È il «governo degli uomini». Per altro verso, il riconoscimento della condizione di ignoranza e fallibilità, a cui tutti gli esseri umani soggiacciono, impedisce che la demarcazione dei confini fra le azioni venga decisa dalla volontà arbitraria di una minoranza privilegiata. La funzione delimitatrice viene svolta dalla norma generale e astratta. Questa non impone alcun fine; si limita semplicemente a indicare quel che gli attori non devono fare; è la giustizia che si realizza tramite il diritto. Prevale la scelta individuale, che concorre ad alimentare un permanente processo di mobilitazione delle conoscenze, di esplorazione dell’ignoto e di correzione degli errori. È il «governo della legge». Muovendosi con semplicità e immediatezza, l’Autore getta luce, fra l’altro, sulla via attraverso cui dal «governo degli uomini» si giunge al totalitarismo; e individua le modalità mediante le quali il «governo della legge» viene aggredito e la sua operatività fatalmente compromessa. È un viaggio in compagnia dei grandi delle scienze sociali.