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Fuoriscena

Noi due ci apparteniamo. Sesso, amore, violenza, tradimento nella vita dei boss

Noi due ci apparteniamo. Sesso, amore, violenza, tradimento nella vita dei boss

Roberto Saviano

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 272

Due regine del narcotraffico s’incontrano in un’asfittica prigione cilena, fra loro scoppia un amore. Paolo Di Lauro, spietato boss della camorra, vaga per il mondo in cerca della giovane ragazza che gli ha spezzato il cuore. Matteo Messina Denaro spende gli ultimi scampoli della sua latitanza barcamenandosi fra i ricordi e fra i letti delle sue tante amanti. Un feroce killer della ’ndrangheta fa coming out e va a convivere con il suo compagno, scatenando le ire del clan. Cos’è il sesso per le organizzazioni mafiose? Opportunità di controllo, sopraffazione, stigma o vanto, esaltazione o vergogna. Con questo nuovo, accecante caleidoscopio di storie, facce, racconti inconfessati, Roberto Saviano disegna un quadro sorprendente, talvolta romantico, talvolta atroce, della criminalità organizzata alle prese con la questione più spinosa e delicata che le si possa presentare. Sesso, amore, tradimenti. Hanno creato e distrutto imperi, compreso quello criminale. A quasi vent’anni dalla pubblicazione di Gomorra, il libro che ha sovvertito le regole del racconto di realtà, Roberto Saviano torna con un reportage narrativo lacerante, innervato di storia e resoconto giudiziario. Uomini dal cuore di tenebra, donne che non appaiono più come semplici gregarie del boss di turno ma si trasformano, di racconto in racconto, da vittime a carnefici, da portatrici di salvezza a diaboliche assassine. Con lo stile che lo ha reso famoso in tutto il mondo, Roberto Saviano ci trascina in una narrazione torrenziale che sgorga impetuosa già dalla prima pagina: in una serata come tante, uno dei bravi ragazzi seduti al tavolo da poker, rimasto a corto di denaro, mette sul piatto una puntata sconvolgente che lascia gli altri esterrefatti. Di capitolo in capitolo, animano le pagine personaggi epici, tragici, ma sempre profondamente umani, fotografati per la prima volta in quella dimensione privata, sessuale, amorosa, spesso lontana dagli occhi ma sempre determinante, perché costruisce o distrugge alleanze, afferma linee di potere, stabilisce la rispettabilità del boss o ne condanna l’intera stirpe. «In un placido agrumeto siciliano o in una Vela di Scampia, sulla fiorente costa laziale o in un prefabbricato alle porte di Milano, nel trambusto newyorkese, da nord a sud e da est a ovest, in ogni possibile angolo dell’universo criminale: non si scherza con l’amore, e non si scherza con il sesso. Molte delle persone di cui sto per raccontarvi l’hanno imparato a proprie spese.»
18,50

Cenere

Cenere

Tiziana Ferrario

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 304

Milano, primavera 1898, la rivoluzione industriale corre veloce e niente sembra poterla arrestare. La chiamano modernità, eppure in città la gente sta male, è affamata, lavora fino a quattordici ore al giorno e vive in case piccole e affollate. Attraverso la storia di un’amicizia tra due bambine, negli anni a cavallo tra due secoli, Tiziana Ferrario ha scritto il romanzo di una città che è stata la culla del socialismo in Italia, dove nello stesso periodo nasce quello stile tutto italiano che avrebbe fatto di Milano una delle capitali indiscusse della moda nel mondo. Giovannina e Mariuccia hanno appena dieci anni, si conoscono perché la prima, orfana di padre, è una piscinina apprendista in una delle tante sartorie che servono le famiglie bene della borghesia cittadina, Mariuccia invece è la figlia del parlamentare socialista Luigi Majno e di Ersilia Bronzini, fondatrice dell’Unione femminile e instancabile paladina della battaglia per l’emancipazione femminile, che vede la sua alba, in quegli anni, proprio a Milano. In città tutti sanno chi sono i coniugi Majno. Nel salotto di Ersilia s’incontrano alcune delle protagoniste di una lotta per i diritti che si combatte ormai anche sulle strade, rischiando la libertà e perfino la vita. Tra le più impegnate c’è Alessandrina Ravizza, la contessa del brod, fondatrice della Cucina dei Malati poveri nel quartiere Garibaldi abitato da miserabili, a pochi passi da Brera, il regno dei bordelli. In Galleria Vittorio Emanuele, nella casa della socialista Anna Kuliscioff, la dutura dei poveri, esule russa tra le prime laureate in Medicina in Italia e compagna di Filippo Turati, si discute di diritti degli operai. Anna si batte per una legge che tuteli le lavoratrici sfruttate e malpagate. Sono donne milanesi coraggiose e rivoluzionarie, che non si accontentano della carità, che credono nel valore dell’istruzione come arma di riscatto dalla povertà. Aprono scuole e biblioteche, avviano corsi professionali, chiedono inascoltate il suffragio femminile. In queste pagine le vediamo muoversi in luoghi oggi scintillanti e iconici, ma allora miserabili. Grazie alle loro battaglie, le donne italiane hanno iniziato quel cammino di consapevolezza verso una parità ancora oggi da conquistare.
18,50

