Marsilio Arte
La chiesa di San Sebastiano a Venezia. Guida
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 192
«La chiesa di San Sebastiano è un tempio dedicato all’arte di Paolo Veronese. Dipingendo con tecniche e su superfici diverse, ad olio su tela e su tavola e a fresco e tempera su intonaco, il suo pennello ha dato vita a soffitto e pareti». David Rosand Stupefacente, totalizzante e ardito sono solo alcuni degli aggettivi che possono descrivere l’eccezionale apparato decorativo che Paolo Veronese dipinse all’interno della chiesa di San Sebastiano, uno dei più straordinari gioielli del Rinascimento veneziano. In occasione della più recente campagna di restauro promossa e finanziata da Save Venice Inc., una non profit americana che da più di cinquant’anni si dedica alla conservazione del patrimonio storico-artistico veneziano, Marsilio Arte pubblica La chiesa di San Sebastiano. Guida, a cura di Davide Gasparotto e Xavier Salomon. «Dalle immagini del 2006 sul soffitto ligneo al restauro delle cappelle absidali del 2024» sottolinea Fredrick Ilkman, presidente di Save Venice «la campagna di restauri ha toccato praticamente ogni angolo di questo meraviglioso edificio». Fondata come ex voto contro la peste del 1464 e riedificata a partire dal 1506 sotto la direzione di Antonio Scarpagnino, la chiesa di San Sebastiano deve la sua unicità alla straordinaria decorazione interna realizzata tra il 1550 e il 1570 da Paolo Veronese, uno dei massimi interpreti del Cinquecento italiano, a cui si aggiungono opere di molti degli artisti più importanti della Venezia dell’epoca quali Tiziano, Jacopo Sansovino, Andrea Schiavone e Alessandro Vittoria. Tutto a San Sebastiano porta l’inconfondibile impronta del Veronese, dagli affreschi monumentali alle grandi tele, dagli altari ai fregi, rendendola una sorta di sua opera totale. È proprio questa decorazione con le sue ardite scenografie a trompe l’œil e gli spregiudicati effetti illusionistici a fare di questa chiesa l’indiscusso capolavoro dell’artista. I testi di Xavier Salomon, Davide Gasparotto, Gabriele Matino e Melissa Conn, accompagnati dalle fotografie di Matteo de Fina, guidano il lettore attraverso i vari ambienti della chiesa, dalla facciata all’atrio, dalle navate alla sacrestia, dal presbiterio al coro, in un vero e proprio percorso visivo alla riscoperta di questo piccolo gioiello veneziano.
The Church of San Sebastiano in Venice. A guide
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 192
Stupefacente, totalizzante e ardito sono solo alcuni degli aggettivi che possono descrivere l’eccezionale apparato decorativo che Paolo Veronese dipinse all’interno della chiesa di San Sebastiano, uno dei più straordinari gioielli del Rinascimento veneziano. In occasione della più recente campagna di restauro promossa e finanziata da Save Venice Inc., una non profit americana che da più di cinquant’anni si dedica alla conservazione del patrimonio storico-artistico veneziano, Marsilio Arte pubblica La chiesa di San Sebastiano. Guida, a cura di Davide Gasparotto e Xavier Salomon. «Dalle immagini del 2006 sul soffitto ligneo al restauro delle cappelle absidali del 2024» sottolinea Fredrick Ilkman, presidente di Save Venice «la campagna di restauri ha toccato praticamente ogni angolo di questo meraviglioso edificio». Fondata come ex voto contro la peste del 1464 e riedificata a partire dal 1506 sotto la direzione di Antonio Scarpagnino, la chiesa di San Sebastiano deve la sua unicità alla straordinaria decorazione interna realizzata tra il 1550 e il 1570 da Paolo Veronese, uno dei massimi interpreti del Cinquecento italiano, a cui si aggiungono opere di molti degli artisti più importanti della Venezia dell’epoca quali Tiziano, Jacopo Sansovino, Andrea Schiavone e Alessandro Vittoria. Tutto a San Sebastiano porta l’inconfondibile impronta del Veronese, dagli affreschi monumentali alle grandi tele, dagli altari ai fregi, rendendola una sorta di sua opera totale. È proprio questa decorazione con le sue ardite scenografie a trompe l’œil e gli spregiudicati effetti illusionistici a fare di questa chiesa l’indiscusso capolavoro dell’artista. I testi di Xavier Salomon, Davide Gasparotto, Gabriele Matino e Melissa Conn, accompagnati dalle fotografie di Matteo de Fina, guidano il lettore attraverso i vari ambienti della chiesa, dalla facciata all’atrio, dalle navate alla sacrestia, dal presbiterio al coro, in un vero e proprio percorso visivo alla riscoperta di questo piccolo gioiello veneziano.
