Grande e conturbante poema dell'inconscio, allegoria della nascita,forsennato repertorio di sanguinose atrocità, di sadiche efferatezze e di violente e crudeli infrazioni alla "Norma" e ai codici della sinistra società borghese in cui il suo autore si era trovato a vivere, "I canti di Maldoror" sono anche l'esplorazione estrema delle possibilità di una cultura, la radicalizzazione massima delle sue possibilità e delle sue contraddizioni; sono il libro che, più di qualunque altro, può "funzionare" nel senso della progettazione di un'altra cultura e di un'altra civiltà. La dialettica dell'efferatezza, del "Male", della violenza (oltre che, forse, le disavventure editoriali del suo libro) doveva indurre Isidore Ducasse a proporre e a esplorare i termini alternativi della sua impresa. Una vita, un'opera, una vicenda editoriale misteriose che hanno scatenato un lavorio critico, orientato nel senso della filologia o dell'interpretazione psicologica, o della denigrazione e dell'apologia. Considerato di volta in volta un genio malato, uno schizofrenico, un poeta degli strati sotterranei della civiltà, Lautréamont fu riscoperto in particolare dai surrealisti. La sua opera principale è un poema scritto in una prosa di potenza lirica, composto di sei canti che esprimono in un flusso narrativo di modalità allucinate e oniriche la blasfema visione del mondo e la parodistica rivolta contro l'umanità e contro Dio del suo unico personaggio, Maldoror.
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I canti di Maldoror
Titolo | I canti di Maldoror |
Autore | Isidore Lautréamont Ducasse |
Curatore | L. Colombo |
Traduttore | N. M. Buonarroti |
Collana | Universale economica. I classici, 2219 |
Editore | Feltrinelli |
Formato |
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Pagine | 189 |
Pubblicazione | 02/2010 |
ISBN | 9788807822193 |
€9,00
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