Mario e Dana s’incontrano in un punto improprio dopo aver discrostato il tempo dalla ruggine e dalle rese. Sulle spalle, sotto ai piedi e negli occhi hanno visto il mondo da zaini, scarpe e panorami diversi e la maniera con cui vivono il perduto e il ritrovato trova il suo intersecarsi in Nessuna Città. Qui la vita si muove al di sotto di una cupola che prima di essere architettonica è, innanzitutto, sociale e catastroficamente emotiva. Un inferno “accucchiaiato” su se stesso, in cui l’indicibile prende il sopravvento attraverso gli occhi di Sabrina, la pelle di pane della vecchia Laura, la pagina in rilievo di Mica, l’ansia patologica di Gennaro, la libertà di raccontare i Liberato di tutti i nonluoghi. Una città che esiste ma che, tira e tira, è riuscita a scomparire, a nascondersi in un’ampolla di incontri sfasati nel tempo e nello spazio. In una città affacciata su un golfo dal mare non più mare, di cui ormai è una blasfemia pure pronunciarne il nome, rinchiusa dalla legge al di sotto di una cupola di diamantite over potentium, tutto è da cercare nei non detti, nell’esasperazione di un’umanità che si incaponisce a resistere sull’orlo del precipizio.
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Nessuna città
Titolo | Nessuna città |
Autore | Francesco Amoruso |
Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) |
Collana | Mondi |
Editore | Scatole Parlanti |
Formato |
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Pagine | 136 |
Pubblicazione | 06/2020 |
ISBN | 9788832812800 |
€14,00
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