La poesia di Lucio Mayoor Tosi è priva di identità, priva di destinatario e priva di mittente, una poesia che si auto sospende, che non vuole essere legittimata, tantomeno da una prefazione, che non chiede niente a nessuno e non dice niente a nessuno. È una poesia di Nessuno, una poesia de-potenziata, e questo de-potenziamento che l’autore ha di mira è qualcosa di simile al «Preferirei di no» dello scrivano Bartleby di Melville: non una mera negazione ma un sottrarsi sia alla negazione che alla affermazione, un autosospendersi. Poesia priva di qualsiasi principio gerarchico, direi che è anarchica in quanto priva di archè, priva di origine e priva di una fine, che si estende in lunghezza con un metro polisillabico spesso in distici che sta lì come una sentinella disarmata a guardia di una zona neutra del linguaggio .La poesia è costruita senza alcuna costruzione (costrizione), sembra nata già decostruita, già autosospesa, già rottamata e buona per la pattumiera. Sembra quasi che l’autore di Candia Lomellina si diverta a produrre scarti non riciclabili, scarti inquinanti ma non tossici, scarti di materiali inerti e ipoveritativi che aggiungono inquinamento a inquinamento.
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Mi sorrido gratis. E altre anomalie.
Titolo | Mi sorrido gratis. E altre anomalie. |
Autore | Mayoor |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | Il dado e la clessidra |
Editore | Progetto Cultura |
Formato |
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Pagine | 76 |
Pubblicazione | 11/2023 |
ISBN | 9788833565064 |
€12,00
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