La guerra di Heisenberg. La storia segreta dell'atomica nazista

La guerra di Heisenberg. La storia segreta dell'atomica nazista

Thomas Powers

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 760

Nulla mancava alla Germania di Hitler per costruire una bomba atomica, e sarebbe stata la prima della storia. C’era il sostegno delle alte gerarchie naziste, c’era l’appoggio della casta militare, c’erano i laboratori e gli impianti industriali meglio attrezzati d’Europa e c’era infine un gruppo di scienziati guidati dal genio della meccanica quantistica Werner Heisenberg, premio Nobel per la Fisica nel 1932 che, pur ricevendo proposte dalle migliori università e dai più prestigiosi istituti di ricerca del mondo, si rifiutò di lasciare il suo Paese. Perché allora non ci fu un’atomica nazista? Una risposta a questa domanda è ben nota: Heisenberg e gli altri scienziati tedeschi sbagliarono i calcoli e sostennero che il piano avrebbe richiesto troppi anni di studi, un’enorme quantità di uranio e sarebbe rimasto comunque di difficile realizzazione. Di fronte a questo scenario, i gerarchi nazisti avrebbero optato per altre strategie. Ma Heisenberg era stato sincero? Aveva davvero creduto che la bomba rappresentasse una possibilità tecnicamente irrealizzabile? Sono le domande che ispirano il lavoro investigativo di Thomas Powers, premio Pulitzer che ha dedicato anni di ricerca a seguire le pur labili tracce lasciate dallo scienziato tedesco, recuperando relazioni ufficiali e documenti segreti, ricostruendo conversazioni private con colleghi e amici, cercando di ricomporre la personalità, le idee morali e politiche di questo gigante della Fisica del Novecento, e smontando una fittissima trama di false accuse, fraintendimenti, reticenze. Come e forse più ancora che nel caso di Oppenheimer, la storia segreta dell’atomica nazista s’interseca con le vicende personali di alcuni tra i più grandi scienziati del secolo scorso: oltre allo stesso Heisenberg e a Robert Oppenheimer, Niels Bohr, Victor Weisskopf, Enrico Fermi, Max Born e molti altri. A rendere la vicenda ancor più intricata è la presenza, accanto agli scienziati e a volte a loro insaputa, dei servizi segreti, che svolsero opera di disinformazione, attivarono reti di spionaggio, progettarono missioni omicide. Questo libro, molto discusso fin dalla sua prima edizione americana nel 1993, propone una ricostruzione profonda e convincente degli avvenimenti legati al progetto dell’atomica nazista e del ruolo di assoluto protagonista giocatovi da Heisenberg stesso. Con lo stile incalzante dello scrittore di spy stories e con il talento del giornalista investigativo, Thomas Powers affronta uno dei capitoli più oscuri e misteriosi del Novecento. Prefazione di Stefania Maurizi.
22,00

