Apparso nel 1922 sulla rivista «Contemporanea», il racconto “Il banchiere anarchico” è giustamente considerato fra le prose più acute e ammirevoli del grande scrittore portoghese. Si tratta del dialogo fra due uomini, uno dei quali, il banchiere, racconta come e perché sia divenuto anarchico; e l’altro, il suo interlocutore, resta come stupefatto di fronte a quella professione di fede, così strana e innaturale in un individuo descritto come ricchissimo e grande monopolista. Se da un lato nel racconto è evidente il gusto di Pessoa per il paradosso sottile, qui incarnato dalla figura di questo ‘libertario’ banchiere, dall’altro l’anno della sua pubblicazione non può non fare pensare a un’epoca stretta fra divergenti ideologie che avrebbero determinato grandi e tragici rivolgimenti sociali. E forse non c’è solo il gusto del paradosso e dell’invenzione narrativa: infatti l’anarchismo del banchiere – distante com’è sia dal collettivismo di Kropotkin sia dal rivoluzionarismo di Bakunin – arriva a configurarsi soprattutto come estremo anarchismo individualista, e in tal modo non così agli antipodi del pensiero dello stesso Pessoa, che scrisse fra l’altro che quello di «creatore di anarchie mi è sempre parso il degno compito di un intellettuale».
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Il banchiere anarchico
Titolo | Il banchiere anarchico |
Autore | Fernando Pessoa |
Curatore | Ugo Serani |
Argomento | Narrativa Narrativa classica (prima del 1945) |
Editore | Passigli |
Formato |
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Pagine | 96 |
Pubblicazione | 02/2022 |
ISBN | 9788836818136 |
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