Apparentemente un piccolo libro di racconti, o meglio di cronache, per lo più dedicate all’estate; interpolato da traduzioni e momenti di pensiero. Forse, il tentativo di accostare il mistero della vocazione – tema lungamente corteggiato –, in verità di celebrarlo nel modo della sua mancanza di soluzione, attraverso un altro e più fitto mistero, quello dell’amore. Non tanto per ravvisarvi l’arcano di un’eccitazione emotivamente decisiva – i gesti scomposti degli innamorati – che dia corpo alla narrazione, quanto per cogliervi quella dimensione di festa, spensierata e senza scopi – il fare che non fa niente – che rende la vita vivibile, ricongiungendola alle parole da cui non si distingue; avventurosa perché risolta nella stessa scrittura che la sostiene e alimenta. Opera senza opera, che si fa cancellandosi, per affermare che il sogno dello scrittore – trattenere la vita attraverso segni e lettere, per raccontarla – non è che il sogno felice, e il desiderio soddisfatto, della pagina bianca, esposta al pudore dello sguardo per essere letta in quanto davvero illeggibile.
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Il dì di festa
Titolo | Il dì di festa |
Autore | Mario Ajazzi Mancini |
Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) |
Editore | Press & Archeos |
Formato |
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Pagine | 118 |
Pubblicazione | 03/2024 |
ISBN | 9788832211900 |
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