Aracne: Meridionalia
«Una vaghissima mescolanza». Sondaggi sul «patetico» nel teatro comico italiano fra Cinquecento e Seicento
Anna Rita Rati
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2018
pagine: 256
Non esclusiva, nel tardo Cinquecento, della tragedia, l'attenzione alla dimensione emotiva dei personaggi (e dei lettori-spettatori) influenza anche gli intrecci dei testi comici. Nel contesto italiano, ricco di varietà regionali e locali, l'esibizione del pathos diventa l'elemento unificante del teatro comico, in cui il repertorio passionale dei protagonisti costituisce una vera e propria koinè. Nel volume si prendono in esame ragioni e sviluppi del fenomeno, connesso a un più ampio quadro della produzione artistica e rilevato su una campionatura significativa di autori (B. Pino, S. Oddi, L. Pasqualigo, L. Groto, G. F. Loredano il vecchio, G.B. Della Porta).
Giuseppe Bonaviri e le novelle saracene
Maria Valeria Sanfilippo
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2016
pagine: 352
Dall'analisi della ricca e multiforme produzione di Giuseppe Bonaviri, alla luce di una bibliografia corposa e aggiornata, scaturisce un panorama critico-letterario, arricchito di indagini intra e intertestuali, lettere inedite, interviste all'autore, materiale documentario di vario genere. Una messa a fuoco delle "Novelle saracene" in un quadro di consonanze e diversità sociolinguistiche con altri autori: da Propp a Calvino, da Andersen a Capuana, a Rodari, sino a Walt Disney. Riaffiorano altresì le atmosfere ricreate da quelle novellatrici popolari che, vissute tra Ottocento e Novecento, seppero accompagnare alla parola l'impareggiabile rituale del gesto e la melodia del canto, inverando inaspettate risorse interculturali e multietniche.
Vito Pandolfi e la Commedia dell'arte. Dall'Arlecchino furioso all'Isabella pietosa
Roberto Cuppone
Libro
editore: Aracne
anno edizione: 2015
pagine: 312
L'idea di Commedia dell'Arte (CDA) come momento fondativo del teatro, tanto nella storia come nell'attualità, fa di Vito Pandolfi un protagonista della nascita della Regia in Italia. I due percorsi teatrali inediti qui ricostruiti rappresentano gli estremi di una traiettoria: il primo pionieristico, postbellico, full of sound and fury (La Fiera delle Maschere, 1947), l'altro frutto maturo di un sistema teatrale ormai "stabilizzato" in cerca di un'improbabile araldica professionale (Isabella comica gelosa, 1959-1971); due estremi di una parabola tanto biografica, di Vito, quanto storica del teatro italiano, emblematica della "normalizzazione" della CDA, di un progressivo svuotamento del potenziale innovativo e finanche rivoluzionario che questa utopia ancora aveva nell'immediato dopoguerra.
1915. In questo anno Futurista. Marinetti, il teatro e la guerra nei manifesti del Quindici
Fabio Nicolosi
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2014
pagine: 196
Il «Pier Luigi Farnese» di Arrigo Boito
Emanuele D'Angelo
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2014
pagine: 156
Nel "Pier Luigi Farnese", scritto per Costantino Palumbo tra il 1875 e il 1877 ma pubblicato solo nel 1891, Boito plasma genialmente la leggenda romantica e risorgimentale del Rinascimento nero, costruendo attorno alla cruenta congiura di Piacenza del 1547 un dramma ricco di colore storico quanto tenebroso, sontuoso e violento, impregnato di tetre passioni, sfaccettato e inquietante, agitato e machiavellico, una tragedia tutta notturna. Questo volume, che ne offre per la prima volta il testo in edizione critica, analizza il dramma ricostruendone la complicata genesi, individuando le sorprendenti fonti storiche e letterarie e analizzandone la raffinata stratificazione semantica. Tra le lettere di Boito all'operista Palumbo, trascritte integralmente in appendice, c'è un'importante missiva inedita, contenente lo schema dell'opera inizialmente pensato dal drammaturgo.
Giovanni Leone Africano. «La Cosmographia de l'Affrica» (1526)
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2014
pagine: 652
Giovanni Leone Africano (1494-1535?) o semplicemente Leone l'Africano, nome con il quale è conosciuto in Occidente Hassan Al-Wazzan, giunse in Italia nel 1518 prigioniero di una nave di corsari cristiani. Persona colta, grande viaggiatore e ambasciatore del sultano di Fes, entrò nelle grazie del papa Leone X da cui ricevette il battesimo. Forse su invito dello stesso pontefice iniziò a redigere in italiano la "Cosmographia de l'Affrica", un dettagliato ed esteso resoconto dei suoi viaggi attraverso il nord Africa e l'area sahariana.
