«Rimango ancora un attimo nel corridoio ascoltando Evelin ed Edith, le due cantatrici della notte…». Uno sguardo benevolo al mondo in parte sconosciuto e in gran parte incompreso delle persone in situazione di disabilità, riflessioni sull’arte dello scrivere, pensieri che girano e rigirano come in una giostra o spiccano il volo per andarsene via, e chi s’è visto s’è visto, e atterrare chissà dove, forse a Madrid, ma spesso semplicemente per ricollegarsi al punto di partenza, come la giostra che si ferma, senza però impedire all’ebbrezza di andare avanti. Aneddoti, avventure e a volte disavventure o risentimenti di diverso tipo, il tutto narrato con un sorriso che però non sbanda mai nel comico o nel grottesco. Uno stile in sintonia con la quotidianità che viene descritta, colloquiale, piacevole e raffinato. Carin Caduff scrive nell’idioma retoromanzo sursilvan, con molti ammiccamenti alla sua valle natale, la Lumnezia.
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Via, e chi s'è visto s'è visto
| Titolo | Via, e chi s'è visto s'è visto |
| Autore | Carin Caduff |
| Traduttore | Walter Rosselli |
| Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) |
| Collana | La libellula |
| Editore | Armando Dadò Editore |
| Formato |
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| Pagine | 104 |
| Pubblicazione | 01/2025 |
| ISBN | 9788882817008 |

