Liberare il divenire è mettere in discussione l’antropologia della colpa, decolonizzare le menti, rivendicare l’urgenza del cambiamento sociale. La pedagogia della liberazione attacca il nucleo ideologico dell’ontologia della dominazione occidentale, e la sua struttura identitaria sul piano della prassi educativa: l’approccio mimetico. Paulo Freire rovescia i paradigmi della pedagogia coloniale di matrice borghese: l’umanità non è l’estensione del modello occidentale al mondo, ma la costruzione collettiva di un divenire condiviso e plurale nelle sue articolazioni dialettiche. ‘No ser todavía’ è lo specchio della modernità mutilata dell’America Latina e più in generale dei Sud del mondo: il divenire degli oppressi è sfregiato e sospeso in un tempo che fatica a definire il suo corso lineare nella storia. La pedagogia degli oppressi si pone come ermeneutica e dialettica della liberazione: un paradigma pedagogico per tutti coloro che rifiutano l’alienazione come situazione immutabile, e che scelgono pienamente di rivendicare il loro diritto-dovere all’esistenza.
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Liberare il divenire. Paulo Freire e la pedagogia degli oppressi
Titolo | Liberare il divenire. Paulo Freire e la pedagogia degli oppressi |
Autore | Giancarlo Costabile |
Collana | Thesaurus scientifica |
Editore | Pellegrini |
Formato |
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Pagine | 80 |
Pubblicazione | 01/2015 |
ISBN | 9788868223670 |
€12,00
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