Mio padre non mi ha insegnato niente

Mio padre non mi ha insegnato niente

Massimiliano Smeriglio

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 176

«Avrei voluto fargli male. Ucciderli magari. Padre e madre. A un certo punto, stremato, ho semplicemente smesso di pensarli. Da vivi e da morti. Non faceva una grande differenza». Se arriva, quel momento è una benedizione. Ricacciati indietro al nastro di partenza, lì dove i destini sembravano già scritti, possiamo ripercorrere la nostra storia e nelle maglie un po’ più larghe della trama della vita rivivere gli episodi che l’hanno resa unica e irripetibile. Emme, figlio dell’imperizia, è il protagonista di questo memoir in forma di romanzo. Un romanzo di formazione, una storia famigliare che si consuma tra case popolari, cortili pieni di bambini, la legge primordiale del branco, le botte con le spranghe di cartone compresso, l’umiliazione dei no delle banche e perfino a volte la negazione di un pezzo di pane, la famiglia allargata del quartiere come paracadute. Siamo a Roma, Garbatella. A dar l’avvio alla narrazione, la vicenda intima di una gravidanza non voluta, di genitori poco più che adolescenti. A seguire, una sequenza di eventi densi di rovesci, di desideri mai pronunciati, di famiglie con poco amore e tanta ignavia. I legami fortissimi tra bande di ragazzini che tentano la sopravvivenza. Perché si può essere branco senza essere iene. Emme viene al mondo a metà degli anni Sessanta, cresce con i nonni, tradizione comunista, antifascisti, classe operaia con ancora addosso l’odore della Resistenza. In più punti la sua storia personale incrocia la grande Storia, le Fosse Ardeatine, con il bisnonno Enrico Mancini tra le vittime della furia nazista; la contestazione studentesca della Pantera; l’omicidio di Vincenzo Paparelli in un derby Roma-Lazio tragicamente indimenticabile e quello di Valerio Verbano a Montesacro, la storia che non guarisce e che non passa. Emme vive la strada, le opportunità, i pericoli, fino all’adolescenza, in cui riuscirà a disarcionare un destino che pareva già scritto. La lettura e la militanza politica come un nuovo modo di stare al mondo. Fino al colpo di scena finale.
16,00

Il colpo di spugna. Trattativa Stato-mafia: il processo che non si doveva fare

Il colpo di spugna. Trattativa Stato-mafia: il processo che non si doveva fare

Nino Di Matteo, Saverio Lodato

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 112

Tutti assolti «per non aver commesso il fatto». Dopo la sentenza di Cassazione, il magistrato Nino Di Matteo, protagonista del processo sulla trattativa Stato-Mafia, prende la parola per ripercorrere e commentare – in questo libro-intervista con Saverio Lodato – uno dei più grandi argomenti tabù della storia italiana recente. «Rivendico, adesso che la vicenda processuale si è conclusa, il mio diritto a parlare. Le sentenze si devono rispettare, ma si possono criticare.» Un verdetto, quello della Suprema Corte, per troppi versi lacunoso, secondo Di Matteo, che butta al vento l’impianto probatorio emerso in due gradi di giudizio, consacrato in circa diecimila pagine di motivazioni delle sentenze e in questo libro ampiamente ricordato. Un autentico vademecum sull’intera vicenda. «Poche pagine pretendono di smontare la valenza probatoria di dati processuali emersi in anni e anni di lavoro – dice Di Matteo –, con valorosi ed esperti giudici di merito che avevano accertato fatti molto gravi.» Alla fine, sembra verificarsi ciò che diceva Leonardo Sciascia: se lo Stato italiano volesse davvero sconfiggere la Mafia, dovrebbe suicidarsi.
12,00

Siciliana. Cronache di una vita di donna e magistrato in prima linea

Siciliana. Cronache di una vita di donna e magistrato in prima linea

Teresa Principato

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2024

pagine: 320

La forza di queste pagine, che compongono il ritratto a figura intera di una protagonista della grande stagione della lotta alla mafia – intesa essenzialmente come lotta per smascherare il legame profondo in Italia tra criminalità e potere; mafia, massoneria, servizi deviati e destra eversiva – sta nella loro capacità di offrire al lettore occhi per ripercorrere oltre quaranta anni tragici e straordinari. Sono gli anni di Chinnici e Caponnetto, di Falcone e Borsellino, del pool antimafia e del palazzo dei veleni di Palermo, dei processi a carico di protagonisti della politica, del caso Luigi Ilardo, della caccia ai grandi boss e delle azioni che per troppo tempo ne hanno impedito la cattura. Teresa Principato ha visto e vissuto tutto in prima persona, da protagonista, e ha deciso attraverso questo libro autobiografico per la prima volta di mettere a disposizione dei lettori la sua memoria storica. Una memoria che parte dagli anni giovanili, in una Sicilia patriarcale e sessista che ha lasciato un segno indelebile nella storia personale e professionale dell’autrice. Siciliana è il racconto sincero e senza filtri di una donna tenace e rigorosa, che ha combattuto per la giustizia, per onorare il suo lavoro e la memoria di amici e colleghi barbaramente uccisi, per essere semplicemente sé stessa, in un ambiente tutto maschile e machista, capace di cattiverie spietate.
18,50

J'accuse. Gli attacchi del 7 ottobre, Hamas, il terrorismo, Israele, l'apartheid in Palestina e la guerra

