Domande all’apparenza semplici quali «come va?» o «da dove vieni?» o «come ti chiami?», se colte nel loro senso più profondo, ci conducono al centro della nostra anima, là dove – ci spiega il filosofo catalano Josep Maria Esquirol nel saggio Umano più umano – siamo toccati da quattro realtà fondamentali con cui abbiamo a che fare per tutta la nostra esistenza: la vita, la morte, il tu e il mondo. L’incontro con questi «infiniti essenziali» segna una «ferita», un’apertura inesauribile che sottrae a ogni pretesa di autosufficienza e che ci costituisce nella nostra umanità. Imparare a vivere è imparare ad accompagnare queste ferite, non a suturarle. Esse infatti sempre ci sorpassano con il loro eccesso e chiedono la pazienza di continue risposte. Risposte da cercare non nell’oltre postulato dalle odierne tendenze transumanistiche, ma restando dentro questa condizione, intessuta di vulnerabilità e debolezza.
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Umano, più umano. Un'antropologia della ferita infinita
Titolo | Umano, più umano. Un'antropologia della ferita infinita |
Autore | Josep Maria Esquirol |
Argomento | Scienze umane Filosofia |
Collana | Transizioni |
Editore | Vita e Pensiero |
Formato |
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Pagine | 172 |
Pubblicazione | 10/2021 |
ISBN | 9788834345221 |
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