Officina Libraria
I libri che ho letto (e che vorrei leggere)
Amélie Galé
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2024
pagine: 144
Il primo volume della collana MyReviews è dedicato ai libri, un’agile agenda di lettura, nella quale raccogliere dati e impressioni sui libri letti, o su quelli che si vorrebbero leggere. Grazie a una serie di griglie pensate appositamente per i lettori più appassionati e plasmabili sui gusti di ognuno, è possibile tenere traccia dei nostri libri preferiti e di quelli che hanno segnato la nostra infanzia, ricordare le storie che hanno cambiato il corso della nostra vita o quelle che non si è riusciti a terminare (ma che un giorno si vorrebbero riprendere in mano). Ampio spazio è dedicato a recensioni e classifiche delle letture in corso, con un’ultima parte riservata a liste personalizzate da compilare in qualsiasi momento: dai libri dati in prestito (e mai più tornati indietro) a quelli ricevuti, da quelli regalati a quelli che si desidera regalare. Arricchiscono il volume numerose citazioni, sempre legate al tema della lettura, tratte dai più importanti autori della letteratura. I libri che ho letto (e che vorrei leggere) è però molto di più: è un diario, anzi, un’autobiografia, pagina dopo pagina, libro dopo libro, perché, come scrive Alfonso Cruz ne Il vizio dei libri: «Al termine della lettura, siamo un nuovo individuo che risulta dall’unione di libro e lettore».
L'arte che ho visto (e che vorrei vedere). Musei, monumenti, mostre
Amélie Galé
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2024
pagine: 144
Quante volte visitando una mostra sentiamo la necessità di annotare un dipinto o una scultura che ci colpisce particolarmente? O di non disperdere i pensieri nati tra le sale di un museo? Nasce da qui "L’arte che ho visto (e che vorrei vedere). Musei, monumenti, mostre", primo libro nel suo genere, in cui raccogliere le opere, gli artisti e i luoghi del cuore, quelli visitati e quelli ancora da visitare. Facile da portare con sé per il suo formato ridotto, il volume permette di stilare liste e classifiche puntuali con cui dare un giudizio sugli allestimenti di mostre e musei, oltre che sulla selezione delle opere esposte, con un occhio di riguardo a libri e cataloghi d’arte; non di meno, queste pagine permettono di mettere per iscritto le emozioni che qualsiasi forma d’arte suscita, dal monumento naturale all’abbazia cistercense, dall’istallazione contemporanea ai musei etnografici. Perfetta idea regalo tanto per gli appassionati quanto per i visitatori occasionali, l’"Arte che ho visto" è anche un efficace strumento attraverso cui esercitare il proprio spirito critico e guardare con occhi nuovi le cose del mondo.
L'arte e la tecnica delle decorazioni a stucco in Europa. Dalla fine del XV alla metà del XVIII secolo-The art and industry of stucco decoration in Europe. From the Late 15th to the Middle of 18th Century
Libro: Libro rilegato
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 408
Le decorazioni a stucco sono state studiate principalmente come forma artistica, dando poca attenzione al ruolo professionale degli stuccatori e alle loro particolari capacità tecniche. Dal XV al XVIII secolo, molti stuccatori originari delle zone tra l’attuale Canton Ticino e la Lombardia hanno lavorato in tutta Europa, portando un bagaglio di conoscenze che hanno saputo adattare di volta in volta a diversi contesti. I saggi contenuti nel libro evidenziano il ruolo di questi artisti all’interno dei cantieri e il loro modo di interpretare una tecnica difficile da padroneggiare, che richiedeva particolari abilità nel combinare pochi e semplici ingredienti di base per realizzare magnifiche decorazioni a imitazione del marmo. Ogni contributo affronta questi temi con un approccio interdisciplinare, considerando la storia artistica e sociale, la storia delle tecniche artistiche e la scienza dei materiali. Il volume include un glossario bilingue su materiali, tecniche e strumenti di lavorazione dello stucco.
