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Fuorigioco. Figli di migranti e italianità. Un’etnografia tra Milano, Addis Abeba e Londra

Fuorigioco. Figli di migranti e italianità. Un’etnografia tra Milano, Addis Abeba e Londra
Titolo Fuorigioco. Figli di migranti e italianità. Un’etnografia tra Milano, Addis Abeba e Londra
Autore
Prefazione
Argomento Società, scienze sociali e politica Società e cultura: argomenti d'interesse generale
Collana Etnografie
Editore Ombre Corte
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 183
Pubblicazione 06/2022
ISBN 9788869482243
 
16,00

 
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“Nel calcio, quando viene rilevato un fuorigioco, si è sottoposti a sanzioni. Ma la metafora calcistica è quantomai utile se applicata a figli di migranti messi continuamente altrove, trasferiti in un’area di nessuno, epurati dalle appartenenze che pure hanno. Giuseppe Grimaldi costruisce un’indagine etnografica che parte proprio dalle parole e dai comportamenti quotidiani e che, oltre al non detto, mostra le regole sociali e giuridiche vigenti, fino a introdurci a quell’armamentario simbolico a cui queste persone sono “costrette” per declinare le loro vite. Si tratta infatti di una condizione che viene loro imposta, in modo da metterli e tenerli fuorigioco, fuoriposto, fuoriluogo. Solo che tutto questo innesca anche un gioco sociale, una pratica delle rappresentazioni, un sistema performativo in cui sono proprio le cosiddette “seconde generazioni” a ritagliarsi uno spazio, un ruolo e una collocazione sociale ben precisa. E per raccontarlo si inseguono qui biografie e carriere, genealogie e generazioni, si confrontano procedure materiali e elaborazioni rituali di giovani italiani di origine etiope ed eritrea, spostandosi dai paesi di origine dei genitori (Addis Abeba) allo spazio di transito milanese di Porta Venezia lungo la rotta mediterranea fino a Londra. Tanti i fantasmi che vengono evocati: dal colonialismo rimosso all’attuale black mediterranean… Ed è proprio tra quel passato che gli italiani non hanno digerito e gli orrori del presente che la folla di attori che riempiono le pagine di questo libro riescono ad essere riconosciuti per ciò che sono, italiani“ (Stefano De Matteis). Prefazione di Gennaro Avallone.
 
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