Il silenzio della materia. La poetica del Muro di Antoni Tàpies
Massimo Recalcati
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 96
Come avviene la creazione artistica? Qual è la sua genesi? Quali le sue condizioni? Attraverso il particolare itinerario artistico di Antoni Tàpies, Massimo Recalcati esplora la natura del gesto creativo, riflettendo sul rapporto tra biografia e opera. Ricostruendo il «paradigma-Tàpies» svela l’intensa dialettica che si sviluppa tra memoria e oblio, necessità e contingenza, ripetizione e creazione.
Pierre Huyghe. Liminal. Ediz. italiana
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 456
Superare i confini tra umano, animale e artificiale in un costante gioco di finzioni speculative e manipolazioni è il desiderio che anima l’opera dell’eclettico artista Pierre Huyghe (Parigi, 1962). In occasione della mostra personale allestita negli spazi di Punta della Dogana, visitabile fino al 24 novembre 2024, Marsilio Arte pubblica il volume Pierre Huyghe. Liminal a cura di Anne Stenne. L’esposizione offre al visitatore la possibilità di ammirare le più recenti creazioni dell’artista – come Liminal, l’inedita installazione progettata appositamente per Punta della Dogana – accanto a pezzi storici provenienti dalla Pinault Collection. Attingendo ai più recenti sviluppi di scienza e tecnologia, gli ibridi lavori di Huyghe trasformano Punta della Dogana in uno spazio espositivo dinamico e suggestivo, in costante trasformazione. «La mostra», sottolinea Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, «è anche il risultato di una proficua sinergia con il Leeum Museum di Seul, che la ospiterà nel 2025». Figura centrale della ricerca delle relazioni dell’arte con il non umano, fin dalle sue prime opere Huyghe adotta un’altra prospettiva rispetto a quella umana per lasciar emergere ciò che si trova al di fuori dalla nostra comprensione, fuori dalla nostra possibilità di farne esperienza. Le sue opere sono concepite come delle finzioni speculative che spesso si rivelano un’unione di diverse forme di intelligenza che apprendono, si modificano ed evolvono nel corso del percorso espositivo. Il catalogo ripercorre per intero la carriera dell’artista francese, dal 1993 a oggi, costituendo così la pubblicazione più completa sull’artista francese mai uscita in Italia. Apre il volume una conversazione tra Anne Stenne e Pierre Huyghe che ha come focus la mostra allestita a Punta della Dogana e la sua ideazione. In Un’accrezione sulle rovine della volontà il filosofo Tristan Garcia riflette sul confine tra volere e non volere, tra arte e natura attraverso puntuali riferimenti all’opera di Huyghe. Dalla proiezione all’incorporamento. Significazione e ripensamento concettuale è il saggio firmato dall’artista Patricia Reed, un’indagine filosofica che intreccia ragionamenti sulle strutture della conoscenza con la produzione creativa dell’artista. Il contributo del filosofo Tobias Rees, Esterni. Pierre Huyghe e l’umano, è una riflessione sullo status ontologico dell’essere umano che nasce dall’analisi di Exomind (2017 – in corso), opera di Huyghe che allude alla possibilità che la mente non sia una componente interna, bensì una realtà esterna all’uomo. Infine, la ricercatrice e curatrice Chiara Vecchiarelli racconta e approfondisce ne L’immaginale la peculiarità delle opere dell’artista francese, ossia la capacità di creare nuovi mondi alternativi. Chiude il catalogo la schedatura completa delle opere esposte in mostra, accompagnata da una breve biografia di Huyghe.
