Nell'agosto del 2015 la Libia è un paese devastato dalla guerra civile, l'Italia dista 500 chilometri, circa un'ora di volo, Alaa ha appena 20 anni. È uno studente di ingegneria, una promessa del calcio libico, alle spalle una famiglia pronta a sostenerlo nel suo sogno: raggiungere l'Italia, un nuovo inizio, la speranza concreta di un futuro felice. Ottenere un visto, però, è impossibile, i canali umanitari non esistono, l'unica strada è salire a bordo di un barcone con due amici, anche loro calciatori. Durante quella maledetta traversata 49 persone muoiono soffocate dentro la stiva. I giornali parlano di «strage di ferragosto». Accusato di essere uno degli scafisti, Alaa afferma da anni la sua innocenza. Ha accettato il ruolo del detenuto, non accetterà mai quello del criminale. Ha scritto questo libro in prigione, in un italiano appreso dentro le celle, in una lingua naturalmente delicata, ironica, piena di stupore. Lo ha scritto lettera dopo lettera, inviandole ad Alessandra Sciurba, conosciuta in carcere durante un laboratorio, da anni la voce e il volto della battaglia di Alaa per la verità. "Perché ero ragazzo" è il racconto di un viaggio fatto di speranze e pericoli, l'indecenza delle morti per mare, l'arresto, la condanna, i primi 10 anni di carcere. Alaa Faraj ripercorre la sua storia con uno sguardo sbigottito e una paradossale fiducia nello Stato: le indagini forse frettolose, sulla base di poche testimonianze di persone sotto shock, la vita dietro le sbarre, la voglia di studiare, la felicità di certi incontri, la necessità di resistere, la paura e la frustrazione sempre in agguato. La sua battaglia per la libertà è diventata la battaglia di scrittori e artisti, attivisti come don Ciotti, giornalisti d'inchiesta, programmi Rai, Le Iene, quotidiani nazionali, un'attenzione che non accenna a scemare. Sono più di 3.000 le persone arrestate negli ultimi dieci anni in Italia come «scafisti» - nella sentenza dei giudici «l'ultima ruota di un mostruoso ingranaggio del traffico di vite umane» - ma è noto che i trafficanti, quelli veri, rimangono a casa senza rischiare, spesso agendo in continuità con le autorità del loro paese, e non solo.
- Home
- Biografie e storie vere
- Biografie generali
- Perché ero ragazzo
Perché ero ragazzo
novità
Titolo | Perché ero ragazzo |
Autore | Alaa Faraj |
Argomento | Biografie e storie vere Biografie generali |
Collana | Il contesto, 171 |
Editore | Sellerio Editore Palermo |
Formato |
![]() |
Pagine | 340 |
Pubblicazione | 09/2025 |
ISBN | 9788838948954 |
Chi ha cercato questo ha cercato anche...
L'ultima battaglia del partigiano «Timo». Storia di Attilio Martinetto. Finanziere, eroe della Resistenza in Piemonte Medaglia d'oro al valore della Guardia di Finanza (Castell'Alfero, 1 febbraio 1922-Cuneo, 25 aprile 1945)
Gerardo Severino, Nicola Pettorino
Ass. Primalpe Costanzo Martini
€16,00
Innamorate della libertà. Donne e resistenza
Erika Peirano, Remo Schellino
Polistudio di Remo Schellino
€18,00
Che ne sarà di noi? Ricordi di Partigiani piemontesi a ottant'anni dalla Liberazione
Giulia Arduino
Araba Fenice
€16,00
Dante Giacosa, l'ingegno e il mito. Idee, progetti e vetture targate FIAT
Loredana Dova
Araba Fenice
€19,90