Besa muci: Nuove lune
Ciao, Trotzkij
Giorgio Bona
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2010
pagine: 98
I racconti che Giorgio Bona ha raccolto in questo volume possiedono tutti il tratto comune della frase breve e pregna di senso, del dire tanto con poco. I racconti "piemontesi" della raccolta sembrano quelli sui pionieri americani, arrivano direttamente da un mondo caotico e mitico, popolato da contadini parsimoniosi e grandi lavoratori, taciturni, ossessionati dai soldi e dal sesso, dalle infedeltà che in un mondo così naturale arrivano e si consumano con le stagioni. Dalla battaglia di Marengo del 1800 agli scontri sindacali durante il Fascio, Bona ci conduce attraverso una campagna piemontese affollata di fantasmi, di miseria, di animali da vendere e a cui badare, di terra da coltivare. La lingua è un italiano secco e preciso, improvvisamente assalito, qua e là, da frasi in alessandrino, il dialetto piemontese più difficile da capire dai piemontesi stessi. Questa scelta è però obbligata: le storie che vengono raccontate non possono letteralmente fare a meno di possedere una percentuale di selvatichezza non aggiustata, premoderna.
La lingua dei fossi. Miseria e orgoglio di un fuorilegge
Alessandro Angeli
Libro
editore: Besa muci
anno edizione: 2009
pagine: 88
Ci sono molti punti oscuri nella morte di Domenico Tiburzi, detto Menico o Domenichino, il leggendario brigante della Maremma, ma nella finzione romanzesca il racconto della vita e della morte dell'eroe popolare non illumina i molti dubbi su come realmente si svolse il conflitto finale tra le forze dell'ordine e il bandito. Si sa per certo che il cervello del Tiburzi era così spappolato che inutilmente approdò sul tavolo autoptico del Lombroso. Neppure Luciano Fioravanti, il giovane luogotenente del Tiburzi, cui l'autore del romanzo affida la funzione di narratore-testimone, e che assistette alla morte di Menico, ci dice con esattezza come andarono le cose in quell'Ok Corral della casa colonica "Le Forane" nei pressi di Capalbio. Domenichino era un delinquente per la sbirraglia, un eroe per il popolo della fame. Dai grandi proprietari pretendeva la "tassa del brigantaggio" e in cambio garantiva protezione. Egli distingueva bene la legge dalla giustizia e in quell'epoca la legge la facevano i Savoia. La lingua dei fossi (miseria e orgoglio di un fuorilegge) è la storia in forma di ballata di questo Robin Hood della Maremma che fino alla morte combatté un'ininterrotta battaglia contro tutte le ingiustizie.
Lettera a Léontine
Raffaello Mastrolonardo
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2009
pagine: 271
In una Bari mai raccontata come in queste pagine, una storia d'amore clandestina coinvolge un affermato medico e l'affascinante Léontine, per tutti Lea. La moglie, l'amante, la figlia, le aspettative di lei, un gioco uguale, paradossale nella sua ossessiva banalità. Ma questa volta è diverso. Una lettera, la magia dei quadri di De Nittis, le poesie, la musica sono gli indizi di una trama di sentimenti ed emozioni che non possono più essere celati. Esplodono nella intensità emotiva e fisica dei protagonisti di un amore che dura pochi giorni. Fino a un epilogo inaspettato, sorprendente come solo può esserlo la vita.
La corte del bagolaro
Daniele Ninfole
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2009
pagine: 220
Piccoli omicidi del cazzo
Walter Spennato
Libro
editore: Besa muci
anno edizione: 2008
pagine: 84
Piccoli omicidi del cazzo è una mitragliata di storie brevi in forma di proiettili letterari, dove i disegni di Laurina Paperina, ispirati ad alcuni racconti, sono le divertenti ferite che continuano a sanguinare nella memoria remota del lettore. Nel titolo di ogni short stories è contenuta la piccola verità che seguirà; la sintesi della scena assurdamente reale che verrà letta.Tutte scene di ordinaria follia metropolitana. O necropolitana. Ci sono memorie immaginate, dialoghi futuribili, sillabe istantanee che inchiodano alla risata fulminea. Tutto si dipana in un fluire microscopico delle vite altrui. Sono pezzi di mondi che rappresentano le visioni deliranti della società cui siamo stati prestati nostro malgrado. Quanto mi dai se ti sparo di Walter Spennato è dunque una raccolta di racconti che è la torta in faccia, invece che a fettine bene educate sul piatto con l'orlo d'oro. E - avverte Anna Mazzamauro nella prefazione - se cerchi di essere rassicurato dalla lettura, sarai invece provocato. Supponi di essere lui, e ti sentirai libero.