J'accuse. Gli attacchi del 7 ottobre, Hamas, il terrorismo, Israele, l'apartheid in Palestina e la guerra

Francesca Albanese

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2023

pagine: 176

La verità prima di tutto è l’inizio del più famoso J’Accuse della storia moderna, quello di Émile Zola. La verità prima di tutto è anche il movente che ispira questo J’Accuse, che raccoglie la testimonianza della Relatrice speciale Onu sui territori palestinesi occupati da Israele dal 1967. Questo libro non nasce come un instant book. Prima degli attacchi del 7 ottobre 2023 – in un momento in cui l’attenzione mediatica sulla situazione in Israele e nei territori palestinesi occupati era prossima allo zero – J’Accuse voleva essere anzitutto uno strumento per comunicare ai lettori l’urgenza di un tema che non poteva essere ignorato. Attraverso il prezioso lavoro svolto da Francesca Albanese e confluito in tre Rapporti internazionali – presentati rispettivamente nell’ottobre 2022, nel luglio e nell’ottobre 2023 – era possibile documentare in maniera incontestabile l’affermarsi di una condizione di apartheid e di un’occupazione neocoloniale con migliaia di vittime. Questo fatto doveva essere portato all’attenzione del grande pubblico. Dopo il brutale e intollerabile attacco di Hamas, e dopo la guerra conseguente su Gaza, l’attenzione mediatica su Israele e Palestina è diventata massima, eppure resta impantanata in contrapposizioni fuorvianti (se critichi Israele stai con i terroristi; se porti l’attenzione sull’occupazione stai giustificando Hamas…), che impediscono la comprensione di una storia che non comincia il 7 ottobre. Il J’Accuse di Francesca Albanese non è l’intervento di parte di un’attivista ma è il contributo di una donna che svolge da anni un incarico di alto profilo istituzionale e che può aiutarci a vedere e a capire ciò che non vediamo. L’ampio saggio di Roberta De Monticelli che chiude il libro offre inoltre una visione profonda dei temi che questo conflitto ha messo in luce.
16,00

L'economia è politica. Tutto quello che non vediamo dell'economia e nessuno racconta

L'economia è politica. Tutto quello che non vediamo dell'economia e nessuno racconta

Clara E. Mattei

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2023

pagine: 192

Questo libro ribalta il racconto consueto dell’economia da cui siamo intossicati e rivela, ripercorrendo una lunga storia che dal fascismo arriva fino ai giorni nostri, quanta e che politica si nasconde dietro le scelte economiche. Clara Mattei è una giovane economista italiana che da anni vive e lavora a New York, dove insegna alla prestigiosa New School for Social Research. Nel 2022 ha scritto un libro in lingua inglese (The Capital Order), inserito dal «Financial Times» tra le dieci pubblicazioni più influenti dell’anno a tema economico. La sua lettura recupera e rilancia con forza la lezione dei grandi classici, da Smith a Ricardo a Marx, attaccando in modo dirompente quella naturalizzazione dell’economia che ci porta a considerare quest’ultima come una scienza esatta, rigorosa, pura, definita da modelli matematici rispetto ai quali non possiamo fare nulla, solo adattarci. Non per niente ci hanno insegnato che il nostro sistema economico rappresenta il migliore dei mondi possibili, il modo più eccezionale di produrre ricchezza e benessere. I tempi sono ormai maturi per smascherare le falsità insite in questa visione. Questo libro, accompagnato dai commenti di tre importanti economisti internazionali – Thomas Piketty, Branko Milanović e Adam Tooze – introduce una nuova prospettiva emancipatrice, capace di rivelare la trama nascosta dietro le questioni economiche centrali nella discussione pubblica: dall’austerità all’inflazione, dalla disoccupazione alla crescita, dalla concorrenza al debito al rapporto tra Stato e mercato, e moltissimo altro. È illuminante leggere, con la precisione e l’incisività di cui l’autrice è capace, come il potere politico abbia costruito nel tempo un sistema profondamente antidemocratico, destinato scientemente ad arricchire pochi privilegiati, impoverendo per converso la maggioranza della popolazione e rendendo i cittadini sempre più sudditi. La conoscenza è il primo passo per immaginare un mondo diverso, e per muoversi affinché esso diventi possibile.
16,50