Pierre Huyghe. Liminal. Ediz. inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 456
Superare i confini tra umano, animale e artificiale in un costante gioco di finzioni speculative e manipolazioni è il desiderio che anima l’opera dell’eclettico artista Pierre Huyghe (Parigi, 1962). In occasione della mostra personale allestita negli spazi di Punta della Dogana, visitabile fino al 24 novembre 2024, Marsilio Arte pubblica il volume Pierre Huyghe. Liminal a cura di Anne Stenne. L’esposizione offre al visitatore la possibilità di ammirare le più recenti creazioni dell’artista – come Liminal, l’inedita installazione progettata appositamente per Punta della Dogana – accanto a pezzi storici provenienti dalla Pinault Collection. Attingendo ai più recenti sviluppi di scienza e tecnologia, gli ibridi lavori di Huyghe trasformano Punta della Dogana in uno spazio espositivo dinamico e suggestivo, in costante trasformazione. «La mostra», sottolinea Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, «è anche il risultato di una proficua sinergia con il Leeum Museum di Seul, che la ospiterà nel 2025». Figura centrale della ricerca delle relazioni dell’arte con il non umano, fin dalle sue prime opere Huyghe adotta un’altra prospettiva rispetto a quella umana per lasciar emergere ciò che si trova al di fuori dalla nostra comprensione, fuori dalla nostra possibilità di farne esperienza. Le sue opere sono concepite come delle finzioni speculative che spesso si rivelano un’unione di diverse forme di intelligenza che apprendono, si modificano ed evolvono nel corso del percorso espositivo. Il catalogo ripercorre per intero la carriera dell’artista francese, dal 1993 a oggi, costituendo così la pubblicazione più completa sull’artista francese mai uscita in Italia. Apre il volume una conversazione tra Anne Stenne e Pierre Huyghe che ha come focus la mostra allestita a Punta della Dogana e la sua ideazione. In Un’accrezione sulle rovine della volontà il filosofo Tristan Garcia riflette sul confine tra volere e non volere, tra arte e natura attraverso puntuali riferimenti all’opera di Huyghe. Dalla proiezione all’incorporamento. Significazione e ripensamento concettuale è il saggio firmato dall’artista Patricia Reed, un’indagine filosofica che intreccia ragionamenti sulle strutture della conoscenza con la produzione creativa dell’artista. Il contributo del filosofo Tobias Rees, Esterni. Pierre Huyghe e l’umano, è una riflessione sullo status ontologico dell’essere umano che nasce dall’analisi di Exomind (2017 – in corso), opera di Huyghe che allude alla possibilità che la mente non sia una componente interna, bensì una realtà esterna all’uomo. Infine, la ricercatrice e curatrice Chiara Vecchiarelli racconta e approfondisce ne L’immaginale la peculiarità delle opere dell’artista francese, ossia la capacità di creare nuovi mondi alternativi. Chiude il catalogo la schedatura completa delle opere esposte in mostra, accompagnata da una breve biografia di Huyghe.
