Socrate, Till Eulenspiegel, Pinocchio, ma anche Solone, Bruto, i profeti di Israele, Bertoldo, Giufà. Sono innumerevoli i personaggi che trasgrediscono il senso comune; figure spesso ridicole, ma portatrici tutte di verità inquietanti di cui la ragione dominante diffida, delle quali tuttavia non può fare a meno. Ciò che si mantiene nella fiaba, nel romanzo, nella letteratura filosofica e religiosa non è tanto la fisionomia dell’insensatezza quanto il suo rapporto conflittuale di esclusione/complementarietà con la ragione, con il sistema dei valori etici e affettivi accettati come fondamentale norma di convivenza. Lo stolto e la stoltezza non costituiscono un elemento chiaramente definibile e persistente della tradizione culturale europea, un topos, ma piuttosto un’incognita alla quale ogni volta si attribuisce ciò che disturba il senso comune. È il senso comune che stabilisce quel che deve apparire ripugnante, ridicolo, riprovevole. La figura dello stolto e l’immagine della stoltezza mutano perciò a misura dei cambiamenti del senso comune e della razionalità che le definiscono, serbando tuttavia, di mutamento in mutamento, importanti tratti del passato.
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Lo stolto. Di Socrate, Eulenspiegel, Pinocchio e altri trasgressori del senso comune
Titolo | Lo stolto. Di Socrate, Eulenspiegel, Pinocchio e altri trasgressori del senso comune |
Autore | Diego Lanza |
Curatori | Masssimo Stella, Gherardo Ugolini |
Argomento | Scienze umane Filosofia |
Collana | Il giogo, 118 |
Editore | Petite Plaisance |
Formato |
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Pagine | 448 |
Pubblicazione | 06/2020 |
ISBN | 9788875882556 |
€35,00
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