«Ci sono tre temi: l’amore, la morte e le mosche. Da quando l’uomo esiste, questo sentimento, questo timore, queste presenze lo hanno sempre accompagnato. Che trattino altri i primi due. Io mi occupo delle mosche». Così si apre Moto perpetuo, un’opera unica con dentro innumerevoli altre forme: raccolta di satire e di aforismi, teoria della brevità e della fusione dei generi, silloge di prose memorabili, prontuario umoristico, catalogo di malinconie e di enigmi. Le domande che si pone sono le più varie: come sbarazzarsi di cinquecento libri? Quali conseguenze provoca la lettura di Borges? Perché lodare la brevità? Eppure, ogni volta che interroga un enigma, Monterroso è un passo più in là di ciò che dice e di ciò che il lettore si aspetta da lui – quasi cercasse, nell’ambiguità e nell’enigma, di offrire in tutta la loro potenza ambiguità e enigmi. Nelle Lezioni americane, Italo Calvino, che ammirava l’opera di Monterroso, cita un aforisma di Hofmannsthal in cui si può intravedere qualcosa di simile al mistero di queste pagine: «La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie».	 
			
    
    
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Moto perpetuo
| Titolo | Moto perpetuo | 
| Autore | Augusto Monterroso | 
| Traduttore | Barbara Bertoni | 
| Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) | 
| Editore | OCCAM | 
| Formato |  Libro: Libro in brossura | 
| Pagine | 154 | 
| Pubblicazione | 02/2025 | 
| ISBN | 9791281161177 | 