Pierre Huyghe. Liminal. Ediz. francese
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 456
Superare i confini tra umano, animale e artificiale in un costante gioco di finzioni speculative e manipolazioni è il desiderio che anima l’opera dell’eclettico artista Pierre Huyghe (Parigi, 1962). In occasione della mostra personale allestita negli spazi di Punta della Dogana, visitabile fino al 24 novembre 2024, Marsilio Arte pubblica il volume Pierre Huyghe. Liminal a cura di Anne Stenne. L’esposizione offre al visitatore la possibilità di ammirare le più recenti creazioni dell’artista – come Liminal, l’inedita installazione progettata appositamente per Punta della Dogana – accanto a pezzi storici provenienti dalla Pinault Collection. Attingendo ai più recenti sviluppi di scienza e tecnologia, gli ibridi lavori di Huyghe trasformano Punta della Dogana in uno spazio espositivo dinamico e suggestivo, in costante trasformazione. «La mostra», sottolinea Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, «è anche il risultato di una proficua sinergia con il Leeum Museum di Seul, che la ospiterà nel 2025». Figura centrale della ricerca delle relazioni dell’arte con il non umano, fin dalle sue prime opere Huyghe adotta un’altra prospettiva rispetto a quella umana per lasciar emergere ciò che si trova al di fuori dalla nostra comprensione, fuori dalla nostra possibilità di farne esperienza. Le sue opere sono concepite come delle finzioni speculative che spesso si rivelano un’unione di diverse forme di intelligenza che apprendono, si modificano ed evolvono nel corso del percorso espositivo. Il catalogo ripercorre per intero la carriera dell’artista francese, dal 1993 a oggi, costituendo così la pubblicazione più completa sull’artista francese mai uscita in Italia. Apre il volume una conversazione tra Anne Stenne e Pierre Huyghe che ha come focus la mostra allestita a Punta della Dogana e la sua ideazione. In Un’accrezione sulle rovine della volontà il filosofo Tristan Garcia riflette sul confine tra volere e non volere, tra arte e natura attraverso puntuali riferimenti all’opera di Huyghe. Dalla proiezione all’incorporamento. Significazione e ripensamento concettuale è il saggio firmato dall’artista Patricia Reed, un’indagine filosofica che intreccia ragionamenti sulle strutture della conoscenza con la produzione creativa dell’artista. Il contributo del filosofo Tobias Rees, Esterni. Pierre Huyghe e l’umano, è una riflessione sullo status ontologico dell’essere umano che nasce dall’analisi di Exomind (2017 – in corso), opera di Huyghe che allude alla possibilità che la mente non sia una componente interna, bensì una realtà esterna all’uomo. Infine, la ricercatrice e curatrice Chiara Vecchiarelli racconta e approfondisce ne L’immaginale la peculiarità delle opere dell’artista francese, ossia la capacità di creare nuovi mondi alternativi. Chiude il catalogo la schedatura completa delle opere esposte in mostra, accompagnata da una breve biografia di Huyghe.
I giardini di Venezia
Toto Bergamo Rossi
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 296
Segreti, protetti e nascosti: sono i giardini di Venezia, protagonisti del volume illustrato edito da Marsilio Arte e curato da Toto Bergamo Rossi, direttore dell’associazione Venetian Heritage con Marco Bay, architetto paesaggista. I testi firmati dai due autori del volume, accompagnati dai suggestivi scatti di Marco Valmarana, guidano il lettore alla scoperta di queste gemme verdi, luoghi privilegiati in cui natura, arte e storia si intrecciano. Il volume costituisce un vero e proprio viaggio tra i giardini di Venezia, dai più sontuosi custoditi nei palazzi nobiliari affacciati sul Canal Grande a quelli più vernacolari delle isole della laguna, raccolti e presentati sistematicamente attraverso un’indicizzazione per sestieri. La fioritura primaverile, l’opulenza estiva, i colori dell’autunno, le nebbie e il gelo invernali vengono catturati in maniera inedita in una serie di foto ricche di dettagli e di emozioni, che svelano il verde segreto veneziano attraverso le stagioni. Le parole di Toto Bergamo Rossi, grande appassionato di giardini, raccontano l’evoluzione e la storia del giardino a Venezia, indagando le sue peculiarità e le sfide di questo ambiente naturale con la pietra, con le maree, nel tentativo di integrarsi armoniosamente con la conformazione della città, la storia dei luoghi e dei palazzi. Marco Bay, architetto paesaggista che si occupa di restauro di giardini storici, analizza una serie di aspetti più tecnici che spaziano dalla botanica alla storia, fino all’architettura del paesaggio. A un excursus storico che racconta lo sviluppo e i cambiamenti che nel corso dei secoli hanno interessato il giardino veneziano, l’autore affianca nozioni tecniche e riflessioni su cosa significhi possedere uno spazio verde a Venezia. A chiusura del volume, Bay firma un saggio in cui immagina e propone dieci nuovi formati di giardino attraverso i quali tramandare l’eredità botanica di Venezia, in un rimando di esperienze passate e sperimentazioni future.
