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Il Dio dell'allegria. Leggere, scrivere, rinascere nella cultura tardoantica

Il Dio dell'allegria. Leggere, scrivere, rinascere nella cultura tardoantica
Titolo Il Dio dell'allegria. Leggere, scrivere, rinascere nella cultura tardoantica
Autore
Argomento Scienze umane Filosofia
Collana Arte e cataloghi
Editore Artemide
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 200
Pubblicazione 12/2023
ISBN 9788875754464
 
25,00

 
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Questo libro è dedicato a Bes, il dio dell’allegria degli Egiziani, il cui culto ha avuto una grande diffusione tra Greci e Romani, nel mondo antico e soprattutto tardoantico. Brutto, deforme, ma geniale e sorprendente, Bes insegna agli uomini l’arte del riso, della fantasia, della creatività e li invita – perché no? – ad abbandonarsi a un sano piacere, a un’euforia moderata e intelligente, alternativa rispetto all’esaltazione senza freni dei seguaci di Dioniso. Una sana vitalità che lo promuove spontaneamente al ruolo di benefico protettore della nascita e della rinascita. La sopravvivenza del suo mito e del suo culto nel contesto latino e greco è poco nota e mostra un aspetto inedito, inconsueto, anticonformista della civiltà antica. Il paganesimo morente e il cristianesimo nascente tennero in grande considerazione il patrono del buonumore, dello scherzo, della genialità, del buon vino e dell’eros, temperato dall’affetto e dal rispetto per l’altro: un personaggio anomalo che coincide con quello che gli antropologi chiamano il “divino briccone”. Il “briccone” è, per definizione, l’essere che oltrepassa ogni limite e ogni confine. Infatti attraversa e infrange le regole fisiche e sociali, viola i principi dell’ordine costituito, sconvolgendo giocosamente la vita normale e poi ricreandola, su nuove basi, con un’esuberanza e una fantasia che somigliano a quelle di Pulcinella. I nostri concetti di giusto e sbagliato, sacro e profano, pulito e sporco, maschio e femmina, giovane e vecchio, vivente e morto sono continuamente messi in discussione dal “briccone”, che ogni volta varcherà la linea di confine e confonderà le distinzioni. Egli rappresenta, dunque, l’ambiguità e l’ambivalenza, la doppiezza e la duplicità, la contraddizione e il paradosso. Con le sue capriole, fisiche e verbali, ci esorta a non dimenticare che esiste un mondo a rovescio, simmetrico al mondo che pretende di essere diritto e che abbiamo diritto di abitarlo.
 
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