"È più che verosimile la figura del protagonista del romanzo: furono certamente molti i disillusi di un'avventura finita non come avrebbero voluto (fra loro forse lo stesso Garibaldi) e furono sicuramente molti coloro che, col passare degli anni, ritornando a quei giorni di una giovinezza lontana, poterono riflettere sul significato di eventi ormai conclusi. L'accenno alla rivolta per il pane schiacciata nel sangue dai cannoni del generale Bava Beccaris nel 1898 è sicuramente ben collocato: quello può essere considerato l'ultimo momento di una fase politica che avrebbe dovuto essere diversa perché egemonizzata proprio da individui (in primis Francesco Crispi o politici a lui vicini) che all'epopea garibaldina avevano dato un sostanziale contributo. Dall'altra parte della barricata vi erano uomini come Davide Albertario e Ambrogio Portaluppi, il primo veemente giornalista di una delle testate di punta prodotte dal mondo cattolico del momento, l'Osservatore cattolico, il secondo una sorta d'incarnazione concreta dei principi della Rerum Novarum e delle sue realizzazioni". Dalla Prefazione di Pietro Cafaro.
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Il Risorgimento tradito. Vecchie delusioni e nuove speranze di un garibaldino bergamasco
Titolo | Il Risorgimento tradito. Vecchie delusioni e nuove speranze di un garibaldino bergamasco |
Autore | Marco Carminati |
Collana | |
Editore | Ecra |
Formato |
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Pagine | 167 |
Pubblicazione | 01/2012 |
ISBN | 9788865580493 |
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