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Montemarano e Monte Mariano di Boiano. I discendenti dei Liguri Bebiani di Cerreto migrati con San Giovanni nei feudi dei Gesualdo in Irpinia ex Principato Ultra e divenuti irpini

Montemarano e Monte Mariano di Boiano. I discendenti dei Liguri Bebiani di Cerreto migrati con San Giovanni nei feudi dei Gesualdo in Irpinia ex Principato Ultra e divenuti irpini
Titolo Montemarano e Monte Mariano di Boiano. I discendenti dei Liguri Bebiani di Cerreto migrati con San Giovanni nei feudi dei Gesualdo in Irpinia ex Principato Ultra e divenuti irpini
Autore
Argomento Casa, hobby, cucina e tempo libero Interesse locale, storia familiare, ricordi
Collana Paesi della campania, 36
Editore ABE
Formato
Formato Libro Libro: Libro rilegato
Pagine 180
Pubblicazione 06/2025
ISBN 9788872971161
 
39,00

 
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I quasi 3.000 montemaranesi mandavano nei banchi 187 alunni dislocati nelle 5 scuole elementari sotto la guida degli insegnanti dei quali non conosciamo i nomi, tranne che di un insegnante privato, Felice Gambale, con 27 figli di papà. Da notare che il paese, col titolo di antica Città, aveva anche la pretura in loco con Luigi De Giorgio come giudice e Francesco De Feo per cancelliere; Luigi De Feo era l'usciere. Nella schiera dei professionisti laureati figuravano - oltre il dottor Michele Fusco, medico chirurgo condottato, e la levatrice condottata Cristina Fusco - l'agrimensore (perito agrario) Celestino De Sipio; gli avvocati Vincenzo e Giovanni Gambale; il farmacista Mariano Forte e il chirurgo Filippo Follo. Non ritrovando più tutta la sfilza degli industrianti di qualche anno prima, né riuscendoci a spiegare il perché di tale assenze - se non per emigrazione - a distanza di soli due lustri, a rappresentare la classe intermedia erano rimasti l'armaiuolo Luigi Chiancone, i mediatori Nunzio Mangiella e Giuseppe De Lisio, i negozianti di tessuti Generoso Todina e Raffaele Farese. Dai barbieri Giovanni Secca e Giovanni D'Agnese ritorniano ai calzolai Sabino Marcella e Achille e Domenico D'Agnese. Non da meno le famiglie degli altri lavoratori autorizzati come Teodoro Iannuzzi che faceva il capomastro muratore, Achille D'Agnese il panettiere, Antonio Di Napoli il fabbro ferraio, Giovanni Gallo e Leonardo Discepolo i falegnami, Generoso D'Agnese e Angelo Gambale i beccai. Non possiamo qui dimenticare i pirotecnici che, in nome della tradizione, diventano due: Errico Secca e Giovanni Giammarino. Un altro Secca, Alfonso, faceva il sarto come Giovanni Santoro. Tutti gli altri abitanti di Montemarano, per la maggior parte, si dedicavano alla campagna e soprattutto ai vitigni. Vale la pena di ricordare che un buon fiaschetto, chi proprio vino non ne produceva o era forestiero, lo si poteva trovare da Pasquale Nigro, Alfonso Gallo e Generoso Lombardi che, apposta, facevano i vinai. Un buon bicchiere di vino di cantina prima di una bella fumata di tabacco comprato da Giovanni e Ferdinando Gallo o da donna Concettina Gambale.
 
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