E quindi Maffia ancora con questo agile, ricco e polimorfo libretto, torna a parlare di “io” – attraverso l’inevitabile maschera del “sé stesso”, a cui sovrappone altre maschere, si conferma poeta modernissimo e antimodernissimo. Se da un lato i versi di Maffia sono dotati degli acquisti delle poetiche d’avanguardia moderna (da lampi surrealisti a testacoda ermetici) dall’altro non abbandona il passo epigrammatico e classico. E se da un lato rifugge la seduttiva dolciastra e ansiolitica di troppa poesia odierna, dall’altra non si accomoda nemmeno nelle ridotte del montalismo e di quella che Mario Luzi, l’antagonista, indicava come vizio della sua “artisticità”. Maffia il colto, l’onnivoro di poesia, la murena dei fondali poetici, il pluripremiato, il giocatore d’azzardo, resta ancorato a una idea e arte di poesia senza artificio, scabra quasi, o forse meglio dire greca e calabra.
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Singhiozzi di carta
Titolo | Singhiozzi di carta |
Autore | Dante Maffia |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | I gherigli, 204 |
Editore | Genesi Editrice |
Formato |
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Pagine | 136 |
Pubblicazione | 12/2024 |
ISBN | 9788874149988 |
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