Forte di Belvedere. Guida-Fort Belvedere. Guide
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 96
Dal cuore di Firenze, attraversato Ponte Vecchio e risalita costa San Giorgio, si accede a uno dei luoghi più suggestivi della città: il forte di Belvedere. Voluto alla fine del Cinquecento dai Medici per rafforzare le difese dell'Oltrarno, il forte si inserisce con armonia nel paesaggio urbano e naturale, offrendo vedute scenografiche sulla città e sui colli. Progettato da Bernardo Buontalenti per Ferdinando I, il complesso comprende anche la palazzina, costruita precedentemente da Cosimo I e completata sotto Francesco I. Nel secondo dopoguerra, conclusa la sua funzione militare, il forte è stato restituito alla città come spazio pubblico, trasformandosi in un luogo di cultura e bellezza, divenuto negli anni cornice d'eccezione per mostre ed eventi.
Disegni e cultura visiva a metà Settecento. Documentare, narrare, mettere in scena
Chiara Gauna
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 144
Il volume di Chiara Gauna si focalizza sulla funzione di particolari tipologie di disegni, commissionati ed eseguiti per la traduzione in incisione e la messa in scena teatrale nell'arco cronologico compreso tra il 1740 e il 1770 circa. Si tratta di documenti preziosi e coerenti per un carotaggio della cultura visiva, ancora prima che strettamente figurativa, di metà Settecento. In questi anni una nuova sensibilità raggiunge la piena maturazione, individuando nel libro d’arte, nella passione per l’antico, nella letteratura e nel teatro, ma anche nel disegno e nelle stampe, ambiti privilegiati di espressione e fruizione, non solo per gli artisti, ma anche per un pubblico scelto e, tuttavia, allargato di lettori, collezionisti e spettatori. Il libro si divide in tre parti: la prima, «Documetare», è dedicata ai disegni preparatori di Anton Maria Zanetti per la sua magnifica opera sulle antichità pubbliche di Venezia (Delle antiche statue greche e romane che nell’antisala della Libreria di San Marco, e in altri luoghi pubblici di Venezia si trovano, 1741-1743); la seconda, «Narrare», ai disegni di Giambattista Piazzetta per la celebre edizione illustrata della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (1745), vertici assoluti della produzione libraria europea di quegli anni, anzi probabilmente dell’intero XVIII secolo, promossi dall’editore veneziano Giambattista Albrizzi; la terza, «Mettere in scena», a una serie di disegni di scenografia di mano di Fabrizio Galliari e di costumi d’invenzione di Leonardo Marini, che permettono di documentare in maniera pressoché integrale una serie di opere in musica messe in scena al Teatro Regio di Torino intorno al 1770. Questa mole imponente di testimonianze grafiche, solo apparentemente “di servizio”, lascia emergere un aspetto significativo della cultura artistica di metà Settecento: la convinzione dell’assoluta preminenza conoscitiva, inventiva e interpretativa del disegno, segnato sempre di più da un'alta consapevolezza e competenza tecnica, oltre che inventiva.
I film (e le serie) che ho visto e che vorrei vedere
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 144
Il terzo volume della collana MyReviews è dedicato ai film, un’agenda agile nella quale raccogliere dati e impressioni sui lungometraggi e le serie tv viste, e su quelle che si vorrebbero vedere; sui personaggi indimenticabili che hanno segnato la nostra infanzia e, ancor di più, la nostra adolescenza, o sui registi che ci hanno impressionato negli anni della maturità... Sarà l’occasione per ripercorrere le storie che hanno cambiato il corso della nostra vita e che, tuttora, accompagnano il nostro quotidiano; annotare quelle che prima o poi si vorrebbero recuperare, confrontare gli adattamenti cinematografici tratti dai libri e, non di meno, appuntare iconiche location che un giorno ci piacerebbe visitare. Grazie a griglie pensate appositamente, ampio spazio è dedicato alle recensioni delle visioni in corso con un’ultima parte riservata a liste personalizzate da poter compilare in qualsiasi momento della giornata. I film e le serie che ho visto (e che vorrei vedere) è anche uno straordinario strumento di condivisione nelle serate in famiglia o tra amici, uno stimolo alla discussione e al confronto partendo dalle passioni e dai gusti di ognuno. Si tratti di un diario, anzi, di un’autobiografia, pagina dopo pagina, frame dopo frame, sapendo che, come scrive Joseph L. Mankiewicz: «Per scrivere la sceneggiatura di un buon film ci vogliono due anni, per girarla due mesi, per il montaggio due settimane, per dare gli ultimi ritocchi due giorni, per vederla due ore, e per dimenticarla due minuti».