Storia e teatro nell'Età Moderna. Drammaturgia e sperimentazione scenica dal Rinascimento al Futurismo
Fabio Nicolosi
Libro
editore: Aracne
anno edizione: 2014
pagine: 308
Nato per convenzione nell'Età Moderna, sul bagaglio della "Renovatio" classicista dell'Umanesimo, il teatro italiano, nel suo fondarsi come tradizione di una cultura cortigiana, secolo dopo secolo ha subito nel tempo il "peso" della storia del nostro Paese.
Un francescano osservante alle propaggini del Medioevo. Gli exempla di Iacopo Mazza. Tra materiale novellistico e motivi edificanti topici
Filippo Conte, Antonio Pioletti, Gaetano Lalomia
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2014
pagine: 200
Iacopo Mazza, francescano osservante vissuto tra la Sicilia e Napoli a cavallo tra Quattro e Cinquecento, è autore di trattati d'edificazione il cui tessuto connettivo è intessuto di exempla. Il volume intende offrire uno studio d'insieme di tali racconti, sì da individuare una supposta biblioteca del frate e rilevare se e in che misura la letteratura esemplare circolava nelle regioni meridionali della penisola alla fine del Medioevo. La ricerca delle fonti utilizzate da Mazza mette in luce una grande varietà di testi religiosi ma anche profani cui il frate attinge e che riusa con lo scopo di edificare un pubblico laico di idiotae, nonché quel basso clero poco avvezzo al latino.
Gabriele Zinano narratore barocco. Lettura del canto III dell'Eracleide
Gian Piero Maragoni
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2014
pagine: 84
Possibile, oggi come oggi, far ricorso a una disciplina quale la grammaire du récit per provarsi ad accostare e sondare un racconto in versi risalente al primo quarto del XVII secolo? È la scommessa tentata in questo volume, che ripubblica e commenta il terzo canto d'una vasta epopea di conio tassiano ("L'Eracleide" di Gabriele Zinano) aspirando a lumeggiarne la tecnica narrativa e la stessa poetica, all'insegna dello sforzo, dello scialo e del puntiglio.
Struttura e funzione del monologo nel teatro terenziano
Antonio Mileo
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2013
pagine: 200
Nella storia degli studi sul teatro romano poca attenzione è stata riservata finora all'analisi del monologo nelle commedie terenziane e il debole interesse della critica è stato motivato attraverso la presunta "avversione" del poeta verso questo espediente drammaturgico. Un'attenta lettura delle Commedie rivela, invece, il ricorso costante di Terenzio al monologo e perfino l'uso di una tecnica raffinata. Il poeta sfrutta, infatti, a pieno le possibilità drammaturgiche che il monologo gli offre, se ne serve con accortezza stilistica e consapevolezza, e impiega questo strumento con diverse funzioni sceniche. Negli spettacoli terenziani il monologo arriva ad acquisire caratteristiche innovative, specchio di una nuova idea di teatro e segno ulteriore dell'originalità di Terenzio rispetto ai suoi modelli.
L'artificio, l'ingano e la seduzione. Espedienti metateatrali e illusioni nel teatro italiano tra commedia e opera buffa
Laura Belloni
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2013
pagine: 144
È possibile fare teatro mostrando un palcoscenico vuoto e persuadere gli spettatori che sono di fronte al più meraviglioso spettacolo mai messo in scena? Se il fascino del teatro parte inizialmente da un copione e dalla scrittura, quanti inganni e quante illusioni sanno costruire le parole? Le parole possono riempire una scena vuota, lo spazio di un palcoscenico senza maschere né attori, senza scene né musica. Un vuoto che tuttavia comunica perché, attraverso la scena come attraverso uno specchio, lega e incrocia gli sguardi di chi partecipa all'evento teatrale riflettendo la fantasia di cui è capace l'immaginazione umana. Prendendo il via da uno studio di celebri "scene vuote" per indagare i meccanismi di finzione che agiscono in "assenza" di mise-en-scène, il lavoro si concentra sulla commedia moderna e sull'opera buffa per evidenziare gli elementi metateatrali che accomunano i due generi e illustrare le modalità della rappresentazione attraverso il teatro stesso. Al centro dell'indagine è dunque la beffa quale espediente prediletto dal teatro per svelare un po' dei suoi trucchi perché è proprio grazie all'inganno che si assegnano "le parti" in scena.