The gardens of Venice
Toto Bergamo Rossi
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 256
Segreti, protetti e nascosti: sono i giardini di Venezia, protagonisti del volume illustrato edito da Marsilio Arte e curato da Toto Bergamo Rossi, direttore dell’associazione Venetian Heritage con Marco Bay, architetto paesaggista. I testi firmati dai due autori del volume, accompagnati dai suggestivi scatti di Marco Valmarana, guidano il lettore alla scoperta di queste gemme verdi, luoghi privilegiati in cui natura, arte e storia si intrecciano. Il volume costituisce un vero e proprio viaggio tra i giardini di Venezia, dai più sontuosi custoditi nei palazzi nobiliari affacciati sul Canal Grande a quelli più vernacolari delle isole della laguna, raccolti e presentati sistematicamente attraverso un’indicizzazione per sestieri. La fioritura primaverile, l’opulenza estiva, i colori dell’autunno, le nebbie e il gelo invernali vengono catturati in maniera inedita in una serie di foto ricche di dettagli e di emozioni, che svelano il verde segreto veneziano attraverso le stagioni. Le parole di Toto Bergamo Rossi, grande appassionato di giardini, raccontano l’evoluzione e la storia del giardino a Venezia, indagando le sue peculiarità e le sfide di questo ambiente naturale con la pietra, con le maree, nel tentativo di integrarsi armoniosamente con la conformazione della città, la storia dei luoghi e dei palazzi. Marco Bay, architetto paesaggista che si occupa di restauro di giardini storici, analizza una serie di aspetti più tecnici che spaziano dalla botanica alla storia, fino all’architettura del paesaggio. A un excursus storico che racconta lo sviluppo e i cambiamenti che nel corso dei secoli hanno interessato il giardino veneziano, l’autore affianca nozioni tecniche e riflessioni su cosa significhi possedere uno spazio verde a Venezia. A chiusura del volume, Bay firma un saggio in cui immagina e propone dieci nuovi formati di giardino attraverso i quali tramandare l’eredità botanica di Venezia, in un rimando di esperienze passate e sperimentazioni future.