Un papa poeta. Maffeo Barberini e la cultura di primo Seicento
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 112
Maffeo Barberini (Firenze, 1568-Roma, 1644), divenuto pontefice con il nome di Urbano VIII nel 1623, è una figura fondamentale per la cultura del primo Seicento. Ancora prima di diventare papa, Barberini è protagonista di un percorso letterario che lo porta in contatto con alcuni tra i più importanti scrittori e pensatori contemporanei, da Giovan Battista Marino a Gabriello Chiabrera, da Galileo Galilei a Tommaso Campanella. Né va dimenticato che in quei primi mesi del secolo Maffeo è attivo come mecenate, ed è persino capace di avvicinare con successo un artista di prima grandezza come Caravaggio, dal quale ottiene un ritratto e soprattutto il capolavoro rappresentato dal Sacrificio di Isacco, oggi agli Uffizi. Il volume, articolato in cinque saggi di Emilio Russo, Clizia Carminati, Roberta Ferro, Marco Leone e Saverio Ricci, illustra le diverse opere di Barberini, tra rime volgari e carmi latini, oltre ai suoi legami con la stagione del primo Barocco in Italia. Con saggi di Emilio Russo, Clizia Carminati, Roberta Ferro, Marco Leone e Saverio Ricci.
Movimenti, acque, soliloqui. Poesia bengalese moderna. Testo originale a fronte
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 200
La poesia moderna in India si scrive in oltre quindici lingue, inglese compreso. La poesia moderna bengalese può vantare un indiscusso primato: dal 1913, data del premio Nobel per la letteratura conferito a Rabindranath Tagore, è stata tradotta in quasi tutto il mondo. In realtà a essere tradotte sono state prevalentemente le opere di Tagore, molto noto in Italia e nel resto d’Europa. Gli altri poeti, coevi o posteriori, sono poco conosciuti nel nostro paese, nonostante la loro raffinata produzione e i fermenti letterari ai quali si ricollegano. Questo volume intende presentare, per la prima volta in italiano, alcune di quelle voci tra le più espressive, dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri. Il volume si compone di un saggio introduttivo, che riannoda tradizioni letterarie classiche, medioevali e moderne al senso della contemporaneità della poesia. È presente un saggio su Buddhadeb Basu, figura chiave del Modernismo bengalese e la traduzione di sue tre poesie. Seguono i versi dei poeti Nazrul Islam, Jibanananda Das, Shakti Chattopadhyay, Sankha Ghosh, Joy Goswami, nella traduzione di Alessandro Anil, candidato al premio Strega Poesia, e quella di tre voci femminili del Minimalismo contemporaneo. Tutte le poesie sono corredate dal testo a fronte in lingua originale.
Orizzonti rosso
Libro: Libro rilegato
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 264
Dagli anni cinquanta Valentino Garavani comincia a creare abiti rossi che realizzano, con la loro identificazione di un colore con la sua forma, la dinamica vitalità del mondo nuovo, rinnovando eleganza e spigliatezza: le sue creazioni in rosso sono, per la loro evidenza sintetica, individuale e sociale, segnali-guida che connotano la svolta della storia e le attribuiscono la leggibilità epocale: si chiama stile, metodo sottile e radioso di segnare il tempo storico. Questa mostra, con cui viene inaugurata la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti a Roma, e il suo prezioso catalogo segue la fenomenologia del rosso in pittura e, simultaneamente, i rossi di Valentino: un certo rosso che diviene indistinguibile dalle sue forme, tanto da affermare il termine «rosso Valentino» oltre il campo della moda, conquistando la sua definizione al di fuori del campo specifico dellʼabbigliamento, della produzione, della pubblicità, trovando spazio in quello universale dei significati. Saranno esposte, tra gli altri, opere di Andy Warhol, Mark Rothko, Basquiat dedicate o indissolubilmente legate al «rosso Valentino».
