Quest’opera, dedicata al tema decisivo dell’eschaton, non è un tradizionale saggio di filosofia, bensì un “racconto filosofico” sulla scia della grande tradizione illuministica, scandito in tre serrati dialoghi ("Limen", "Finis terrae", "Pulvis et umbra") “concatenati” nell’arco di un filo narrativo in cui Francesco, un intellettuale avviato verso il tramonto della vita, riceve la visita di una giovane e avvenente donna che rappresenta la personificazione della Fine. Nel primo dialogo, il protagonista esprime con appassionata intensità il suo rifiuto angosciato della prospettiva della fine e della morte, cui si contrappone l’inflessibile presa di posizione della Fine, che afferma l’ineluttabilità e la necessità ontologica del destino di morte a cui siamo inevitabilmente indirizzati. Nei due dialoghi successivi, Francesco, su indicazione della sua interlocutrice, intraprende un portentoso “viaggio metafisico” oltre la soglia della porta del suo studio, oltre la realtà quotidiana e visibile, in cui incontrerà prima Plotino, su una spiaggia sperduta alla “fine del mondo”, e poi Didone, costretta a perpetuarsi come “ombra” senza corpo nel buio gelido dell’Ade.
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I dialoghi dell’eschaton. Limen, Finis Terrae, Pulvis et umbra
Titolo | I dialoghi dell’eschaton. Limen, Finis Terrae, Pulvis et umbra |
Autore | Sergio Guarente |
Editore | Morlacchi |
Formato |
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Pagine | 212 |
Pubblicazione | 01/2018 |
ISBN | 9788860749444 |
€12,00
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