"Le terre dello sciacallo" è la prima grande opera di Amos Oz, una raccolta di racconti dall’ampio respiro che ha segnato l’affermazione dello scrittore. Nove storie sono ambientate in un kibbutz, l’ultima, invece, è una specie di parabola ambientata in tempi biblici. In questo libro l’Israele di oggi ancora non esiste, ci sono solo piccoli agglomerati di abitazioni e di campi coltivati che, dopo il tramonto, precipitano nel buio e nel silenzio, circondati dall’ignoto. Lì vivono uomini, donne e bambini impegnati in un ambizioso progetto utopico, spinti dal desiderio di fondare una patria ma anche dall’aspirazione a una vita diversa, a nuovi rapporti tra le persone, a una speranza di rigenerazione. Pionieri, sabra, intellettuali europei e rifugiati che hanno un sogno, che hanno combattuto guerre, dato forma a un’ideologia politica per forgiare una nazione. Ma la realtà non è dolce come il sogno. Sono storie conturbanti, sensuali, poetiche e spietate. E lo sciacallo, che insegue il lettore pagina dopo pagina, ulula nella notte fuori dai cancelli.	 
			
    
    
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Le terre dello sciacallo
| Titolo | Le terre dello sciacallo | 
| Autore | Amos Oz | 
| Traduttore | Elena Loewenthal | 
| Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) | 
| Collana | I narratori | 
| Editore | Feltrinelli | 
| Formato |  Libro: Libro in brossura | 
| Pagine | 272 | 
| Pubblicazione | 11/2021 | 
| ISBN | 9788807034695 | 

