Ci sono poeti che esplorano il linguaggio con la minuzia di un cesellatore, e altri che lo abitano come un territorio sconfinato, in cui l’eco del significato si propaga senza confini. Angelo Lamberti appartiene a questa seconda categoria: la sua poesia si muove nella “zona intermedia”, un crocevia tra il tutto e il nulla, il reale e il possibile, la certezza e lo smarrimento. È un dialogo costante con l’assenza e la memoria, una vertigine di immagini che si affacciano su un abisso di interrogativi. I suoi versi sono attraversati da una tensione incessante tra la presenza e la dissoluzione, tra il gesto che crea e la resa inevitabile alla dissipazione. C’è una consapevolezza acuta, a tratti ironica, della fragilità umana, un senso di precarietà che si fa canto, riflessione e talvolta invettiva. Ma non c’è mai resa: la parola, anche quando si misura con il Nulla, rimane atto di resistenza, bisogno ostinato di dare forma all’indicibile. Leggere questa raccolta significa accettare di percorrere un sentiero in bilico, di lasciarsi attraversare da domande più che da risposte. Perché nella poesia di Lamberti il dubbio non è un cedimento, ma una forma superiore di conoscenza.
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Zona intermedia. Tuttoquanto in Nulladiniente
Titolo | Zona intermedia. Tuttoquanto in Nulladiniente |
Autore | Angelo Lamberti |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | Ishtar. Poesia, 143 |
Editore | Gilgamesh Edizioni |
Formato |
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Pagine | 80 |
Pubblicazione | 05/2025 |
ISBN | 9788868677442 |
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