Strano affare questo «scrivere»: vedete, molte volte - proprio come adesso ho provato a chiedermi perché, cosa mai mi prenda quando, e accade spesso, mi ritrovo a farlo, a buttar giù emozioni, sensazioni e sentimenti talmente fugaci che svaniscono in un attimo. Strano affare questo «scrivere» che, o lo fai in quell'attimo preciso e irripetibile, o non ci riesci più. Strano, pericoloso coltello a doppia lama questo «scrivere», che un po' ti serve per dire tu chi sei e, un po', per vomitare - mi si passi l'ineleganza del termine - quel che hai. Strano specchio questo «scrivere»: di fronte a lui, ti guardi dentro e non puoi mentire, ma te ne puoi fregare - e, anzi, tanto meglio - se gli altri non capiscono o se gli puoi far credere d'aver capito. Già, perché a me - quando scrivo in versi e, molte volte, anche quando butto giù un semplice pensiero,...sì..., insomma, quando scrivo e punto - non importa che si capisca quel che voglio dire (per far quello ho la voce, per fortuna); no, quel che mi interessa - quando scrivo - è suscitare qualcosa in chi mi legge. Bizzarra cosa questo scrivere: chi lo fa ci si pulisce la coscienza, è vero, ma chi legge ci va a cercare qualcosa di suo, qualcosa che pensa tu abbia detto - o voluto dire - e che lui non ha mai avuto il coraggio di urlare.
Pensieri in agrodolce
| Titolo | Pensieri in agrodolce |
| Autore | Matteo Sabbatani |
| Collana | Le rime |
| Editore | Bacchilega Editore |
| Formato |
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| Pagine | 96 |
| Pubblicazione | 01/2007 |
| ISBN | 9788888775593 |
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