"Le impronte bianche del sale" è il titolo che Fabio Squeo ha scelto per la sua prima raccolta di poesie. Un titolo che, tuttavia, non riesce a racchiudere, a sintetizzare tutto quanto egli ha voluto esprimere nei suoi componimenti, ma che ci offre già, in maniera così evidente, quella che potremmo dire essere la tematica dominante dell'intera raccolta poetica: il divenire. Le impronte, infatti, sono segni che rimandano a qualcos'altro, a qualcosa o a qualcuno che ha lasciato, nel suo passaggio, traccia di sé. Le impronte sono quelle che ritroviamo nella nostra memoria, i segni indelebili, e molto spesso labili, fuggevoli, fumosi, nebbiosi, di ciò che abbiamo vissuto, di ciò che abbiamo conosciuto. Sono le tessere che vanno di quando in quando a comporre, nel tempo, il complesso mosaico della nostra individuale esistenza. Perché è proprio ciò che le cose imprimono nella nostra memoria a forgiare inequivocabilmente la nostra identità, a dare espressione al volto del nostro io più autentico. Noi siamo, sostanzialmente, quello che abbiamo fatto e abbiamo vissuto. Siamo la nostra storia.
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Le impronte bianche del sale
Titolo | Le impronte bianche del sale |
Autore | Fabio Squeo |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | Voci dall'anima |
Editore | Giambra Editori |
Formato |
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Pagine | 52 |
Pubblicazione | 01/2013 |
ISBN | 9788898311163 |
€8,00
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