Anselm Kiefer. Angeli caduti
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 192
Mito, filosofia, misticismo e poesia. Sono solo alcune delle tappe che compongono lo sfaccettato percorso artistico del tedesco Anselm Kiefer, celebrato nel volume Anselm Kiefer. Angeli caduti, edito da Marsilio Arte in occasione dell’omonima mostra ospitata a Palazzo Strozzi dal 22 marzo al 21 luglio 2024. L’esposizione, curata dal direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino, è stata realizzata e ideata insieme al grande maestro tedesco. Il percorso permette al visitatore di ammirare sia lavori storici, come il collage di xilografie Hortus Philosophorum (Il giardino dei filosofi, 1997-2011), sia nuove produzioni inedite, come Engelssturz (Caduta dell’angelo, 2022-2023), opera creata appositamente per il cortile del palazzo fiorentino. Angeli caduti indica «l’intera umanità, e i suoi drammi anche (e soprattutto) contemporanei», come suggerisce Giuseppe Morbidelli, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi. La mostra mira a restituire la vitale complessità dell’arte di Kiefer, celebrandone l’intreccio tra figura e astrazione, natura e artificialità, creazione e distruzione. L’esordio sulla scena artistica tedesca di Kiefer si colloca alla fine degli anni Sessanta, con opere che hanno segnato tra le prime una riflessione sulla storia della Seconda Guerra Mondiale e sull’eredità emotiva e culturale della Germania. Da qui è iniziato un percorso artistico in cui si uniscono forme, allegorie e figure che riflettono su identità, poesia, vicende storiche e correnti filosofiche. Il catalogo della mostra Anselm Kiefer. Angeli caduti, edito da Marsilio Arte è frutto della stretta collaborazione tra il maestro stesso, il suo Studio, il grafico Peter Willberg, la casa editrice e Palazzo Strozzi. Il volume, curato da Galansino con la storica dell’arte Ludovica Sebregondi, si apre con la Conversazione tra Kiefer e Galansino registrata il 16 ottobre 2023 a Croissy, nello studio dell’artista. Il testo è accompagnato dalle immagini di un servizio fotografico realizzato in quell’occasione e da un raro scatto di Kiefer a Palazzo Strozzi intorno al 1969-1970, durante una gita universitaria. Segue il contributo del teologo, sociologo e filosofo Klaus Dermutz, dedicato a Creazione e caduta, con una riflessione sul tema degli “angeli caduti” nelle opere della mostra, alla luce delle implicazioni filosofiche, letterarie, con particolare attenzione alla cultura tedesca. Arturo Galansino dedica il suo saggio ad Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi, percorrendo le sale della mostra, affrontando le tematiche ricorrenti nel suo lavoro e le complesse stratificazioni di significati. L’artista come critico è il contributo del testo di Maurizio Ferraris, professore di Filosofia all’università di Torino, dove Kiefer ha ricevuto la laurea honoris causa nel 2014. Segue un ricco portfolio con la riproduzione in grande formato delle opere in mostra. Chiudono il catalogo la corposa Biografia di Ludovica Sebregondi, arricchita da rare fotografie fornite dallo Studio, e una selezione delle principali mostre personali. Con la sua arte, Kiefer riflette sui temi della memoria, del mito, della guerra e dell’esistenza attraverso l’uso di pittura, scultura, fotografia e installazione. Ogni produzione artistica esprime il rifiuto del limite, nella monumentalità e nella potenza della materialità, ma soprattutto nell’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato.
Anselm Kiefer. Fallen Angels
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 192
Mito, filosofia, misticismo e poesia. Sono solo alcune delle tappe che compongono lo sfaccettato percorso artistico del tedesco Anselm Kiefer, celebrato nel volume Anselm Kiefer. Angeli caduti, edito da Marsilio Arte in occasione dell’omonima mostra ospitata a Palazzo Strozzi dal 22 marzo al 21 luglio 2024. L’esposizione, curata dal direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino, è stata realizzata e ideata insieme al grande maestro tedesco. Il percorso permette al visitatore di ammirare sia lavori storici, come il collage di xilografie Hortus Philosophorum (Il giardino dei filosofi, 1997-2011), sia nuove produzioni inedite, come Engelssturz (Caduta dell’angelo, 2022-2023), opera creata appositamente per il cortile del palazzo fiorentino. Angeli caduti indica «l’intera umanità, e i suoi drammi anche (e soprattutto) contemporanei», come suggerisce Giuseppe Morbidelli, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi. La mostra mira a restituire la vitale complessità dell’arte di Kiefer, celebrandone