La responsabilità per la vita che nasce e per la vita che muore è allo stesso tempo radicale e difficile. Quando e perché riconosciamo che nella provetta di un laboratorio o nel corpo di una donna c'è qualcuno e non più solo qualcosa? Siamo autorizzati a manipolare i geni per far sì che vengano al mondo persone "migliori" e con la prospettiva di una maggiore felicità? Abbreviare la sofferenza di chi non ce la fa più e chiede il nostro aiuto può essere l'ultimo gesto della compassione e della solidarietà? Ci sono risposte diverse a queste domande. Non per questo, tuttavia, è inevitabile concludere che nell'epoca del pluralismo l'unica verità che rimane è la voce della propria coscienza e tutto si risolve lasciando che ciascuno faccia a modo suo. La bioetica, andando appunto alle radici dell'umano, incalza il pensiero a ridefinire l'ambito di quel che può valere per me e insieme per tutti, assumendo i risultati del progresso scientifico, ma sapendo che non è solo dalla scienza che l'uomo può ricavare l'indicazione di quel che deve fare. Questa resta la sfida della filosofia e della politica, chiamate entrambe a riconoscere che sulla vita, in ogni caso, non si hanno solo diritti.
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Bioetica. Le domande, i conflitti, le leggi
Titolo | Bioetica. Le domande, i conflitti, le leggi |
Autore | Stefano Semplici |
Collana | Filosofia. Nuova serie, 39 |
Editore | Morcelliana |
Formato |
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Pagine | 192 |
Pubblicazione | 07/2007 |
ISBN | 9788837222093 |
€20,00
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