Zecchini: I racconti della musica
Le seduzioni di Bach
Antonio Brena
Libro
editore: Zecchini
anno edizione: 2010
pagine: IV-172
Forse non lo sapevi. Ma anche in te, lettore, si nasconde un "piccolo Bach" o qualcosa di suo, una sorta di traccia subliminale. Avresti mai pensato che quel parruccone di musicista barocco (così almeno vuole il luogo comune) fosse nascostamente in agguato nella vita quotidiana, praticamente a contatto con molti aspetti della nostra esperienza e vicenda umana? Questo saggio cerca di spiegartelo. Infatti qui si svela un Bach come ancora non s'era visto. Come attraverso un caleidoscopio aperto a 360 gradi. Un Bach psicologico, o meglio, che può avere qualcosa in comune con la psicologia, ma anche con la psicanalisi e la medicina, con l'architettura e il cinema, con il teatro, l'amore e l'eros. E anche con tutti gli strumenti musicali, perché la sua musica è come un'onda d'urto capace di esprimere ed avvolgere la vita di tutti i giorni. Dunque un Bach non solo classico ma anche jazz, pop, rock. L'autore ci conduce per mano lungo la vita e la musica di questo compositore così inaspettatamente attuale e moderno, con esempi, riflessioni e analisi intriganti. Per concludere che lui è per tutti e fruibile per ogni pubblico: Johann Sebastian!
La sinfonia dell'Ottocento
David Toro
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2010
pagine: VI-250
"Per poter enunciare opinioni e concezioni artistiche diverse non mi sembrò disdicevole inventare personaggi artistici contrastanti, di cui Florestan ed Eusebius erano i più importanti, mentre Meister Raro fungeva da mediatore fra di loro. Questa Lega di David percorre tutta la rivista come un filo rosso collegando verità e poesia in modo umoristico." Così Robert Schumann descrive, nel 1833, finalità e scopi della Lega di David, comunità di amici nati dalla fantasia letteraria del musicista, sulla scia di opere quali Die Serapionsbrüder (I Fratelli di San Serapione) di E.T.A. Hoffmann o i Flegeljahre di Jean Paul; dalla Lega di David, la cui finzione poetica ci presenta lo stesso Robert (Eusebius e Florestan), l'amata Clara (Chiarina), il collega Mendelssohn (Felix Meritis) e tanti altri compagni, il cammino che porta alla Neue Zeitschrift für Musik (Nuova rivista di musica) è breve. Dalla sue pagine Schumann conduce un'appassionata lotta contro i "filistei", termine che nell'Ottocento designa i "borghesi" e quindi i "mercanti dell'arte", in nome del patrono David, nome ispirato ad uno dei personaggi dei Maestri cantori di Norimberga o forse dall'uso studentesco di assegnarsi uno pseudonimo (l'eroe biblico che sconfigge i Filistei).
Richard Wagner. Das Rheingeld, un fiume di danaro
Vincenzo Ramón Bisogni
Libro: Libro rilegato
editore: Zecchini
anno edizione: 2009
pagine: 156
Le parrucche di Hoffmann. Un omicidio «musicale» a Berlino
Alessandro Zignani
Libro
editore: Zecchini
anno edizione: 2009
pagine: 156
Nel 1817 Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, è giudice di corte penale a Berlino. La sua vita, e la sua personalità, sono scisse in due: di giorno, tutela la dignità della legge, di notte dà corpo ai fantasmi della sua morbosa sensibilità di sifilitico. La malattia incide sui suoi muscoli e nervi. Tornato dalle udienze, si asside su di un seggiolone tarlato e scrive i suoi racconti dell'incubo, mentre la sua vicina, Frau Graube, tempesta il clavicembalo con suoni straniati e inquietanti. Tra loro, c'è la simbiosi dei moribondi. Un giorno, al cospetto del giudice Hoffmann viene introdotto il garzone di bottega Daniel Schmolling. In un raptus, ha sgozzato la convivente, uccidendo anche il figlio che lei gli portava in grembo. Hoffmann a poco a poco entra in simbiosi con l'assassino. Contro la perizia psichiatrica che lo dichiara incapace di intendere e di volere, si mette d'impegno a dimostrare la colpevolezza di Schmolling. La sua pazzia, è un'aggravante. Se l'arte è follia, giustificare l'assassinio con la follia, è uccidere l'arte. Ma Schmolling - Hoffmann lo impara presto - conosce già da tempo sua eccellenza il giudice, la cui opera, Undine, ha avuto un ruolo importante nel suo progressivo delirio. Schmolling, uccidendo, ha compiuto quell'opera d'arte che Hoffmann, per viltà, ha rifiutato di confidare al mondo. Mandando Schmolling alla forca, Hoffmann capisce che uccide se stesso, e l'idea di bellezza in cui ha creduto.