Si apre una contraddizione in chi affronta la lettura di questo contributo che Gëzim Hajdari offre alle nostre lettere, e non solo: la certezza di punti fermi, la caparbietà di un progetto a lungo termine, l’ostinazione a credere in valori millenari filtrati dalla invenzione scritta, pure a fronte di un mutamento epocale di paradigma, che tutto appiattisce, frammenta, disconosce e distrugge, proprio a far capo dallo status che l’autore porta, esibisce, coltiva: quello di esule, migrante, rifugiato, altro e diverso. Una condizione fluida e bloccata che i suoi testi poetici ribadiscono ad ogni strofa, essendo ormai l’esperienza di fuggitivo e sradicato divenuta elemento sostanziale del suo vissuto e del suo immaginario, vittima (come vedremo) con molti altri intellettuali “stranieri” di una tacita e sistematica espulsione che l’Italia pre e post salviniana ha caparbiamente attuato in nome anche di purezza e primato letterari, di fatto smentiti da questa stessa raccolta.
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Cresce dentro di me un uomo straniero. Testo albanese a fronte
| Titolo | Cresce dentro di me un uomo straniero. Testo albanese a fronte |
| Autore | Gëzim Hajdari |
| Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
| Collana | Erranze |
| Editore | Ensemble |
| Formato |
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| Pagine | 176 |
| Pubblicazione | 05/2020 |
| ISBN | 9788868816001 |
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