Per molto tempo in tutta Europa il re degli animali non fu il leone, bensì l'orso: ammirato, venerato, considerato come un progenitore o un antenato dell'uomo. I culti dedicati all'orso migliaia di anni prima della nostra era hanno lasciato tracce nell'immaginario e nelle mitologie fin nel cuore del Medioevo cristiano. Ben presto la Chiesa si sforzò di sradicarli. I prelati e i teologi erano impauriti dalla sua forza brutale, dal fascino che esercitava su re e cacciatori e soprattutto da una credenza secondo la quale l'orso maschio rapiva e violentava le giovani donne: da quell'unione nascevano uomini mezzi-orso, guerrieri invincibili, fondatori di dinastie o antenati totemici. L'apice della sconfitta fu raggiunto quando dal diabolico si passò al ridicolo e l'iconografia, la letteratura e la pratica comune finirono per identificare l'orso come il goffo bersaglio di bastonate, senza corona ma con catene e museruola. Eppure, la caduta dell'orso non è stata totale: lo si ritrova ancora oggi, tenero confidente, nella culla di ogni bambino.
L'orso. Storia di un re decaduto
Titolo | L'orso. Storia di un re decaduto |
Autore | Michel Pastoureau |
Traduttore | Chiara Bongiovanni Bertini |
Collana | Saggi, 897 |
Editore | Einaudi |
Formato |
![]() |
Pagine | XXI-348 |
Pubblicazione | 09/2008 |
ISBN | 9788806191726 |
€26,00