Vito Mango ha un dolore, una sofferenza che gli toglie il fiato, il gusto, l'olfatto. Un dolore che gli impedisce di vivere. Vito sopravvive, trattenendo dentro di sé un groviglio scuro e denso di pensieri, ricordi ed emozioni. Al suo esilio volontario a Tritone non ne sa cogliere il fascino primitivo, non è pronto a farlo, ma la magia del luogo e dei suoi abitanti lo catturano un giorno alla volta, finché i sensi e le percezioni tornano, trascinati dal mare e dal vento, da un orizzonte pieno di incognite e vuoto di certezze, in un incedere sempre più sicuro su una battigia dove le orme del passato vengono cancellate dalle onde della vita, per lasciare piccoli segni, ricordi indelebili. E fragili promesse. "Si sentivano gli odori del cibo e le voci degli ubriachi fin da fuori, e gli schiamazzi della gente che rideva. Un pesce spada di legno ormai scolorito si pavoneggiava sullo stipite dell'ingresso; dentro, alcune mensole reggevano certe anfore dipinte di rosso bordò o di terra, qualcuna più lunga e qualcuna più panciuta, un tempo colme di olio o del quarto di vino. Alle pareti collane di aglio e peperoncino e un quadro storto."
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Pescatori di orme
Titolo | Pescatori di orme |
Autore | Carlo Maria Marchi |
Collana | Nuove scritture, 108 |
Editore | Tabula Fati |
Formato |
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Pagine | 144 |
Pubblicazione | 05/2018 |
ISBN | 9788874756629 |
€12,00
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