Centinaia e centinaia di cognomi, di famiglie, di luoghi e, si può dire, di fatti, sono contenuti in questo testo dedicato alla ex provincia di Terra d'Otranto, e in particolare al Comune di Carovigno, oggi in provincia di Brindisi. Il testo parte da Re Ruggero, il conquistatore di tutto, tranne che di Lecce, che resta con Benevento. Poi arriva Re Guglielmo II e scippa le Terre pagane e bizantine di questa Calabria salentina e nasce una Diocesi anche a Ostuni, proprio quando Re Malo e Re Buono decidono di fare guerra ai Loritello di Puglia. La storia dei Guglielmo Altavilla si complica, quando diventano quattro, ma Lecce ha un solo nemico: Re Guglielmo II Buono che si schiera contro Re Tancredi, quando Accardo ha già fondato S.Giovanni. E' però Tancredi fu Duca Rogero III (fu Re Ruggero II) che da Conte di Lecce ebbe la meglio e divenne Re nel 1190, allorquando sposa Sibilla sorella di Riccardo d'Acerra dei D'Aquino-Medania, subendo la ribellione di Aprutino e Bertoldo, schieratisi dalla parte di Enrico Imperatore, marito di Costanza d'Altavilla, pomo della discordia, fatta prigioniera a Salerno. Ma l'ex Conte di Lecce conquista Terre e fiducia: Tancredi vince così Enrico a Napoli, il Ruggieri sposa Irene, Albiria va al Brienne, l'Imperatrice Costanza viene liberata dalla prigionia, quando Ruggiero di Avellino va a Salerno e Margaritone punta sui Pisani a Castellammare. La morte di Re Tancredi, che lascia Guglielmo III senza corona e la Regina Sibilla vedova, richiama l'attenzione dei Templari che riportano l'Imperatore nel Regno. L'invasione di Enrico VI è ormai imminente quando anche gli imperiali sono alle porte e prendono Napoli, Salerno e la Sicilia, mentre i reali fuggono nel castello di Caltabellotta, subendo il tranello dell'accordo in cambio di Lecce. Costanza, reggente dell'Imperatore, rinnega Lecce a Regina vedova Sibilla spodestata. Lecce passa al Biccari, Taranto sta con Margaritone, ma viene castrato e Re Guglielmo il piccolo castrato, dopo aver subito la prigionia in Germania. L'Imperatore muore, lo stato è invaso dal papa, che regge le sorti dell'erede Svevo, Federico II, e fa tornare i Tancredini a Lecce, sebbene sia stato tutto sequestrato e la provincia papalina: da Lecce a Carovigno è Giustiziario Idronti, assegnato al magistro di Ostuni, per poi essere riassorbita da Napoli, con la rinascita della Contea a Lecce, poi scelta da Re Roberto d'Angiò, quando è Mesagne che accorpa Carovigno e Lecce torna ai d'Enghien. Sotto gli Angioni spuntano gli Statuti a Carovigno, feudo di Orsini dato ai de Foix e avviene l'assoggettamento alle Terre di Bari, con i Loffreda fondatori di S.Maria Belvedere donata al vescovo di Ostuni. Stavolta è Carovigno che ripopola Brindisi, ma la confisca di Ferrante porta l'Idronti con le Terre di Bari ai Loffredo, nonostante l'invasione dei Turchi che nel 1561 sono fatti prigionieri dai Carovignesi Brindisini. Da qui lo sbarco di Veneziani e Genovesi nel Principato e Marchesato venduti a S.Vito e a seguire la sfilza dei feudatari che diede vita al feudo principale di Carovigno con migliaia di nomi di nuovi coloni e contadini, tutti elencati in questo fantastico viaggio nella Terra d'Otrano.
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Abecedari di Brindisi Carovigno. Terra d'Otranto: toponomastica e genealogia tratta dai Catasti Onciari e dall'abecedario di storia fin da Tancredi di Lecce
Titolo | Abecedari di Brindisi Carovigno. Terra d'Otranto: toponomastica e genealogia tratta dai Catasti Onciari e dall'abecedario di storia fin da Tancredi di Lecce |
Autori | Sabato Cuttrera, Arturo Bascetta |
Argomento | Scienze umane Storia |
Editore | ABE |
Formato |
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Pagine | 180 |
Pubblicazione | 03/2025 |
ISBN | 9788872971482 |
€44,00
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