Manifesto degli intellettuali fascisti e antifascisti

Manifesto degli intellettuali fascisti e antifascisti

Giovanni Gentile, Benedetto Croce

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2023

pagine: 224

Questo è il primo libro di una serie che dedicheremo al recupero di testi classici. L’idea sottostante è quella di liberarli dai recinti in cui sono spesso costretti e da quella sorvegliata distanza di sicurezza dall’attualità utile solo a disinnescarli. La storia non è cartografia del passato, non è pura erudizione per pochi. Non esistono analogie, non si possono sovrapporre storia e attualità, ma «l’incomprensione del presente cresce fatalmente dall’ignoranza del passato» (Marc Bloch). Il cuore di questo libro è il rapporto tra intellettuali e potere. Se c’è stata un’egemonia culturale della sinistra, raramente si sente parlare dell’egemonia culturale di destra che ha dominato il Paese nel ventennio fascista. I più grandi intellettuali di allora furono fascisti, non per paura del manganello o di ritorsioni ma per assoluta convinzione politica e morale, come si può leggere limpidamente in queste pagine. «Dobbiamo abbandonare una vecchia immagine del fascismo come fenomeno reazionario incapace di produrre cultura» scrive Alessandra Tarquini nell’introduzione al Manifesto degli intellettuali fascisti, sottoscritto tra gli altri da Ungaretti, Pirandello, Malaparte, Marinetti, e il cui autore, Giovanni Gentile (che resterà fascista fino alla morte, nel 1944, ucciso dai partigiani dei Gap), è uno dei massimi filosofi italiani del Novecento. All’egemonia culturale fascista risponderà con un testo speculare – il Manifesto degli intellettuali antifascisti – un gruppo guidato da Benedetto Croce e da Giovanni Amendola. Il loro antifascismo segue l’indirizzo del cosiddetto «Aventino» (il ritiro dell’opposizione parlamentare dopo l’omicidio Matteotti del 10 giugno 1924), porta alta la bandiera del liberalismo democratico e riconosce una clamorosa leggerezza (dopo la marcia su Roma, infatti, Croce aveva ritenuto il fascismo un fenomeno passeggero, e il 24 giugno 1924 aveva votato in Senato la fiducia al Duce). Rileggere le parole di allora (estremamente illuminanti ed evocative) è un’occasione per guardare da dove veniamo, per capire chi siamo stati e chi possiamo essere.
16,00

Mai più Vajont 1963/2023. Una storia che ci parla ancora

Mai più Vajont 1963/2023. Una storia che ci parla ancora

Paolo Di Stefano, Riccardo Iacona

Libro: Libro in brossura

editore: Fuoriscena

anno edizione: 2023

pagine: 176

Sessanta anni dopo, Paolo Di Stefano del «Corriere della Sera» e Riccardo Iacona, conduttore di Presadiretta (Rai 3), raccontano il disastro del Vajont, «il più clamoroso degli eventi quasi-fotocopia» che hanno segnato il nostro Paese, scrive Di Stefano. Nella tragedia del Vajont c’è tutto. Il ruolo del giornalismo, con le grandi firme dell’epoca impegnate a commentare e a ricostruire i fatti, testimoniando il dolore dei superstiti con pezzi spesso memorabili («Non sono sepolti vivi, sono sepolti morti… Meglio non mentire. Facciamo i cronisti in un cimitero», scrisse Alberto Cavallari). In questo libro, per la prima volta sono raccolti gli articoli e i reportage più importanti sul caso. E ancora, la lunga battaglia giudiziaria, le strumentalizzazioni politiche, l’indifferenza fino al disprezzo per la gente comune, le connivenze tra funzionari pubblici e gruppi industriali. Perfino un caso clamoroso di occultamento a sfondo non solo politico ma anche sessista, quello della giornalista Tina Merlin le cui denunce ben prima dei tragici fatti non solo rimasero inascoltate ma le procurarono pure una querela (che non riuscì a fermarla). Infine, la lezione del Vajont, esemplare e urgente, con la crisi ambientale che incombe e minaccia il nostro futuro, mentre nessuno sembra davvero voler invertire la marcia. Per tutte queste ragioni il disastro del 9 ottobre 1963 è una storia potente che ci parla ancora. Già allora i pericoli erano noti. Tecnici, dirigenti, funzionari governativi, popolazione locale sapevano tutto. Non bastò. Scrisse Lodovico Terzi su «Panorama» nel 1967: «Ci chiediamo se il Vajont non sia stato soprattutto una catastrofe morale, un test che, al prezzo terribile di duemila vite umane, ha dimostrato i mali di un gretto affarismo e l’incapacità del Paese di affrontare situazioni di emergenza». Dopo oltre mezzo secolo, sono ancora parole di estrema attualità.
16,50

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