Grazie a un considerevole risveglio d'interesse che ebbe inizio alla fine degli anni cinquanta, George Gissing fu finalmente riconosciuto, assieme a Thomas Hardy, come uno dei maggiori romanzieri inglesi del diciannovesimo secolo. I diari di Henry Ryecroft è il racconto in prima persona di un penoso fallimento letterario, un fallimento letterario nel quale molti contemporanei, con giudizio troppo frettoloso, ravvisarono quello di Gissing stesso (al quale Ryecroft indubbiamente somiglia per molti aspetti). È vero che le angustie dell'attività letteraria di Gissing richiamano tanto quelle di Ryecroft. Pur vero, però, è che, grazie a una modesta rendita assicuratagli per lascito testamentario da un amico, Ryecroft può permettersi di porre termine a una fallimentare carriera di scrittore, per passare il resto dei suoi anni nel quieto ritiro delle colline del Devon. Gissing, invece, nei penosi anni in cui la critica lo snobbò o gli fu ostile, perseverò nel dare vita a un corpus letterario di elevato valore, guadagnandosi la stima dei suoi colleghi, che lo considerarono uno dei migliori romanzieri del suo tempo.
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I diari di Henry Ryecroft
Titolo | I diari di Henry Ryecroft |
Autore | George Gissing |
Introduzione | Markus Neacey |
Traduttore | Vincenzo Pepe |
Argomento | Narrativa Narrativa classica (prima del 1945) |
Editore | Francesco D'Amato |
Formato |
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Pagine | 250 |
Pubblicazione | 11/2020 |
ISBN | 9788855250535 |
€14,00
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