Nel 1846 Jules Michelet titolare della cattedra di storia al Collège de France, noto come medievalista, pubblica un libretto intitolato II popolo. Questo saggio ha contribuito notevolmente a trasformare l'autore in un'icona repubblicana, il cantore del «grande racconto nazionale» caro alla terza repubblica. L'opera ha anche fissato per molto tempo una concezione grandiosa e al tempo stesso familiare del popolo francese, sempre pronto al duro lavoro e all'insurrezione, incarnante una nazione eccezionale, quella che aveva portato all'affermazione dell'uguaglianza tra gli uomini. Probabilmente è stata la prima volta che uno storico si è impegnato a descrivere, a comprendere e a celebrare la «grande Francia silenziosa», quella degli operai, di chi vive nell'ombra. Ma se Michelet è colui che lo nomina e lo studia in modo più sistematico, l'ascesa del popolo come eroe della storia, caratteristica del grande movimento romantico in tutta Europa, avviene però sulla scia della rivoluzione del 1789 e delle vittorie del «piccolo caporale» – il soprannome di Napoleone Bonaparte – ed è favorita dall'amarezza e dal fermento politico suscitati da ciò che è seguito loro.
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Il popolo. Quelli che non sanno nemmeno se hanno un diritto al mondo
| Titolo | Il popolo. Quelli che non sanno nemmeno se hanno un diritto al mondo |
| Autore | Jules Michelet |
| Collana | In folio. Asterios, 20 |
| Editore | Asterios |
| Formato |
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| Pagine | 223 |
| Pubblicazione | 01/2020 |
| ISBN | 9788893131452 |
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