Le scienze naturali, umane e sociali osservano la nascita dall'esterno. Da una parte un approccio naturalistico o biologistico, dall'altra uno storico e socioculturale, che convergono in direzione di un suo trattamento tecnico. Rispetto a essi un'indagine filosofica e più specificamente fenomenologico-esistenziale sposta la domanda. Che ne è della nascita che mi riguarda in quanto bordo della mia esistenza? Per il fenomenologo, la nascita lascia traccia, secondo specifiche modalità, in tutte le dimensioni della vicenda umana: metafisica, etica, politica, affettiva, relazionale e storica, orientandone altrimenti il senso rispetto a una tradizione che pensa quasi unilateralmente la nostra condizione alla luce della mortalità. Dal confronto con la fenomenologia classica e i suoi più recenti sviluppi emergono distinzioni concettuali – ad esempio tra vita ed esistenza e tra antecedenza e origine-provenienza – che investono temi etici rilevanti del dibattito pubblico attuale, come l'inizio vita, le genitorialità, le differenze di genere, l'intervento biotecnologico, la responsabilità intergenerazionale. L'esistenza natale dell'uomo è irripetibile, unica e tuttavia condivisa; sfuggendo via se ne va in leggerezza, si rivela una trascendenza. Attesa di bene, attraverso le intermittenze del tempo delle generazioni assume la finitudine e, senza rimuoverla, fronteggia la morte.
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Nascita. Una fenomenologia dell'esistenza
Titolo | Nascita. Una fenomenologia dell'esistenza |
Autore | Mario Vergani |
Argomento | Scienze umane Filosofia |
Collana | Biblioteca di testi e studi, 1305 |
Editore | Carocci |
Formato |
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Pagine | 284 |
Pubblicazione | 03/2020 |
ISBN | 9788829000012 |
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