l’intreccio tra figura e astrazione, natura e artificialità, creazione e distruzione. L’esordio sulla scena artistica tedesca di Kiefer si colloca alla fine degli anni Sessanta, con opere che hanno segnato tra le prime una riflessione sulla storia della Seconda Guerra Mondiale e sull’eredità emotiva e culturale della Germania. Da qui è iniziato un percorso artistico in cui si uniscono forme, allegorie e figure che riflettono su identità, poesia, vicende storiche e correnti filosofiche. Il catalogo della mostra Anselm Kiefer. Angeli caduti, edito da Marsilio Arte è frutto della stretta collaborazione tra il maestro stesso, il suo Studio, il grafico Peter Willberg, la casa editrice e Palazzo Strozzi. Il volume, curato da Galansino con la storica dell’arte Ludovica Sebregondi, si apre con la Conversazione tra Kiefer e Galansino registrata il 16 ottobre 2023 a Croissy, nello studio dell’artista. Il testo è accompagnato dalle immagini di un servizio fotografico realizzato in quell’occasione e da un raro scatto di Kiefer a Palazzo Strozzi intorno al 1969-1970, durante una gita universitaria. Segue il contributo del teologo, sociologo e filosofo Klaus Dermutz, dedicato a Creazione e caduta, con una riflessione sul tema degli “angeli caduti” nelle opere della mostra, alla luce delle implicazioni filosofiche, letterarie, con particolare attenzione alla cultura tedesca. Arturo Galansino dedica il suo saggio ad Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi, percorrendo le sale della mostra, affrontando le tematiche ricorrenti nel suo lavoro e le complesse stratificazioni di significati. L’artista come critico è il contributo del testo di Maurizio Ferraris, professore di Filosofia all’università di Torino, dove Kiefer ha ricevuto la laurea honoris causa nel 2014. Segue un ricco portfolio con la riproduzione in grande formato delle opere in mostra. Chiudono il catalogo la corposa Biografia di Ludovica Sebregondi, arricchita da rare fotografie fornite dallo Studio, e una selezione delle principali mostre personali. Con la sua arte, Kiefer riflette sui temi della memoria, del mito, della guerra e dell’esistenza attraverso l’uso di pittura, scultura, fotografia e installazione. Ogni produzione artistica esprime il rifiuto del limite, nella monumentalità e nella potenza della materialità, ma soprattutto nell’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato.
World Press Photo 2024
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 208
"Connettere il mondo alle storie che contano” è lo slogan di quest’anno del World Press Photo Award, che riconosce e celebra, da quasi settant’anni, le migliori immagini di fotogiornalismo dell’anno. Selezionate da una giuria internazionale indipendente tra oltre 60mila candidature provenienti da 130 paesi, le opere vincitrici sono raccolte nel catalogo World Press Photo 2024 edito da Marsilio Arte. In questa pubblicazione toccante e talvolta sconvolgente, le fotografie mettono in luce il meglio del giornalismo visivo dell’ultimo anno. Suddivise in categorie tematiche, le immagini raccontano la profondità e la complessità del lavoro fotogiornalistico, mettendo il lettore a diretto contatto con immagini sensazionali, a volte scioccanti, che raccontano il nostro mondo e i problemi che la nostra società affronta quotidianamente. Quest'anno sono 33 i fotografi premiati, con 32 progetti che offrono una varietà di prospettive da tutto il mondo e testimoniano gli eventi che hanno caratterizzato l’anno appena trascorso. In un momento in cui la verità è contestata e spesso messa in discussione, le fotografie premiate raccontano storie coraggiose e offrono preziosi spunti di riflessione. Dalle zone di guerra alla lotta per i diritti civili, dall’emancipazione politica all’impatto visibile della crisi climatica queste immagini testimoniano l’importanza del fotogiornalismo e della fotografia documentaria. A vincere il premio per la stampa mondiale è A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece del fotografo palestinese Mohammed Salem, già vincitore di precedenti edizioni del World Press Photo Award. Salem descrive questa foto come un «momento potente e triste che riassume il senso più profondo di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza». L’immagine mostra Inas Abu Maamar (36 anni) che culla il corpo di sua nipote Saly (5 anni), uccisa insieme alla madre e alla sorella quando un missile israeliano ha colpito la loro casa a Khan Younis, Gaza. L’opera è stata scelta dalla giuria per la cura e il rispetto della composizione, un racconto visivo allo stesso tempo metaforico e letterale di una perdita inimmaginabile.