Le «favole antiche» di Piero di Cosimo
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 96
Le Storie dell’umanità primitiva di Piero di Cosimo (1462-1522) rappresentano indubbiamente uno dei cicli pittorici più originali e sconcertanti del Rinascimento italiano: si tratta di una serie di pannelli pensati quasi sicuramente per decorare l’abitazione di Francesco del Pugliese (c. 1460-1519), facoltoso mercante e uomo politico fiorentino di idee repubblicane. In queste tavole, senza confronti almeno fino alla fine dell’Ottocento, Piero di Cosimo ha raccontato per immagini la storia evolutiva della civiltà umana, basandosi tuttavia non sul canonico libro della Genesi, ma su una serie di fonti letterarie classiche tra cui spicca il De rerum natura di Lucrezio, da poco riscoperto. Poema pericoloso, fu giudicato «lascivo» ed «empio» per le sue tesi razionalistiche ispirate dalla filosofia epicurea e ben presto messo all’Indice. La storia dell’uomo in questa serie di tavole evolve a partire da una condizione brutale e primitiva, giungendo gradualmente - grazie anche alla decisiva scoperta del fuoco - a uno stadio più evoluto fino a culminare nel pannello finale, in cui è mostrato un vero e proprio trionfo delle arti rinascimentali ispirate all’antico. Emerge così in tutta la sua originalità la figura di Piero di Cosimo, artista isolato, eccentrico e bizzarro, ma al tempo stesso capace di dialogare con la cultura umanistica più aggiornata del suo tempo e di anticipare, in alcuni suoi dipinti, la teoria dell’evoluzione e le scoperte della moderna paleoantropologia.
Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma. Catalogo della mostra (Urbino, 22 maggio-12 ottobre 2025)
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 224
Un anno dopo la grande monografica su Federico Barocci, il Palazzo Ducale di Urbino, in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, celebra l’ultimo grande maestro del Seicento marchigiano, ancora poco conosciuto al grande pubblico. Nato a Pesaro nel 1612 e morto prematuramente nel 1648, a soli trentasei anni e in circostanze ancora misteriose, Simone Cantarini ha assistito alla devoluzione del Montefeltro allo Stato Pontificio (1631). Mentre il ducato scompariva dall’orizzonte della storia, l’artista metteva a punto un linguaggio nuovo e straordinariamente innovativo: un’originale sintesi di classicismo e naturalismo che non si rifaceva tanto ai modelli aulici dei campioni urbinati del Rinascimento, ma si apriva a ventaglio a stimoli più aggiornati, provenienti dalla Roma di Caravaggio e dalla Bologna di Guido Reni. L’esposizione e il catalogo ruotano attorno a diversi nuclei tematici: particolare attenzione è stata data al rapporto di Cantarini con la famiglia Barberini, alle sue relazioni con gli altri maestri del suo tempo e anche all’accostamento delle doppie versioni delle sue più celebri invenzioni, con particolare riguardo alla produzione profana. Oltre a importanti opere inedite, giungeranno a Urbino quasi tutti i più significativi "quadri da stanza" di Cantarini – alcuni dei quali restaurati per l’occasione – provenienti da collezioni private italiane ed estere, oltre che dai più importanti musei italiani (e non solo): dalla Galleria Borghese a Palazzo Barberini e Galleria Corsini, dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna alle Gallerie degli Uffizi, senza dimenticare il Museo Nacional del Prado.
La renna di Ercole. Filologia e antropologia nell’opera di Karl Meuli
Carlo Ferrari
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 232
Filologo di prim’ordine e originalissimo storico delle religioni, Karl Meuli (1891-1968) non ha raccolto finora i riconoscimenti che merita, tanto nel mondo accademico che presso il grande pubblico. Eppure, pochi studiosi hanno rivoluzionato gli studi classici come lui. Nel suo capolavoro, Scythica (1935), Meuli riconobbe per primo nel testo di Erodoto gli indizi di uno sciamanesimo greco – tesi che, ripresa da Dodds ed Eliade, continua ad animare un acceso dibattito. In Usanze sacrificali greche (1946) avanzò l’ipotesi non meno dirompente che il sacrificio animale descritto da Omero avesse avuto origine nei rituali paleolitici della caccia. Intuizioni che trovano oggi conferme via via sempre più solide nelle scoperte archeologiche. Questo libro – la prima monografia dedicata a questo studioso – indaga la genesi e gli esiti più innovativi di un metodo di lavoro inimitabile, di cui i vertiginosi confronti tra miti, usanze e cerimonie attraverso lo spazio eurasiatico costituiscono l’aspetto più avvincente. Dalla Siberia all’Attica, dal Mediterraneo alla Mongolia, nelle ricerche di Karl Meuli emerge la fitta trama di connessioni storiche che lega la civiltà greca ai popoli nomadi delle steppe. Arricchisce il volume una prefazione di Jan Bremmer.