Paolo Vettori, come già nelle sue opere precedenti, è dotato di una memoria individuale ma anche indiretta che si dimostra inesauribile. L’autore inaugura ad ogni pagina dei ventagli veri e propri di voci, dei caleidoscopi viventi di particolari che custodiscono, ciascuno, una possibile altra storia: come tanti bivi e trivi, dissigillati e socchiusi continuamente dinanzi agli occhi del lettore, i nomi, i luoghi e gli incontri stessi si fondono in un profluvio ignaro di barriere e aperto in tutte le direzioni. Sembra un grande mare mosso da un vento leggero, quello che Vettori dipinge risalendo di volta in volta le onde che quel mare stesso produce. E come nel concerto per pianoforte e orchestra n. 3 di Sergej Rachmaninov, fra i violini e i violoncelli in burrasca, il pianoforte sembra risalire i marosi, e appare e scompare per riapparire più forte e più intatto, così, allo stesso modo, in mezzo alla miriade di storie che le une alle altre in queste poche pagine si accavallano, ecco che ci si trova a inseguire una giovane fascinosa russa di nome Ljuba.
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Pinerolo 1913. Addio alla «Belle Epoque»
| Titolo | Pinerolo 1913. Addio alla «Belle Epoque» |
| Autore | Paolo Vettori |
| Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) |
| Editore | Helicon |
| Formato |
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| Pagine | 142 |
| Pubblicazione | 08/2019 |
| ISBN | 9788864666372 |
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