Lucia Veronesi. La desinenza estinta
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 128
Una civiltà resa afona dalle rimozioni: questo lo sguardo contemporaneo che Lucia Veronesi (Mantova, 1976) descrive in La desinenza estinta, un progetto artistico incentrato sulla cancellazione culturale che spazia tra scienza, linguaggio e attivismo. Vincitore della dodicesima edizione (2023) di Italian Council, programma che promuove l’arte contemporanea italiana nel mondo, l’opera entrerà nelle collezioni civiche del Museo Ca’ Pesaro di Venezia. La desinenza estinta consiste in una riflessione sul rapporto tra la storia della scienza al femminile, le implicazioni sociopolitiche, la botanica e l’estinzione del linguaggio. Tre sono le componenti del progetto, complementari ma allo stesso tempo autonome: un grande arazzo jacquard, che riassume l’esito della ricerca d’archivio svolta dall’artista tra il 2023 e il 2024; un’installazione video che documenta il processo creativo dell’opera; il volume Lucia Veronesi. La desinenza estinta, edito da Marsilio Arte a cura di Paolo Mele e Claudio Zecchi, rispettivamente direttore e direttore artistico di Ramdom, e dall’artista stessa. Questi tre elementi dialogano tra di loro e si integrano l’uno con l’altro, creando così una narrazione visiva che attraverso collage, disegni e foto di archivio evoca immagini del passato e solleva interrogativi sul presente, in cui le illustrazioni sono le vere protagoniste e il filo narrativo del racconto. La pubblicazione ripercorre le ricerche compiute da Lucia Veronesi tra Londra, Zurigo e Trondheim, offrendo un vero e proprio strumento di ricerca che accompagna il lettore in un viaggio visivo complementare al lavoro sviluppato con l’arazzo e il video. Apre il volume il contributo firmato da Veronesi La desinenza estinta, in cui viene illustrato e approfondito l’omonimo progetto artistico. L’opera, infatti, si sviluppa su tre livelli: il primo si ispira a uno studio sulle lingue indigene e sulla perdita delle conoscenze medicinali condotto da Rodrigo Càmara-Leret e Jordi Bascompte dell’Università di Zurigo. Il secondo livello riguarda le donne che si sono occupate di botanica dal Settecento al Novecento, ossia le scienziate e artiste-illustratrici che hanno raccolto esemplari di piante ignote contribuendo alla loro classificazione, catalogazione e studio. Il terzo livello del progetto si ispira ad Hannah Ryggen, un’importante artista norvegese del Novecento che nei suoi arazzi seppe far convergere istanze politiche e soluzioni formali, portando la tecnica della tessitura ai gradi più sofisticati dell’arte contemporanea. Segue il saggio dell’antropologo Manfredi Bortoluzzi, La foresta delle parole perdute. Arte e antropologia nella Desinenza estinta di Lucia Veronesi, un’indagine sulla multidisciplinarità e sul rapporto tra arte e antropologia nell’opera di Veronesi. Il filosofo, curatore e teorico d'arte contemporanea Marco Senaldi condensa in La desinenza in A. La desinenza estinta di Lucia Veronesi e l’eclissi della memoria una riflessione sullo stretto legame tra linguaggio e denominazione botanica, e del contributo delle donne nello studio di questa scienza. I prati della conoscenza è il saggio di Solveig Lønmo, in cui la storica dell’arte e curatrice norvegese analizza la pratica creativa dell’artista tessile Hannah Ryggen (1894-1970) e la sua influenza sull’arazzo che compone il progetto di Veronesi. Completano il catalogo l’indice delle immagini e una raccolta di brevi biografie delle esploratrici, botaniche e illustratrici citate nel volume.

