"Parlerò dello spettro, della fiamma e delle ceneri. E di ciò che evitare significa per Heidegger". Sono le prime parole del libro: ora, lo "spettro" (che in francese suona "revenant", ovvero "spirito", anima di un morto che si suppone ritorni dall'altro mondo) è proprio lo spirito, e Derrida mostra come questa parola, evitata in "Essere e tempo", ritorni nel pensiero del filosofo tedesco a un preciso punto del suo cammino, nel 1933, anno della celebre prolusione accademica intitolata L'autoaffermazione dell'università tedesca. Che cosa vuol dire la parola "spirito" nell'opera di Heidegger? E che cosa significano le sue dichiarazioni sulla "crisi dello spirito" e sulla "libertà dello spirito"? Per rispondere, Derrida ripercorre il sentiero seguito dal filosofo tedesco a partire da "Essere e tempo" e fino al testo dedicato alla poesia di Trakl, con una analisi ricca di riferimenti alle letture di Hòlderlin, Schelling e Nietzsche. "Dello spirito" è il resoconto del tormentato dialogo di Derrida con Heidegger; dialogo impietoso e a tratti aporetico, ma decisivo.
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Dello spirito. Heidegger e la questione
Titolo | Dello spirito. Heidegger e la questione |
Autore | Jacques Derrida |
Traduttore | Gino Zaccaria |
Argomento | Scienze umane Filosofia |
Collana | Testi e documenti, 204 |
Editore | SE |
Formato |
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Pagine | 142 |
Pubblicazione | 02/2015 |
ISBN | 9788867231348 |
€19,00
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